Dune a Sorpresa su Chury
Immagini sorprendenti della sonda Rosetta mostrano la presenza di formazioni simili a dune sulla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.
Ricercatori del Laboratoire de Physique et Mécanique des Milieux Hétérogènes hanno studiato le immagini e il degassamento di vapore acqueo per spiegare il fenomeno, dimostrando che la forte differenza di pressione tra il lato della cometa soleggiato e quello in ombra genera venti in grado di trasportare grani e di formare dune.
Lo studio è stato pubblicato su PNAS.
La formazione delle dune sedimentarie richiede la presenza di grani, e di venti abbastanza forti da trasportarli lungo la superficie. Tuttavia le comete non hanno una densa, permanente atmosfera come sulla Terra. Nondimeno la camera OSIRIS a bordo della sonda Rosetta ha mostrato la presenza di dune con estensione di circa 10 metri su 67P/Churyumov-Gerasimenko. Sono state trovate sui due lobi della cometa, così come sul “collo” che li connette. Confrontando immagini della stessa zona riprese a 16 mesi di distanza si è potuto verificare che le dune si sono mosse e pertanto sono attive.
Di fronte a questa scoperta inaspettata i ricercatori evidenziano la presenza di un vento che soffia lungo la superficie della cometa, provocato dalla differenza di pressione tra il lato soleggiato, dove il ghiaccio superficiale può sublimare grazie all’energia fornita dalla luce solare, e il lato notturno. Questa atmosfera transitoria è estremamente tenue, con una pressione massima al perielio, quando la cometa è più vicina al Sole, centomila volte inferiore che sulla Terra. Tuttavia anche la gravità sulla cometa è molto debole ed un’analisi delle forze esercitate sui grani nella superficie della cometa mostra che i venti possono trasportare grani della dimensione di un centimetro, la cui presenza è stata confermata dalle immagini.
Le condizioni richieste per consentire la formazione di dune, cioè venti in grado di trasportare i grani di polvere, sono state quindi individuate sulla superficie della cometa. Questo studio rappresenta un passo avanti nella comprensione dei vari processi all’opera sulle superfici cometarie e dimostra che la missione Rosetta ha ancora molte sorprese e scoperte in serbo per noi.
https://phys.org/news/2017-02-dunes-comet-chury.html
Credit: ESA/Rosetta
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