Cielo del mese – marzo 2023
I fenomeni astronomici di marzo 2023, con la visibilità di stelle, pianeti e costellazioni.
La primavera si annuncia nei percorsi siderali con le luci di Denebola, Arturo e Spica, che una dopo l’altra si levano e est sempre prima portando verso la culminazione l’asterismo del Triangolo di Primavera di cui illuminano i vertici. La nuova stagione arriva il 20 marzo quando il Sole raggiunge l’equinozio.
Mentre si apre alla primavera, il cielo serale di marzo si veste della moltitudine di galassie che dalla Vergine tracimano nella Chioma di Berenice e lentamente si spoglia invece dei pianeti più brillanti. Dopo Saturno, assente già dalla fine di gennaio, tocca ora a Giove uscire di scena sul finire del mese, ma fino ad allora possiamo ammirarlo ancora insieme a Venere e a Marte ben evidenti a sudovest. Da non perdere in particolare la congiunzione fra Venere e Giove la sera del 2 marzo, quando i pianeti sono separati di appena mezzo grado.
SOLE
Si trova nella costellazione dell’Aquario e dal 13 in quella dei Pesci che ospita l’equinozio di primavera, punto che il Sole raggiunge il 20 marzo, dando inizio alla nuova stagione. Nella notte fra il 25 e il 26 passiamo invece dall’ora solare all’ora legale con le lancette dell’orologio che, alle 2.00, vanno spostate sulle 3.00.
FASI DELLA LUNA
Piena – martedì 7 h13.40
Ultimo quarto – mercoledì 15 h03.08
Nuova – martedì 21 h18.23
Primo quarto – mercoledì 29 h04.32
PRINCIPALI EVENTI ASTRONOMICI DI MARZO
2 11.40 Congiunzione Venere – Giove 0,5°N, visibile dopo il tramonto ♃
3 03.47 Congiunzione Luna – Polluce 1,7°S
3 19.00 Luna all’apogeo (405.889 km)
4 05.42 Congiunzione Luna – Presepe (M44) 3,9°N, visibile nelle ore precedenti.
6 01.45 Congiunzione Luna – Regolo 4,5°N
7 13.40 Luna piena
10 11.44 Congiunzione Luna – Spica 3,3°N, visibile dopo il tramonto.
14 01.55 Congiunzione Luna – Antares 1,6°N
15 03.08 Luna all’ultimo quarto
15 23.46 Nettuno in congiunzione col Sole
17 11.33 Mercurio in congiunzione superiore
19 16.15 Luna al perigeo (362.697 km)
20 22.24 Equinozio di primavera
21 18.23 Luna nuova
24 11.26 Congiunzione Luna – Venere 0,1°S (occultazione), visibile dopo il tramonto, non più in occultazione.
24 19.30 Raggruppamento Luna, Venere e Urano
25 01.38 Congiunzione Luna – Urano 1,5”N, visibile fino alle 21 circa del 24.
26 01.18 Congiunzione Luna – Pleiadi 1,9°S (occultazione), visibile fino alle 22 circa del 25, non in occultazione.
27 05.34 Mercurio al nodo ascendente
27 08.51 Giove al minimo splendore dell’anno (m=-2,05)
28 15.15 Congiunzione Luna – Marte 2,3°N, visibile dopo il tramonto.
29 04.32 Luna al primo quarto
30 12.01 Congiunzione Luna – Polluce 1,6°S, visibile dopo il tramonto.
31 08.09 Congiunzione Venere – Urano 1,3°N, visibile dopo il tramonto.
31 13.17 Luna all’apogeo (404.920 km)
31 13.53 Congiunzione Luna – Presepe (M44) 4,1°N, visibile dopo il tramonto
31 21.31 Mercurio al perielio 0,307498 UA
PIANETI
☿ MERCURIO inizia il mese nell’Aquario e il 17 si sposta nei Pesci. In questo stesso giorno si trova in congiunzione superiore col Sole, motivo per cui non è mai visibile. Il 31 marzo raggiunge il perielio, la minima distanza dal Sole che per Mercurio è di 46 milioni di chilometri.
VENERE appare nella luce crepuscolare del tramonto fra le stelle ancora invisibili dei Pesci, costellazione in cui rimane fino al 16 marzo quando varca i confini dell’Ariete. Il suo splendore già elevato in marzo aumenta ulteriormente passando nell’arco del mese da -3,94 magnitudini a -4,01, valori che fanno di Venere un punto molto luminoso che spicca solitario nel cielo occidentale, mentre le sue dimensioni apparenti si ampliano da 12,20” a 13,97”. D’altra parte Venere è sempre più protagonista nel firmamento. Si stacca infatti ogni giorno un po’ di più dalla linea d’orizzonte e possiamo osservarlo per almeno due ore a inizio mese fino a circa tre ore alla fine. L’evento più notevole che lo riguarda è la congiunzione con Giove il 2 marzo, quando i pianeti al tramonto appaiono come una coppia stretta, con Venere appena 0,5° più a nord di Giove. Ma anche il 24 marzo è un giorno da tenere sott’occhio grazie al bel raggruppamento formato da Venere, la Luna e Urano. Il nostro satellite è un sottile spicchio crescente che volge alla “stella della sera” il suo bordo illuminato all’11%, mentre il resto del suo disco oscuro lo rivolge a Urano, visibile almeno con un binocolo.
MARTE si osserva dopo il tramonto ben alto in cielo fra le stelle del Toro, per uscire dai suoi confini il 26 marzo ed entrare nei Gemelli. Lo vediamo fino a notte fonda con una magnitudine che cresce da 0,40 a 0,92, segno di uno splendore in diminuzione. Marte si sta infatti gradualmente allontanando dalla Terra come ci mostra anche il suo diametro angolare che cala da 8,13” a 6,46”. Il 28 marzo, dopo il tramonto, possiamo vederlo appena sotto la metà illuminata della Luna, imminente al primo quarto.
♃ GIOVE, fra le tenui stelle dei Pesci, è il pianeta che nell’ultima settimana di marzo siamo destinati a perdere. Il gigante del Sistema Solare è diretto verso la congiunzione col Sole che avverrà l’11 aprile e per questo fino ad allora ne accorcia giorno dopo giorno la distanza apparente. Se la sua elongazione a inizio marzo è circa di 31°, alla fine è di soli 8,4°. Prima di scomparire nella luce solare però, possiamo osservarlo al massimo per un paio d’ore dopo il tramonto in direzione ovest, già piuttosto basso e con una magnitudine che il 27 marzo sale a -2,05, il minimo splendore dell’anno. Il diametro angolare si rimpicciolisce nell’arco del mese da 34,16” a 33,20”. Giove ci regala un ultimo appuntamento subito all’inizio del mese, il giorno 2, quando si trova in congiunzione con Venere, con una separazione di appena 0,5°, talmente piccola che dopo il tramonto vediamo a ovest i due punti più luminosi del firmamento marcare il cielo quasi a contatto. Torneremo a vedere Giove agevolmente da giugno.
♄ SATURNO si trova nella costellazione dell’Aquario, ma non è visibile perché risente della congiunzione col Sole di metà febbraio. La sua elongazione aumenta da 11,5° a inizio marzo fino a 37,5° alla fine, un valore che sarebbe sufficiente a consentirne la visione – ora a est prima dell’alba – ma che la prossimità all’orizzonte prima della levata del Sole, rende in realtà particolarmente ardua. Per vedere bene Saturno dobbiamo attendere aprile.
♅ URANO è stabile nell’Ariete e si vede dopo il tramonto a ovest per circa quattro ore a inizio mese che, col passaggio all’ora legale, si dimezzano alla fine. La sua magnitudine media è di 5,86 e il suo diametro angolare medio è di 3,48” in diminuzione. Dopo il tramonto del 24 marzo Urano si trova in un raggruppamento con la Luna e Venere; i due corpi celesti sono allineati con Urano che spunta sopra l’ampia porzione oscura del disco lunare. Verso le 20.30 del 31 invece possiamo osservare il pianeta molto vicino a Venere col quale è stato in congiunzione al mattino.
♆ NETTUNO si trova nella costellazione dell’Aquario che lascia dopo ben 12 anni per entrare il 4 marzo in quella dei Pesci, dove resterà fino al 2041, eccetto qualche breve e temporanea incursione nelle costellazioni confinanti. Per tutto marzo non possiamo vederlo perché il 15 va in congiunzione col Sole che due giorni prima è entrato anch’esso nella costellazione. Torneremo a vedere Nettuno da metà maggio prima dell’alba.
STELLE E COSTELLAZIONI
Denebola, Arturo e Spica avanzano nel cielo serale imprimendo al firmamento l’inconfondibile segno che annuncia il cambio di stagione. È il Triangolo di Primavera, l’asterismo che la triade stellare forma: la bianco-azzurra Denebola nel Leone con 2,10 magnitudini, distante 36 anni luce dalla Terra, e angolarmente vicina alla ancora più luminosa Regolo, è la prima a sorgere, seguita da Arturo nel Bootes, la gigante di colore giallo-arancio che con le sue 0,15 magnitudini splende quasi alla stessa distanza (37 anni luce), mentre per ultima si leva Spica, dalla tonalità bianco-blu e gigante anch’essa, che con le sue 0,95 magnitudini è la stella più luminosa della Vergine e l’undicesima del nostro emisfero, che brilla a ben 250 anni luce da noi. Il Triangolo di Primavera, che grazie alla Vergine apre la stagione delle galassie, prende gradualmente il posto di quello Invernale, le cui stelle Sirio, Procione e Betelgeuse al calar del Sole sono ormai confinate a ovest e tramontano sempre prima. Lo stesso accade ad Aldebaran e alle Pleiadi, perle lucenti dei mesi trascorsi che brillano nel Toro. Con il Toro e Orione, se ne vanno lentamente anche le spettacolari nebulose che ci hanno accompagnato nelle gelide notti invernali: la Nebulosa del Granchio, quella di Orione e la Testa di Cavallo scendono sotto l’orizzonte nei dintorni della mezzanotte, seguite a poca distanza dalle nebulose dell’Unicorno, Rosetta e Cono. Rimangono, scampoli d’inverno, Castore e Polluce, le due stelle più lucenti dei Gemelli, avvantaggiate dai valori più alti di declinazione. Con la loro guida, retrocedendo in direzione est, possiamo rintracciare l’Asellus Australis (m = 3,90) appoggiata all’eclittica e l’Asellus Borealis (m = 4,65), le stelle principali del poco appariscente Cancro, che in marzo culminano prima della mezzanotte e recano a metà della loro congiungente, l’elegante ammasso aperto del Presepe (M44) di magnitudine 3,10. In esso più di duecento stelle a 577 anni luce dalla Terra brillano raccolte in un’area di 1°10’. Con la triade di stelle primaverili sale anche l’inseparabile triade di costellazioni formata dall’Idra, dal Corvo e dalla Coppa che luccicano nella porzione celeste sotto il Leone e la Vergine. A est, le ore che precedono l’alba ci regalano invece un assaggio d’estate con le costellazioni dello Scorpione e dell’Ofiuco che si levano già nel cuore della notte, seguite dall’Aquila e dal Sagittario: la Via Lattea inizia a salire in tutto il suo fulgore.
20 MARZO: EQUINOZIO DI PRIMAVERA
Lunedì 20 marzo inizia ufficialmente la primavera. Alle 22.24 il Sole si trova infatti in uno dei due punti d’intersezione fra l’equatore celeste e l’eclittica, i cosiddetti equinozi da cui prendono il via la primavera in marzo e l’autunno in settembre. L’equinozio di primavera è anche conosciuto come “punto gamma” perché all’epoca degli antichi Greci (IX-I secolo a.C.), la costellazione in cui cadeva era l’Ariete, la cui testa stilizzata ricorda la lettera greca “gamma” e in questo modo ha voluto rappresentarlo l’antica civiltà. Va detto però che l’Ariete è stata la costellazione simbolo della primavera per un arco di tempo molto più lungo: l’equinozio infatti è rimasto nei suoi confini dall’inizio del II millennio a.C. (circa dal 1800 a.C.) fino al I secolo a.C. Poi, la declinazione del Sole, ovvero la sua altezza rispetto all’equatore celeste, che all’equinozio è nulla, si è azzerata nella costellazione dei Pesci, la quale da più di duemila anni ospita il punto equinoziale primaverile. Come mai la costellazione nel tempo è cambiata? Il motivo è legato all’ormai ben noto fenomeno della “precessione degli equinozi” che mostra come la Terra, mentre percorre l’eclittica, non ruota su se stessa mantenendo fissa la direzione del suo asse, ma manifesta una rotazione simile a quella di una trottola, con l’asse che descrive in un lunghissimo arco di tempo, ben 25.786 anni, un cono di apertura 23,5°, l’angolo di cui è inclinato rispetto all’asse dell’eclittica. Questa rotazione dell’asse terrestre non va però confusa con quella giornaliera. Si tratta di un moto incommensurabilmente più lento che si somma alla rotazione di 24 ore. Possiamo immaginarci l’asse terrestre descrivere il cerchio di processione in così tanti millenni mentre “piroetta” quotidianamente su se stesso.
Il rivolgersi millenario dell’asse della Terra è dovuto alla gravità esercitata sul suo rigonfiamento equatoriale dal Sole, ma soprattutto dalla Luna che, nonostante la piccola massa, è molto più vicina.
Le conseguenze della rotazione imperfetta della Terra sono molteplici. Una di queste è che l’asse terrestre nel suo giro plurimillenario, punta in direzioni diverse e dunque in costellazioni diverse. Se oggi (per puro caso!) il nord incontra Alpha UMi, la nostra Stella Polare, fra 12.000 anni – ovvero quando l’asse terrestre sarà circa a metà del suo cerchio – punterà verso Vega che sarà la nuova Polare, mentre l’equinozio primaverile cadrà nella costellazione della Vergine, che oggi ospita il punto autunnale. Ecco perché le costellazioni legate alle stagioni cambiano e in particolare, un’altra conseguenza della precessione degli equinozi è di far “precedere” i punti che segnano le stagioni, cioè di anticiparli. Dall’Ariete infatti siamo arretrati nei Pesci. Il motivo stavolta dipende dal fatto che il cerchio di precessione viene percorso dall’asse terrestre in senso inverso rispetto al moto di rivoluzione della Terra attorno al Sole e dunque i punti equinoziali vengono raggiunti ogni anno un po’ prima (20 minuti d’orologio prima) e così arretrano lungo l’eclittica.
La parola equinozio deriva dal latino “aequus” e “nox” perché in questo giorno, il dì e la notte hanno la stessa durata in tutto il pianeta. La piccola asimmetria fra le ore di luce e di buio che notiamo ha principalmente due cause: da un lato la rifrazione atmosferica fa apparire il Sole un po’ più alto di quanto non sia cosicché, quando alla sera è già sotto l’orizzonte, noi lo vediamo appena sopra, e, dall’altro, il Sole non è puntiforme e per questo rischiara il mattino un po’ prima di sorgere e mantiene il cielo luminoso un po’ dopo essere tramontato.
Ultima nota fra i molti aspetti legati al fenomeno della precessione, nel giorno dell’equinozio di primavera il Sole sorge esattamente a est e tramonta precisamente ad ovest.
[ Ilaria Sganzerla ]
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