Cielo del mese di Gennaio 2024
⭐️ CALENDARIO ASTRONOMICO DI GENNAIO 2024
I fenomeni astronomici di gennaio 2024, con la visibilità di stelle, pianeti e costellazioni.
✨ Buon 2️⃣0️⃣2️⃣4️⃣! A inizio gennaio il cielo si riempie di stelle cadenti, quasi a voler diffondere un messaggio ben augurale per il nuovo anno. ☄️ Sono le Quadrantidi, lo sciame meteorico più ricco dell’anno insieme alle Perseidi e alle Geminidi, che nella notte fra mercoledì 3 e giovedì 4 ha il suo picco che può arrivare fino a 120 meteore all’ora. La Luna all’ultimo non risulta un problema particolare per l’osservazione.
Mercoledì 3 inoltre la Terra raggiunge il perielio, la sua minima distanza dal Sole e, per mantenere gli equilibri gravitazionali, percorre l’eclittica alla velocità più alta: 30,3 km/s contro i 29,3 km/s di quando si trova all’afelio, il punto più lontano dal Sole.
Fra i pianeti, Venere splende sempre più vicino al Sole all’alba, mentre Giove riluce come un diamante nelle ore serali insieme a Saturno che anticipa gradualmente il suo tramonto. Nella prima metà del mese inoltre, concede di mostrarsi anche Mercurio perché diretto alla massima elongazione ovest che tocca venerdì 12; in particolare, attorno alle 6.45 di martedì 9 gennaio, l’orizzonte sud-est accoglie l’alba con un suggestivo e ricco raggruppamento formato da Mercurio, Venere, Antares e una sottile Luna al 7% che stanno sorgendo trainati dalle chele dello Scorpione.
✨ A fare da sfondo ai passaggi celesti di gennaio, si stagliano nella notte costellazioni appariscenti come il Toro, Orione, i Gemelli e l’Auriga. Il cielo invernale vanta il maggior concentrato di stelle luminose fra cui Sirio, l’astro più brillante dell’intero firmamento, mentre addentrandoci nello spazio profondo, lo spettacolo prosegue con nebulose di straordinaria bellezza che regalano spettacolari visioni.
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☀️ SOLE
Si trova nella costellazione del Sagittario e da domenica 21 in quella del Capricorno. Mercoledì 3 gennaio all’1.38 la Terra è al perielio, la minima distanza dal Sole pari a 0,983 UA, circa 147 milioni di chilometri.
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FASI DELLA LUNA
Ultimo quarto – giovedì 4 h04.30
Nuova – giovedì 11 h12.57
Primo quarto – giovedì 18 h04.52
Piena – giovedì 25 h18.54
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PRINCIPALI EVENTI ASTRONOMICI DI GENNAIO
1 16.27 Luna all’apogeo (404.910 km)
2 04.20 Mercurio stazionario moto diretto
3 01.38 Terra al perielio (0,983 UA) ☀️
4 04.30 Luna all’ultimo quarto
4 13.23 Sciame meteorico delle Quadrantidi (ZHR 120) ☄️
5 00.48 Congiunzione Luna – Spica 2,0°N, visibile dalle 2.00 a est
6 09.12 Congiunzione Venere – Antares 6,4°N, visibile prima dell’alba a est
7 09.00 Mercurio al primo quarto
8 13.25 Raggruppamento Luna, Venere e Antares, visibile prima dell’alba a sud-est
8 21.10 Congiunzione Luna – Venere 5,7°S, visibile prima dell’alba del 9 a sud-est
9 06.45 Raggruppamento Luna, Mercurio, Venere e Antares
9 19.47 Congiunzione Luna – Mercurio 6,6°S, visibile prima dell’alba a sud-est
11 12.57 Luna nuova
12 15.22 Mercurio alla massima elongazione ovest (23,6°)
13 11.34 Luna al perigeo (362.263 km)
14 10.32 Congiunzione Luna – Saturno 2,1°S, visibile dopo il tramonto a sud-ovest
15 21.00 Inizia il Corso base di Astronomia Generale online e in presenza
15 21.24 Congiunzione Luna – Nettuno 1,0°S (occultazione), visibile a ovest
18 04.52 Luna al primo quarto
18 21.40 Congiunzione Luna – Giove 2,8°N, visibile a sud-ovest
19 20.37 Congiunzione Luna – Urano 3,0°N, visibile a sud-ovest
20 15.01 Congiunzione Luna – Pleiadi 0,8°S (occultazione), visibile dopo il tramonto a sud-est, non più in occultazione
23 09.06 Mercurio al nodo discendente
24 20.38 Congiunzione Luna – Polluce 1,7°S, visibile a est
25 18.54 Luna piena
25 21.00 Inizia Fotografia Astronomica – corso completo online e in presenza
25 21.51 Congiunzione Luna – Presepe 3,6°N, visibile a est
27 08.18 Giove in quadratura orientale
27 17.58 Congiunzione Luna – Regolo 3,6°N, visibile dopo il tramonto a est
29 09.13 Luna all’apogeo (405.780 km)
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PIANETI
☿ MERCURIO anticipa l’alba del Sole e si vede nella prima parte del mese sempre più agevolmente, perché venerdì 12 si trova alla massima elongazione ovest con una distanza prospettica dal Sole di 23,6°, che consente così di osservarlo per oltre mezz’ora a partire dalle 6.30, ovvero dal crepuscolo nautico (Sole 12° sotto l’orizzonte) fino al crepuscolo civile (Sole 6° sotto l’orizzonte). Domenica 7 possiamo osservarlo al telescopio come una piccola mezzaluna perché si trova al primo quarto. Mercurio è ospitato dalle stelle dell’Ofiuco fino a giovedì 11 quando entra nel Sagittario.
Il pianeta in gennaio ha inoltre un crescendo di luminosità che va dalle 0,48 magnitudini di inizio mese alle -0,33 della fine ma, come dicevamo, l’osservazione è limitata alla prima metà del mese, perché poi sarà prospetticamente troppo vicino al Sole. Le sue dimensioni apparenti invece sono in calo perché il pianeta si sta allontanando dalla Terra e passano da 8,62” a inizio gennaio a 5,25” alla fine. Particolarmente suggestivo è il ricco raggruppamento di martedì 9 gennaio visibile attorno alle 6.45. In un luogo privo di ostacoli in direzione sud-est, possiamo vedere Mercurio, Venere, Antares e una sottile Luna al 7% che stanno sorgendo trainati dalle chele dello Scorpione.
♀ VENERE è la “stella del mattino”; sorge sempre più a ridosso dell’alba e accorcia così la sua visibilità che passa dalle due ore e mezza all’inizio di gennaio, a poco più di un’ora alla fine. La sua luminosità, seppur in diminuzione, rimane elevata attestandosi su un valore medio di -3,99. Anche le sue dimensioni angolari si rimpiccioliscono passando da 14,09” a inizio mese a 12,28” alla fine. Venere si trova nello Scorpione che abbandona venerdì 5 quando si sposta nell’Ofiuco e proprio in questa costellazione, nei giorni dal 6 al 9 si creano le disposizioni celesti del mese che vanno a impreziosire l’orizzonte orientale mattutino. Per ogni appuntamento, l’orario in cui avere tutti i corpi celesti sopra l’orizzonte è attorno alle 6.30. A quell’ora possiamo così vedere sabato 6 Venere andare in congiunzione con la supergigante rossa Antares, mentre due giorni dopo, lunedì 8, una Luna solo accennata entra nello Scorpione col suo spicchio illuminato al 13% e, avvolta dalle stelle delle chele, dà vita a un suggestivo raggruppamento con Venere e Antares; la mattina successiva, martedì 9 gennaio, il raggruppamento si arricchisce invece anche della presenza di Mercurio. Venere prosegue poi il suo cammino che domenica 21 lo porta fra gli astri del Sagittario.
♂ MARTE dimora per tutto il mese nel Sagittario che attraversa quasi per intero, ma non è visibile perché sorge pressoché insieme al Sole e tramonta prima della nostra stella. Il pianeta rosso si trova nel cuore della “botte degli Aloadi”, la botte in cui il mito omerico vuole che il dio Marte sia stato imprigionato per tredici mesi dagli Aloadi – i fratelli Oto ed Efialte, figli adottivi di Aloeo –, un mito di cui l’astrofisico Paolo Colona analizzandone i dettagli, ha svelato l’incredibile valenza astronomica. Marte è entrato nella botte degli Aloadi a maggio 2023 e riemergerà a maggio 2024, tredici mesi di assenza dal firmamento che richiedono così ancora qualche mese di pazienza prima di tornare ad ammirarlo.
♃ GIOVE è uno splendido diamante che brilla nella costellazione dell’Ariete. Sebbene si stia allontanando dalla Terra e dunque si stia lentamente spegnendo, come indica la sua magnitudine che nell’arco del mese cresce da -2,58 a -2,35, Giove si conferma il “re” non solo del Sistema Solare, ma anche del firmamento della sera. Possiamo osservarlo infatti dal tramonto fino almeno all’una di notte. Al telescopio appare come un dischetto il cui diametro va diminuendo, passando da 43,88” a inizio mese a 39,72” alla fine. Da non perdere la sera di giovedì 18 gennaio in direzione sud-ovest, la stretta congiunzione con la Luna che inaugura il primo quarto, lasciando Giove circa 3° a est in corrispondenza del terminatore. Sabato 27 infine, Giove va in quadratura orientale, ovvero si trova a est del Sole con un’elongazione di 90° che a sua volta implica il passaggio del pianeta sul meridiano 6 ore dopo il Sole, rendendosi così visibile nella prima parte della notte.
♄ SATURNO è stabile nella costellazione dell’Aquario ed è visibile a sud-ovest dopo il tramonto fino al massimo alle 21.00. Gennaio è l’ultimo mese in cui possiamo osservare ancora agevolmente il pianeta che più di tutti affascina quando si accosta l’occhio al telescopio. Saturno è infatti diretto verso la congiunzione col Sole a cui giungerà a fine febbraio. La sua elongazione si riduce nell’arco del mese da 52,5° a 25°, una distanza apparente dalla nostra stella che influisce sulla visibilità del pianeta, il quale a fine mese, a un’ora e mezzo dal tramonto, è già a filo sull’orizzonte occidentale. Saturno brilla con una magnitudine media di 0,98, mentre il suo diametro angolare si attesta su un valore medio di 15,89”. Prima di congedarsi, possiamo vederlo la sera di domenica 14 gennaio in congiunzione con la Luna che porge al pianeta la sua sottile falce crescente illuminata al 14%. Torneremo a vedere Saturno sul finire di aprile prima dell’alba, quando la sua elongazione sarà di almeno 45°, molto più ampia di quella di fine gennaio, perché nel frattempo il passaggio all’ora legale e l’anticipo progressivo dell’alba richiederanno più tempo a Saturno per uscire dal chiarore solare, e dunque una maggiore elongazione.
♅ URANO condivide insieme a Giove la costellazione dell’Ariete e possiamo osservarlo dal tramonto, momento in cui è sempre più prossimo a culminare, fino almeno all’una di notte. Al telescopio il suo disco si mostra sempre un po’ più piccolo, passando da 3,71” a 3,62”, perché Urano si sta allontanando dalla Terra. Conseguentemente riduce giorno dopo giorno il suo splendore e così, se a inizio gennaio la sua magnitudine è di 5,71, alla fine è di 5,77.
Venerdì 19, giorno successivo al primo quarto di Luna, possiamo osservarlo a sud-ovest in congiunzione col nostro satellite dal quale dista 3°.
♆ NETTUNO si affaccia dalla costellazione dei Pesci al confine con l’Aquario. Il pianeta è diretto verso la congiunzione col Sole e pertanto la sua visibilità è limitata alle prime ore serali. Per osservarlo dobbiamo volgerci a sud-ovest e si presenta con una magnitudine media di 7,80 e un diametro angolare medio di 2,25” in calo. Verso le 21.30 di lunedì 15, ormai molto basso sull’orizzonte occidentale da cui si stacca di appena 7°, viene occultato dalla Luna al 24% di illuminazione.
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✨ STELLE E COSTELLAZIONI
Il Triangolo Invernale si eleva sempre più nel cielo insieme all’Esagono Invernale che ne raccoglie due stelle. Il Triangolo e l’Esagono d’Inverno sono due importanti asterismi della stagione, ovvero raggruppamenti di stelle che si distinguono per il loro splendore, andando così a formare delle figure che si aggiungono a quelle delle costellazioni. Gli astri che compongono il Triangolo Invernale sono la supergigante rossa Betelgeuse (m 0,45) in Orione, la stella principale del Cane Minore, Procione (m 0,40) e Sirio, l’astro più luminoso del Cane Maggiore ma anche dell’intera volta celeste con la sua magnitudine di -1,45. Procione e Sirio appartengono anche all’Esagono Invernale che prosegue delimitato da Polluce (m 1,15) nei Gemelli, Capella (0,05) nell’Auriga, la gigante rosso-arancione Aldebaran (m 0,85) nel Toro e la supergigante blu Rigel (m 0,15) in Orione. Il cielo invernale vanta il maggior concentrato di stelle luminose che facilitano così l’orientamento nella moltitudine di puntini. L’Esagono inoltre è attraversato dalla Via Lattea, la scia stellare dove si annidano molti ammassi aperti, gruppi di stelle legate gravitazionalmente e ancora molto vicine fra loro perché di recente formazione. Le stelle nascono all’interno di enormi nubi cosmiche composte prevalentemente da idrogeno e che si distribuiscono sul disco galattico. Agli ammassi aperti è infatti talvolta associata anche una nebulosa, che può risaltare in modo spettacolare. La Nebulosa Rosetta e la Cono col suo ammasso aperto Albero di Natale nell’Unicorno sono fra gli esempi più familiari, così come la Grande Nebulosa di Orione (M42) appena sotto Epsilon Ori, la stella centrale della cintura di Orione, all’interno della quale luccicano le stelle dell’ammasso aperto Trapezio. Lungo la scia della Via Lattea racchiusa dall’Esagono Invernale, si stagliano anche gli ammassi aperti dell’Auriga M36, M37 e M38, tutti fra la quinta e la sesta magnitudine, mentre all’osservazione non possono mancare le incantevoli Pleiadi nel Toro insieme alle Iadi, le quali formano la V da cui si allungano le corna dell’animale. E sempre restando nel Toro, appena sopra la stella Zeta, traspare di ottava magnitudine un resto di supernova: la Nebulosa del Granchio (M1) a 6.500 anni luce dalla Terra. Ma nel cielo invernale non mancano anche nebulose oscure, la più famosa delle quali è la Testa di Cavallo in Orione, appena sotto Zeta Ori, un’immagine molto popolare, ma particolarmente ardua da vedere. E mentre queste spettacolari visioni ci appaiono alte in direzione sud, nelle due ore che precedono la mezzanotte invece, la metà sudoccidentale del cielo ospita in fase di tramonto le grandi costellazioni della Balena e di Pegaso, da cui si diparte quella di Andromeda con l’omonima galassia, mentre a est fanno capolino le stelle dell’Idra e del Leone.
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☄️ 3-4 GENNAIO: SCIAME METEORICO DELLE QUADRANTIDI
Una cometa passando, ha lasciato la sua impronta in una regione che la Terra attraversa all’inizio di ogni anno, creando così le condizioni per riempire il cielo di stelle cadenti, quasi a voler diffondere un messaggio ben augurale per il nuovo anno. E dire “riempire il cielo” non è affatto esagerato, perché lo sciame meteorico in questione è il più ricco dell’anno insieme alle Perseidi d’agosto e alle Geminidi di dicembre. Si tratta delle Quadrantidi con una frequenza al picco di 120 meteore all’ora, mentre il corpo celeste da cui provengono è con molta probabilità 2003 EH1, una cometa estinta, ovvero una cometa che ha perso completamente o quasi il ghiaccio volatile presente nel suo nucleo e non riesce più a creare la chioma e la coda tipiche di questi oggetti. Di fatto le comete quando si estinguono, diventano molto simili agli asteroidi, corpi celesti prevalentemente rocciosi e per natura privi di ghiaccio. 2003 EH1 infatti si trova ormai quasi sempre catalogato come asteroide. Scoperto nel 2003 dal Lowell Observatory in Arizona, durante il programma della NASA “LONEOS” (Lowell Observatory Near-Earth-Object Search) per la ricerca di asteroidi e comete vicine alla Terra, 2003 EH1 si presenta molto contenuto per dimensioni con un diametro di appena 3 km e impiega poco più di 5 anni e mezzo per compiere una rivoluzione attorno al Sole. Nei suoi ripetuti passaggi vicino al Sole, questa cometa ora estinta ha perso frammenti di sé accumulandoli via via nella zona del perielio, così che quando il nostro pianeta si trova a passare di lì, fa scoccare la scintilla che accende le stelle cadenti. All’impatto con l’atmosfera terrestre infatti, i minuscoli detriti si incendiano generando le meteore, improvvise scie luminose che sfrecciano nel cielo. Le stelle cadenti sembrano provenire da un punto chiamato “radiante” che, a seconda della costellazione in cui si trova, dà il nome allo sciame. Le Perseidi per esempio si chiamano così perché il loro radiante è nel Perseo, le Geminidi perché sta nei Gemelli, le Leonidi nel Leone e così via. Ma le Quadrantidi? Ebbene, questo sciame meteorico ha il suo radiante in una costellazione perduta, quella del Quadrante Murale, le cui stelle oggi appartengono alla costellazione del Bootes. Ma nel 1825 quando lo scienziato fiorentino Antonio Brucalassi si accorse per primo di questo sciame meteorico, la costellazione del Quadrante Murale esisteva ancora, perché sarebbe stata soppressa insieme ad altre solo nel 1922, anno in cui l’Unione Astronomica Internazionale battezzò le 88 costellazioni ufficiali della volta celeste. Le Quadrantidi oggi sono chiamate talvolta anche Bootidi. Lo sciame è attivo dal 26 dicembre al 16 gennaio con picco nella notte fra mercoledì 3 e giovedì 4 gennaio, notte in cui la Luna inaugura il primo quarto e impedisce così la totale oscurità che sarebbe la condizione ottimale per catturare le stelle cadenti. In ogni caso il chiarore si può considerare ancora non eccessivamente invasivo e l’unica vera sfida rimane quella di pazientare al freddo in attesa di intercettare una Quadrantide. Le ore vicine all’alba sono quelle favorite perché il radiante (AR 15h20m, DEC +49.7°) è prossimo alla massima altezza sull’orizzonte.
[ Ilaria Sganzerla ]
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