Il cielo del mese di dicembre

Cielo del mese

⭐️ CALENDARIO ASTRONOMICO DI DICEMBRE 2023
I fenomeni astronomici di dicembre 2023, con la visibilità di stelle, pianeti e costellazioni.

✨ L’anno si avvia alla sua conclusione con Giove che veglia per quasi tutta la notte come una sentinella piena di luce e lascia a Venere ammantata di splendore, preparare l’alba a est. ☄️ In dicembre poi sfrecciano in cielo delle stelle cadenti molto speciali perché non sono generate da una cometa ma da un asteroide, motivo per cui sono state a lungo misteriose. Si tratta delle Geminidi che, insieme alle Quadrantidi, sono lo sciame meteorico più intenso in cui si imbatte la Terra, con una frequenza al picco di 120 meteore all’ora, superiore alle Perseidi d’agosto. Quest’anno il massimo cade nella notte fra mercoledì 13 e giovedì 14 in concomitanza della Luna nuova e possiamo così osservarle alle migliori condizioni. ☀️ Venerdì 22 dicembre infine, il Sole raggiunge il punto più basso della sua orbita apparente, il solstizio d’inverno, dando inizio all’ultima stagione dell’anno.


☀️ SOLE
Si trova nella costellazione dell’Ofiuco e dal 19 in quella del Sagittario che ospita il solstizio d’inverno e dà il via alla nuova stagione. Al solstizio d’inverno, che quest’anno cade venerdì 22 dicembre, il Sole è nel punto più basso della sua orbita apparente e alla maggiore distanza dall’equatore celeste in direzione sud (v. sezione dedicata).


FASI DELLA LUNA

Ultimo quarto – martedì 5 h06.49
Nuova – mercoledì 13 h00.32
Primo quarto – martedì 19 h20.39
Piena – mercoledì 27 h01.33


PRINCIPALI EVENTI ASTRONOMICI DI DICEMBRE

1 05.00 Congiunzione Luna – Polluce 1,6°S
2 06.08 Congiunzione Luna – Presepe (M44) 3,9°N
4 02.18 Congiunzione Luna – Regolo 4,0°N
4 15.21 Mercurio alla massima elongazione est 21,3°
4 19.41 Luna all’apogeo 404.347 km
5 06.49 Luna all’ultimo quarto
8 15.45 Congiunzione Luna – Spica 2,2°N, visibile prima dell’alba a est
9 17.53 Congiunzione Luna – Venere 3,6°S, visibile prima dell’alba a est
13 00.32 Luna nuova
13 07.46 Mercurio stazionario moto retrogrado
14 17.25 Sciame meteorico delle Geminidi (ZHR 120) ☄️
16 19.52 Luna al perigeo 367.899 km
17 04.43 Nettuno in quadratura orientale
18 00.00 Congiunzione Luna – Saturno 2,5°S, visibile fino alle 21.00 del 17 a ovest.
19 14.14 Congiunzione Luna – Nettuno 1,3°S, visibile dopo il tramonto a sud
19 20.39 Luna al primo quarto
22 04.27 Solstizio d’inverno ☀️
22 15.22 Congiunzione Luna – Giove 2,6°N, visibile dopo il tramonto a sud-est
22 19.44 Mercurio in congiunzione inferiore
23 15.51 Congiunzione Luna – Urano 2,8°N, visibile dopo il tramonto a est
24 09.13 Congiunzione Luna – Pleiadi 1,0°S (occultazione), visibile dopo il tramonto a est, non più in occultazione
27 01.33 Luna piena
28 13.28 Congiunzione Luna – Polluce 1,7°S, visibile dopo il tramonto a est
29 14.31 Congiunzione Luna – Presepe (M44) 3,7°N, visibile dopo il tramonto a est
31 01.51 Giove stazionario moto diretto
31 10.32 Congiunzione Luna – Regolo 3,8°N, visibile dalle 22.00 a est


PIANETI

☿ MERCURIO si trova fino al 25 dicembre nella costellazione del Sagittario dove è di passaggio anche il Sole, dopodiché martedì 26 entra nell’Ofiuco. Nonostante a inizio mese – lunedì 4 – arrivi alla massima elongazione orientale la cui ampiezza è di 21,3°, Mercurio risulta particolarmente arduo da vedere. Non basta infatti la massima distanza angolare dal Sole, occorre anche un’inclinazione pronunciata dell’eclittica rispetto all’orizzonte e in dicembre l’eclittica è inclinata quel minimo che basta per consentire a Mercurio di apparire al tramonto qualche grado sopra l’orizzonte occidentale. In assenza di ostacoli in quella direzione, si può tentare, durante la prima settimana del mese, una brevissima osservazione di Mercurio che lunedì 4 è molto brillante con magnitudine -0,36. Successivamente non è più visibile perché sempre più vicino prospetticamente al Sole. Nel giorno del solstizio d’inverno, venerdì 22 dicembre, va in congiunzione inferiore con la nostra stella.

♀ VENERE continua a brillare sotto le sembianze di Lucifero, la “stella” del mattino. Il pianeta sorge infatti circa tre ore prima dell’alba rendendosi così visibile a est in quell’intervallo di tempo. Nonostante stia abbassando gradualmente la sua luminosità, Venere appare ancora splendente grazie alla sua magnitudine che si mantiene inferiore a -4. Nell’arco del mese passa da -4,19 a -4,04 magnitudini, mentre il suo diametro angolare si rimpicciolisce da 17,08” a 14,17”. Venere si trova nella costellazione della Vergine e lì sabato 9 dicembre la Luna va in congiunzione col pianeta, volgendo a esso un sottile spicchio illuminato al 15%. Lunedì 11 Venere si trasferisce nella Bilancia.

♂ MARTE prosegue il suo cammino lungo lo zodiaco, verso la costellazione dei Pesci, dove arriverà a maggio 2024 quando finalmente tornerà a mostrarsi dopo la lunga reclusione nella mitica “Botte degli Aloadi”… In dicembre si muove fra le costellazioni estive dello Scorpione, dell’Ofiuco, in cui entra mercoledì 6, e del Sagittario di cui varca i confini domenica 31.

♃ GIOVE beneficia ancora dell’opposizione di novembre ed è così osservabile per quasi tutta la notte. Si affaccia dalla costellazione dell’Ariete e durante il mese la sua magnitudine aumenta da -2,81 a -2,59, valori che mantengono molto alto lo splendore del pianeta. Giove infatti non passa per nulla inosservato: è l’oggetto più luminoso di tutto il cielo serale, dal diametro angolare di 47,87” che a fine mese scende a 44,02”. Venerdì 22 dicembre, giorno del solstizio d’inverno, splende vicino alla Luna che volge al pianeta la sua estesa porzione illuminata all’80%.

♄ SATURNO continua a dimorare nella costellazione dell’Aquario e possiamo vederlo per qualche ora dopo il tramonto in direzione sud-ovest. Il pianeta si sta lentamente allontanando dalla Terra e così lo vediamo sempre un po’ più piccolo e meno luminoso. Il suo diametro apparente che a inizio dicembre è di 16,90”, alla fine si riduce a 16,15”, mentre la sua luminosità cala da 0,87 a 0,95 magnitudini. La sera di domenica 17 possiamo vederlo qualche grado sopra la Luna che si presenta come una falce crescente illuminata al 27%.

♅ URANO brilla insieme a Giove nella costellazione dell’Ariete. È anch’esso reduce dall’opposizione di novembre e possiamo così osservarlo dal tramonto fin quasi al mattino. Ha una magnitudine media di 5,68 e dimensioni apparenti medie di 3,74”. Sabato 23 dicembre la Luna ormai tondeggiante va in congiunzione con Urano e al tramonto la coppia, separata di appena 3°, appare a est già alta in cielo. Tuttavia la visione del pianeta, possibile almeno con un binocolo, risulta difficoltosa perché disturbata dall’alone lunare.

♆ NETTUNO dopo un breve soggiorno nell’Aquario iniziato il 27 novembre, ritorna nei Pesci lunedì 11 dicembre mantenendosi sul confine tra le due costellazioni. Quasi di ottava magnitudine e con un diametro angolare di circa 2,5”, si offre all’osservazione dal tramonto quando è vicino alla culminazione, fino a circa mezzanotte. Domenica 17 la sua elongazione è di 90°, il che significa che le congiungenti Terra-Sole e Terra-Nettuno formano un angolo retto, configurazione planetaria chiamata quadratura. In particolare, essendo Nettuno a est del Sole, si dice che è in quadratura orientale e in questa circostanza, passa sul meridiano 6 ore dopo il Sole e si vede pertanto nella prima parte della notte. Martedì 19 infine Nettuno si trova in una stretta congiunzione con la Luna che inaugura il primo quarto.


✨ STELLE E COSTELLAZIONI
Le notti più lunghe dell’anno sono punteggiate da astri molto luminosi che aiutano a orientarsi in cielo. Al calar del Sole, l’orizzonte orientale esibisce già per intero la costellazione del Toro con le sue limpide Pleiadi e l’inconfondibile Aldebaran dal colore rosso-arancio, mentre più sopra splende Capella, la stella principale dell’Auriga che come Aldebaran è una gigante, ma non per età avanzata, in questo caso, bensì per nascita. Con una massa 2,5 volte quella del Sole, è una giovane stella di circa 500 milioni di anni che con la sua magnitudine di 0,05, è la sesta stella più brillante della volta celeste (e la terza nell’emisfero celeste settentrionale). Prima della mezzanotte sono sorti anche i Gemelli e Orione, altre costellazioni che concentrano nel loro perimetro alcuni fra gli astri più lucenti della volta celeste: Polluce e Castore nei Gemelli e Rigel e Betelgeuse in Orione, coppia quest’ultima di supergiganti, la prima di nascita e la seconda per “raggiunti limiti di età”. Lungo il meridiano domina invece la costellazione di Perseo dove brilla l’“occhio del demonio”, Algol, la prima variabile a eclisse scoperta dall’uomo. Vicino al confine con Cassiopea, è ben visibile il Doppio Ammasso del Perseo, conosciuto anche come h e Chi Persei, una coppia di ammassi aperti di magnitudine 3,80 che hanno la peculiarità di trovarsi ad appena mezzo grado l’uno dall’altro. Più spenta di ben trecento volte, è invece la nebulosa planetaria M76, detta anche Piccola Campana Muta che con la sua decima magnitudine, si affaccia sul confine occidentale di Perseo. Scendendo, troviamo il Triangolo con l’omonima galassia, la spirale M33 di magnitudine 5,72 e, a seguire, la debole costellazione dell’Ariete che nel I millennio a.C. ha ospitato l’equinozio di primavera, oggi migrato nei Pesci a causa della precessione degli equinozi. Ma con i Pesci ci siamo già addentrati nell’orizzonte occidentale dove si avviano a tramontare Pegaso, il Cigno con la sua Deneb e la Lira con Vega, la stella più luminosa dell’estate che in dicembre, seppur non a lungo, riusciamo a vedere insieme alla sua controparte invernale, Sirio, la stella più luminosa dell’inverno e dell’intera volta celeste. Se abbiamo l’orizzonte orientale e quello occidentale privi di ostacoli, al tramonto possiamo vedere Sirio accendersi a est e Vega a ovest, l’inverno che incalza insieme a ricordi d’estate.


☄️ 13-14 DICEMBRE: SCIAME METEORICO DELLE GEMINIDI
Dal 19 novembre al 24 dicembre è attivo lo sciame meteorico delle Geminidi che supera per intensità quello delle Perseidi, le famose lacrime di San Lorenzo che rigano le notti di metà agosto. Se al picco, di queste ultime ne possono cadere teoricamente fino a 100 all’ora, delle Geminidi ne possiamo contare, sempre in via teorica, fino a 120, un record uguagliato soltanto dalle Quadrantidi in gennaio. Le Perseidi, le Quadrantidi e le Geminidi sono i tre sciami meteorici più abbondanti in cui si imbatte la Terra durante il suo giro attorno al Sole. Ma se le prime due piogge meteoriche, così come le altre che si avvicendano durante l’anno, sono generate da comete, le Geminidi fanno eccezione perché il loro corpo progenitore è invece un asteroide: 3200 Phaethon del diametro di circa 5 km che passa al perielio ogni 524 giorni, avvicinandosi al Sole fino a 0,14 UA, ovvero fino a soli 21 milioni di chilometri, meno della metà di quanto faccia Mercurio quando arriva alla minima distanza dalla nostra stella!
Scoperto nel 1983, è stato chiamato Phaethon (Fetonte) come il figlio del Sole (il dio Helios dei Greci), proprio per l’avvicinamento estremo alla stella. A comporlo non sono dunque ghiaccio, roccia e polvere come avviene per le comete, ma roccia e metallo, ingredienti che richiedono una spiegazione diversa per la produzione delle minuscole particelle che aleggiano nello spazio e che al contatto con l’atmosfera terrestre si trasformano in stelle cadenti – le meteore – oppure in meteoriti se riescono a toccare il suolo.
Quando infatti una cometa si avvicina al Sole, il ghiaccio evapora sotto forma di gas inducendo anche frammenti rocciosi a staccarsi fino a formare una scia di polvere che, insieme a quella di gas ionizzato, accompagna la cometa e va anche a creare una regione che a ogni passaggio si arricchisce di detriti. Nel caso di Phaeton che, in quanto asteroide è carente di ghiaccio e non può emettere gas e dunque generare la scia di polvere, si è sempre pensato che riuscisse a produrla grazie alla sua superficie “friabile” per natura, la quale in prossimità del Sole si cuoce e si sgretola, un po’ come fa il letto di un fiume sottoposto a forte siccità. I ripetuti passaggi al perielio, oltre a formare la coda di polvere, vanno poi ad alimentare di detriti la regione da cui prendono vita le Geminidi. Ma a giugno 2023, nel quarantesimo anniversario della scoperta dell’asteroide, uno studio condotto dall’Università di Princeton utilizzando la Parker Solar Probe della NASA, ha svelato un meccanismo all’origine dello sciame meteorico completamente diverso. Fra gli scenari emersi, il più probabile sembra essere quello legato a un violento impatto avvenuto nel passato tra Phaeton e un asteroide più piccolo, che ha avuto come esito la formazione della nube di meteoroidi alla base delle Geminidi. Non un accrescimento graduale della regione spaziale dunque, ma una genesi pressoché istantanea. E mentre la ricerca a conferma dello studio prosegue, nella notte fra mercoledì 13 e giovedì 14 dicembre, le stelle cadenti delle Geminidi saranno al massimo della loro intensità. Il radiante, il punto da cui sembrano sprigionarsi è situato nella costellazione dei Gemelli nei pressi di Castore (AR 7h24m, DEC +32.3°) e sorge poco dopo il tramonto, rimanendo sopra l’orizzonte fino all’alba. Abbiamo così a disposizione tutta la notte per catturare queste particolari stelle cadenti che sono anche molto luminose. Quest’anno poi il picco è a ridosso della Luna nuova, la quale pertanto non arreca alcun disturbo. Non ci resta allora che imbacuccarci per bene e andare a caccia di Geminidi!


☄️ 22 DICEMBRE: SOLSTIZIO D’INVERNO
Circa a metà strada fra le deboli stelle Mu e X del Sagittario, cade il solstizio invernale, il punto dell’orbita apparente del Sole più distante dall’equatore celeste in direzione sud. Nel primo giorno d’inverno la nostra stella ha la declinazione minima di -23°27’ e durante il suo moto diurno traccia sull’orizzonte l’arco più contenuto dell’anno. Alla latitudine di Roma (41,9°N) il Sole raggiunge infatti un’altezza massima di 24,5° contro i 71,5° del solstizio d’estate. Questo implica che, giunto alla culminazione, il tratto celeste che deve percorrere prima di tramontare è molto più breve: il più breve dell’anno. Al solstizio d’inverno infatti sperimentiamo il giorno più corto dell’anno in termini di luce: la notte dura 15 ore e il dì solo 9. Quest’anno il primo giorno d’inverno scocca alle 4.27 di venerdì 22 dicembre e il Sole rimane sopra l’orizzonte 8h50m, una durata che in realtà si mantiene su questo valore anche qualche giorno prima e qualche giorno dopo la data del 22. Gli antichi Romani dicevano: “sol sistit” – da cui la nostra parola “solstizio” – che significa “il sole si ferma”, perché la risalita dell’eclittica dopo averne toccato il punto più basso, non è istantanea ma richiede alcuni giorni e per questo il Sole sembra come rimanere sospeso in cielo.
Il parallelo terrestre di latitudine uguale alla minima declinazione del Sole (-23°27’) si chiama Tropico del Capricorno perché il Capricorno è stata la costellazione che ha ospitato il solstizio invernale per quasi tutto il I millennio a.C., mentre la parola “tropico” deriva dal greco “trepein” che ha a che fare col verbo “volgere”, alludendo al movimento del Sole che inverte la rotta per risalire l’eclittica. Il fenomeno della precessione degli equinozi arretra di 50″ all’anno i punti cardinali delle stagioni lungo l’eclittica, così che oggi troviamo il solstizio d’inverno nella costellazione che precede il Capricorno, ovvero nel Sagittario. Infine, fra i molteplici aspetti legati a questa stazione particolare del Sole, mentre nel giorno degli equinozi la nostra stella, intersecando l’equatore celeste, sorge esattamente a est e tramonta esattamente a ovest, nei giorni dei solstizi, sorge e tramonta nei punti più distanti dell’anno dall’est e dall’ovest geografici. In particolare, alle latitudini italiane, nel primo giorno d’estate sorge quasi a nord-est e tramonta quasi a nord-ovest, mentre nel primo giorno d’inverno sorge quasi a sud-est (circa 122° in azimut contro i 115° dei Tropici) e tramonta quasi a sud-ovest (circa 237° in azimut contro i 244° dei Tropici).

[ Ilaria Sganzerla ]

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