Il cielo del mese – Luglio 2025
⭐️ CALENDARIO ASTRONOMICO DI LUGLIO 2025
I fenomeni astronomici di luglio 2025, con la visibilità di stelle, pianeti e costellazioni.
✨ Dopo il solstizio d’estate, quando il Sole ha toccato l’apice settentrionale della sua orbita apparente, in luglio il nostro pianeta passa per il punto più lontano dal Sole, l’afelio. Accade giovedì 3 quando saremo a circa 152 milioni di chilometri dal Sole. Osservando i pianeti invece, fra quelli principali dominano la scena Venere e Saturno, il primo visibile per un paio d’ore prima dell’alba, il secondo per la gran parte della notte, tanto che a fine luglio possiamo seguirlo da quando sorge fino al transito. Marte appare a ovest dopo il tramonto, sempre più basso sull’orizzonte, prossimo a far perdere le sue tracce, mentre l’ultima decade di luglio torna a mostrarsi Giove fra le stelle dei Gemelli prima dell’alba. Riguardo al “profondo cielo”, le costellazioni del Cigno, della Lira, di Ercole, dell’Ofiuco e dello Scorpione ci offrono un campionario cosmico straordinario e variegato: nebulose, resti di supernova, nebulose planetarie e moltissimi ammassi stellari, soprattutto globulari, impreziosiscono la volta celeste che in estate esibisce la porzione di Via Lattea più brillante. Sul finire del mese, nella notte fra lunedì 28 e martedì 29, hanno invece il loro picco le Delta Aquaridi, uno sciame meteorico piuttosto modesto che ci prepara a quello maestoso delle Perseidi d’agosto.
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☀️ SOLE
Si trova nella costellazione dei Gemelli e dal 20 in quella del Cancro. Giovedì 3 luglio la Terra è all’afelio, il punto della sua orbita più lontano dal Sole che rimane a circa 152 milioni di chilometri di distanza, pari a 1,017 UA. Nessun impatto sulle temperature perché a scaldare o a raffreddare il pianeta, non è la sua distanza dal Sole, ma l’inclinazione del suo asse di rotazione rispetto all’asse dell’orbita, che espone più o meno della metà del globo ai raggi solari.
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FASI DELLA LUNA
Primo quarto – mercoledì 2 h21.30
Piena – giovedì 10 h22.37
Ultimo quarto venerdì 18 h02.38
Nuova – giovedì 24 h21.11
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PRINCIPALI EVENTI ASTRONOMICI DI LUGLIO
2 21:30 Luna al primo quarto
3 14:32 Congiunzione Venere – Pleiadi (M45) 6,8°S, visibile a est prima dell’alba
3 21:55 Terra all’afelio (1,017 UA)
4 00:23 Congiunzione Luna (61%) – Spica 0,8°S, visibile a sud-ovest
4 03:01 Congiunzione Venere – Urano 2,4°S, visibile a est prima dell’alba
4 06:21 Mercurio alla massima elongazione est (26,0°)
5 01:58 Raggruppamento Venere, Urano, Pleiadi (M45) 6,6°, visibile a est dalle 03.30
5 04:28 Luna all’apogeo (404.626 km)
7 20:18 Congiunzione Luna (91%) – Antares 0,4°S, visibile a sud dopo il tramonto
10 22:37 Luna piena
12 07:39 Congiunzione Venere – Iadi (C41) 3,5°N, visibile a est prima dell’alba
14 05:53 Congiunzione Venere – Aldebaran 3,2°N, visibile a est prima dell’alba
14 14:31 Mercurio all’afelio (0,467 UA)
16 12:07 Congiunzione Luna (69%) – Nettuno 2,8°N, visibile a sud-est prima dell’alba
16 12:29 Congiunzione Luna (69%) – Saturno 3,8°N, visibile a sud-est prima dell’alba
18 02:38 Luna all’ultimo quarto
20 13:01 Congiunzione Luna (24%) – Pleiadi (M45) 0,8°N, visibile prima dell’alba a est
20 15:03 Congiunzione Luna (24%) – Urano 5,2°N, visibile prima dell’alba a est
20 15:51 Luna al perigeo (368.046 km)
21 21:24 Congiunzione Luna (12%) – Venere 7,1°N, visibile a est prima dell’alba
23 06:18 Congiunzione Luna (3%) – Giove 4,9°N, visibile a nord-est fra le 4.30 e le 5.00
24 21:11 Luna nuova
28 04:20 Sciame meteorico delle Delta Aquaridi (ZHR 20) ☄️
28 21:45 Congiunzione Luna (17%) – Marte 1,3°S, visibile a ovest
31 04:50 Mercurio in fase nuova
31 08:29 Congiunzione Luna (39%) – Spica 1,0°S, visibile a ovest fra le 22.00 e le 22.30 del 30
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PIANETI
☿ MERCURIO rimane per l’intero mese nella costellazione del Cancro. Venerdì 4 si trova alla massima elongazione est con una distanza prospettica dal Sole di 26° consentendo di distinguerlo agevolmente nel crepuscolo serale nei primi giorni del mese. Lunedì 14 Mercurio si trova alla massima distanza dal Sole, l’afelio, pari a circa 70 milioni di chilometri, mentre giovedì 31 è in fase nuova.
♀ VENERE brilla per quasi tutto il mese nella costellazione invernale del Toro che percorre dalle Pleiadi, passando per le Iadi e Aldebaran, fino ad arrivare in corrispondenza di Zeta Tau, l’astro sul corno meridionale, dopodiché il 31 si trasferisce nei Gemelli. Con le Pleiadi va in congiunzione giovedì 3, con le Iadi sabato 12 e con Aldebaran lunedì 14, tutte posizioni visibili prima dell’alba a est. Venere si leva attorno alle 3.00 di notte e rimane visibile in media per un paio d’ore prima che sorga il Sole. Seppure di splendore in diminuzione, è comunque molto luminoso con una magnitudine che nell’arco del mese passa da -4,14 a -3,99. Il suo diametro angolare invece cala da 17,77” a 14,40”. Lunedì 21 possiamo vederlo circa 10° a sud di una sottile falce di Luna al 12% con cui va in congiunzione la sera.
♂ MARTE dimora fra le stelle del Leone fino al 28 quando varca i confini della Vergine. È di colore arancio con magnitudine media 1,51 e dimensioni apparenti che nel mese diminuiscono da 4,85” a 4,43”. Il pianeta rosso appare a ovest dopo il tramonto e si vede al massimo per poco più di due ore a inizio luglio, che si riducono a una alla fine. Luglio è l’ultimo mese in cui possiamo osservare agevolmente Marte, poi in agosto sarà sempre più basso sull’orizzonte occidentale e tramonterà nel giro di poco. In luglio possiamo vederlo lunedì 28 verso le 22.00 in congiunzione con la Luna, che si affaccia in uno spicchio al 17%, 1,3° a sud di Marte.
♃ GIOVE si trova nei Gemelli che inizia ad attraversare diretto verso Castore e Polluce, le due stelle principali della costellazione nei cui paraggi giungerà sul finire di ottobre. Dopo la congiunzione col Sole di giugno, dobbiamo attendere che la sua elongazione sia di almeno 18° per rivederlo, ovvero fino all’ultima decade di luglio, quando sorge a nord-est prima dell’alba. Si vede al massimo per un’ora a fine mese con -1,91 magnitudini e diametro apparente medio di 32,46”. Fra le 4.30 e le 5.00 di mercoledì 23 possiamo vederlo vicino alla congiunzione con la Luna, appena accennata in una falce di luce al 3% che anticipa la fase nuova.
♄ SATURNO è il pianeta che si vede più a lungo insieme a Nettuno. Lo vediamo in media cinque ore da quando sorge, a cavallo della mezzanotte, fino all’alba, momento che a fine mese coincide più o meno con la sua culminazione. Saturno brilla nella costellazione dei Pesci al confine con l’Aquario e la Balena e sta riducendo la sua distanza dalla Terra, motivo per cui appare come un puntino che si fa gradualmente sia più luminoso, con una magnitudine che passa da 0,96 a 0,80, che più esteso con un diametro angolare che cresce da 17,71” a 18,62”. Mercoledì 16 prima dell’alba in direzione sud-est, possiamo vedere la Luna, prossima all’ultimo quarto, avviarsi alla congiunzione con Saturno che si trova un paio di gradi più a sud dalla parte illuminata del nostro satellite. Al telescopio, appena sopra Saturno possiamo vedere Nettuno.
♅ URANO è stabile nel Toro e prolunga la sua visibilità nelle ore che precedono l’alba. Se a inizio luglio lo vediamo a est per un’ora prima che sorga il Sole, alla fine levandosi all’1.30 circa, si offre per tre ore e mezzo. La sua magnitudine passa da 5,83 a 5,79, mentre le sue dimensioni angolari salgono da 3,47” a 3,54”. Durante la prima decade del mese brilla nella stessa zona di Venere che va in congiunzione con Urano venerdì 4, distanziandosi di 2,4° in direzione sud. Poco sopra splendono le Pleiadi, così che assistiamo anche a un particolare raggruppamento, tutti eventi che però necessitano almeno di un binocolo, perché Urano non è visibile a occhio nudo. Prima dell’alba di domenica 20 infine, possiamo vedere Urano prossimo alla congiunzione con la Luna che porge la sua falce illuminata al 24% alle Pleiadi, circa 4° più a est, sotto le quali scendendo di 3,5° si nasconde Urano.
♆ NETTUNO brilla nei Pesci molto vicino a Saturno, tant’è che i due pianeti sorgono e tramontano insieme. Nettuno e Saturno sono i pianeti che si vedono più a lungo. A inizio mese Nettuno sorge verso l’una e si presenta con magnitudine 7,76 e diametro angolare di 2,30”, mentre alla fine si leva verso le 23.00 ed è sia più luminoso con 7,72 magnitudini che più grande con un diametro apparente di 2,33”. A metà giornata di mercoledì 16 Nettuno si trova in congiunzione con la Luna e possiamo osservare la coppia prima dell’alba a sud-est; il nostro satellite in particolare volge a Nettuno – visibile al telescopio appena sopra Saturno – la sua porzione illuminata al 69%.
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✨ STELLE E COSTELLAZIONI
La Via Lattea si staglia nitida fra le costellazioni del Cigno, dell’Aquila, del Sagittario – dove ha il massimo splendore – e dello Scorpione, l’ultima costellazione visibile dalle nostre latitudini e lambita dalla scia luminescente nella sua parte meridionale. Questi gruppi di stelle appaiono al tramonto in direzione est e sud-est, preceduti da Ercole e dall’Ofiuco che sono già sul meridiano insieme alla testa dello Scorpione. Gli astri più brillanti dell’estate li troviamo qui: il più settentrionale è Deneb (m 1,25) nel Cigno, seguito da Vega (m 0,00) nella Lira e da Altair (m 0,75) nell’Aquila, che insieme formano il Triangolo Estivo, una triade che si impone per luminosità rendendosi un’utile guida all’orientamento celeste. La stella più vicina all’orizzonte è invece Antares (m 1,05) che a metà luglio culmina attorno alle 22.00. Un’altra stella famosa che però richiede l’uso del telescopio è la stella di Barnard nell’Ofiuco, celebre per essere la più veloce del firmamento con un moto proprio di 10,3 secondi d’arco all’anno. Si trova circa 3° a est di Beta Oph, la spalla sinistra del Serpentario, l’altro nome con cui è conosciuta la costellazione dell’Ofiuco. La stella di Barnard è anche la stella più vicina alla Terra fra quelle dell’emisfero boreale; dista 5,96 anni luce, un tratto molto breve che però non ci permette di vederla a occhio nudo, perché la stella di Barnard è una nana rossa, un astro con poca massa, piccolo e freddo, motivi per cui splende appena con una magnitudine apparente di 9,50.
Nel cielo di luglio non mancano numerosi e spettacolari oggetti di profondo cielo. Il Serpentario, così chiamato perché tiene in mano un serpente, a sua volta costellazione sovrapposta di cui vediamo la Testa e la Coda, ci conduce nella coda del rettile, dove al confine con lo Scudo e il Sagittario, si staglia la straordinaria nebulosa Aquila (M16, m 6,00) coi suoi Pilastri della Creazione, che visti da lontano evocano la forma del rapace. Fra gli oggetti più fotografati, c’è anche la nebulosa planetaria Anello (M57, m 8,80) nella Lira, una stella morta che, dopo aver attraversato la fase di gigante rossa, si è rimpicciolita in una nana bianca attorniata dai suoi involucri di gas, i quali nel frattempo si sono allontanati formando una sorta di bolla che dalla nostra prospettiva, ci appare come un bellissimo anello multicolore. La tridimensionalità di una nebulosa planetaria possiamo apprezzarla nella Volpetta, debole costellazione sotto la Lira e il Cigno, in cui riluce la splendida M27 (m 7,40), che per la sua forma è chiamata nebulosa Manubrio o Campana Muta. Nel Cigno troviamo invece ciò che è rimasto di una stella molto massiccia che ha concluso la sua vita esplodendo: è la nebulosa Velo, un ampio resto di supernova verso il centro dell’ala meridionale del Cigno che ha questo nome per via della sua quasi trasparenza e del suo aspetto filamentoso. Il Cigno è completamente immerso nella Via Lattea e non mancano nebulose vere e proprie, spesso a emissione come la celebre Nord America (NGC 7000, m 4,00) sotto Deneb, o la Crescente (NGC 6888, m 7,40), lungo la congiungente Albireo-Gamma Cyg. Spostandoci verso ovest, troviamo invece tre costellazioni ricche soprattutto di ammassi globulari, concentrazioni sferiche stipate di stelle antichissime che risalgono a quando l’universo aveva appena due miliardi di età: si trovano in Ercole, nell’Ofiuco e nello Scorpione. Ercole vanta il famosissimo ammasso M13 (m 5,80), molto facile da individuare lungo la congiungente Zeta-Eta Her, mentre a nord di Pi Her brilla invece M92 di magnitudine 6,40. Sotto Ercole, ecco l’ampio Ofiuco dai numerosi ammassi globulari. Segnaliamo M10, il più luminoso della costellazione (m 6,40) lungo l’asse Alpha-Zeta Oph, M14 (m 8,32) a est della congiungente Eta-Beta Oph che, a oltre 30.000 anni luce, è il più lontano fra quelli catalogati da Messier, e infine M62 (m 7,39), sul confine con lo Scorpione che ha invece la particolarità di essere leggermente deformato; si trova infatti nelle vicinanze del centro galattico e ne subisce così la forte attrazione gravitazionale. Nello Scorpione troviamo M4 (m 5,90) vicino ad Antares, mentre lungo la chela settentrionale, a metà strada fra Antares e Beta Sco, riluce il compatto M80 (m 7,87). La coda dello Scorpione è invece immersa nella Via Lattea, dove si trovano le stelle più giovani, spesso raggruppate in ammassi aperti. Dei molti, segnaliamo M6 (m 4,20) e M7 (m 3,30) verso il confine col Sagittario, il primo conosciuto come ammasso Farfalla per via della sua forma, e il secondo come ammasso di Tolomeo, perché l’astronomo di Alessandria nel II secolo d.C. riuscì a percepirlo.
L’estate astronomica ci cattura con tutta l’irruenza del suo profondo cielo, mentre a ovest tramontano il Leone e la Vergine che in primavera ci ha regalato il suo eccezionale campionario di galassie. Volgendoci a est invece, si annunciano le costellazioni di Pegaso, dell’Aquario e del Capricorno che ci avviano alla tarda estate.
☄️ LUNEDÌ 28 LUGLIO: SCIAME METEORICO DELLE DELTA AQUARIDI
Poco dopo la metà di luglio e per circa un mese, la Terra attraversa una regione cosparsa di frammenti cometari. Sono quelli della 96P/ Machholz, una cometa periodica scoperta nel 1986, che torna al perielio circa ogni cinque anni. L’ultimo avvicinamento è stato il 31 gennaio 2023, mentre il prossimo sarà il 12 maggio 2028. Attraversare una zona calcata da una cometa innesca il fenomeno emozionante delle stelle cadenti, scie luminose che all’improvviso tagliano il cielo; sono le “briciole” della cometa che a contatto con l’atmosfera terrestre, per attrito si incendiano. Le meteore, questo il nome scientifico, sembrano provenire da un punto che in questo caso si trova nei paraggi della stella Delta Aqr, motivo per cui le stelle cadenti di luglio si chiamano Delta Aquaridi. Si tratta di uno sciame meteorico non particolarmente abbondante; al picco, in condizioni perfette, si possono catturare fino a 20 meteore all’ora. Nella realtà molte meno, ma quest’anno abbiamo il privilegio di avere il cielo senza Luna nella notte del picco che cade la notte di lunedì 28 luglio. Il nostro satellite infatti tramonta prima che sorga il radiante, il punto di origine delle stelle cadenti, il quale culmina fra le 3.00 e le 4.00 di notte. Nello stesso periodo delle Delta Aquaridi è già attivo anche l’attesissimo sciame delle Perseidi, che sarà alla massima intensità in agosto, così che in luglio si sovrappongono due sciami diversi. Per distinguerli basta far caso alla direzione di provenienza delle stelle cadenti: se giungono da nord, abbiamo catturato una Perseide, se da sud ci siamo imbattuti in una Delta Aquaride.
[ Ilaria Sganzerla ]
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