Il getto emesso dal buco nero cannibale
Gli astronomi hanno utilizzato una rete di radiotelescopi per studiare in dettaglio un fenomeno particolare in una galassia lontana: un getto emesso da un buco nero supermassiccio che sta divorando una stella. Lo studio è stato pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Il team internazionale, guidato da Jun Yang (Onsala Space Observatory, Chalmers University of Technology, Svezia), ha studiato il getto nella sorgente conosciuta come Swift J1644 + 57 tramite l’European VLBI Network (EVN).
Quando una stella si avvicina troppo a un buco nero supermassiccio può essere distrutta con violenza. Circa la metà della materia della stella è attratta verso il buco nero e forma un disco attorno ad esso. Durante questo processo, grandi quantità di energia gravitazionale sono convertite in radiazione elettromagnetica, creando una sorgente luminosa visibile a diverse lunghezze d’onda. Una conseguenza spettacolare è che parte del materiale della stella, sottratto alla stella e raccolto attorno al buco nero, può essere espulso in fasci stretti di particelle a velocità prossime alla velocità della luce. Questi getti relativistici producono una forte emissione radio.
Questo evento di distruzione mareale è stato scoperto nel 2011 dal satellite Swift della NASA. La sorgente è stata identificata in una galassia lontana, così lontana che la sua luce ha impiegato circa 3,9 miliardi di anni per raggiungere la Terra. Jun Yang ed i suoi colleghi hanno ottenuto misurazioni ad alta precisione del getto proveniente da Swift J1644 + 57.
“Utilizzando la rete di telescopi siamo stati in grado di misurare la posizione del getto con una precisione di 10 microarcosecondi. Questo corrisponde ad osservare dalla Terra una moneta da 2 euro sulla superficie della Luna. Sono tra le misure più precise mai realizzate da radiotelescopi”, afferma Jun Yang. Grazie alla straordinaria risoluzione possibile con la rete di radiotelescopi, gli scienziati sono stati in grado di cercare segni di movimento nel getto, nonostante la sua enorme distanza. “Nel corso dei nostri tre anni di osservazioni le nostre immagini rivelano un’emissione molto compatta e statica. Non c’è moto apparente”, continua Jun Yang.
I risultati forniscono importanti informazioni su ciò che accade quando una stella è distrutta da un buco nero supermassiccio, ma anche su come si comportano i getti nell’ambiente circostante. Zsolt Paragi, un membro del team, spiega perché il getto sembra essere così compatto e costante. “Emissioni come queste di nuova formazione decelerano rapidamente quando interagiscono con il mezzo interstellare nella galassia. Inoltre, studi precedenti suggeriscono che stiamo osservando il getto da un’angolazione particolare, fatto che potrebbe contribuire all’apparente compattezza”, conclude.
[ Barbara Bubbi ]
https://www.ras.org.uk/news-and-press/2885-earth-size-telescope-tracks-the-aftermath-of-a-star-being-swallowed-by-a-supermassive-black-hole
Image credit: ESA/S. Komossa/Beabudai
Lascia un commento