Il Ritorno dell’Esopianeta-Cometa

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Un team internazionale di scienziati ha realizzato nuove osservazioni dell’insolito esopianeta GJ 436b, a circa 33 anni luce di distanza nella costellazione del Leone. Lo strano mondo alieno sta perdendo la sua atmosfera, tanto da lasciare dietro di sé un’enorme nube di idrogeno. Questa sorta di coda fornisce al pianeta l’aspetto di una gigantesca cometa.

Durante le precedenti osservazioni realizzate nel 2015 non era stato possibile osservare l’intera nube gassosa, la cui forma e dimensione complessiva erano stata dedotte in base a simulazioni numeriche. Grazie al nuovo studio, pubblicato su Astronomy & Astrophysics, gli scienziati hanno confermato le previsioni iniziali.

L’esopianeta GJ 436b è simile a Nettuno in dimensione e, osservato nell’ultravioletto, rivela un’enorme coda di gas. Il fenomeno, rilevato nel 2015 da astronomi dell’Università di Ginevra, potrebbe essere dovuto alla vicinanza del pianeta alla sua stella: impiega meno di tre giorni a completare l’orbita attorno alla nana rossa Gliese 436. GJ 436b perde parte della sua atmosfera ricca di idrogeno a causa dell’intensa radiazione stellare. L’atmosfera strappata via allo strano mondo con la coda rimane per qualche tempo attorno al pianeta sotto forma di un’enorme nube di gas, che assorbe radiazione ultravioletta dalla stella.

Il team aveva realizzato una simulazione, basandosi sui dati iniziali, secondo la quale la nube si allungava per decine di milioni di chilometri. Le nuove osservazioni, realizzate utilizzando il telescopio Hubble, hanno confermato le previsioni sotto ogni aspetto.

“È stato molto entusiasmante vedere che il pennacchio di idrogeno in fuga dal pianeta era realmente là, in linea con le previsioni, dal momento che sappiamo come si è formato”, ha detto Baptiste Lavie, a guida del team. Risolvere il mistero di questo raro fenomeno significa che i ricercatori sono in grado di comprendere come possa agire su altri esopianeti, alcuni dei quali ricevono una quantità anche maggiore di radiazione rispetto a GJ 436b. “Ci aspettiamo ancora più sorprese”, ha concluso Lavie con un sorriso.
[ Barbara Bubbi ]

https://www.sciencedaily.com/releases/2017/09/170914152314.htm

Credits: NASA, ESA, and G. Bacon (STScI)

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