La nuova immagine ultra profonda dell’Hubble – HDUV

HDUV-GOODSLa sconfinata immensità del cosmo… in una foto. La più profonda e dettagliata immagine dell’universo remoto riprende insieme 12.000 galassie neonate.

Cosa fareste se poteste manovrare i più potenti telescopi mai costruiti? Una buona idea potrebbe essere dirigerli tutti non verso un qualche oggetto particolare, ma verso una zona “vuota” di cielo, una piccola porzione di cielo priva di sorgenti visibili.
A che scopo? Anche una porzione “vuota” di cielo pullula in realtà di sorgenti remote, così piccole e deboli che si possono vedere soltanto portando al limite i telescopi più potenti. Riuscire a riprendere in dettaglio queste lontanissime sorgenti permette di fare quello che in geologia si chiama “carotaggio”: una scansione strato dopo strato per studiare la cronologia dell’universo fino alla sua giovinezza, quando le galassie avevano appena cominciato a formarsi.
Questo è ciò che gli astronomi hanno cominciato a fare fin dal 1995 puntando il Telescopio Spaziale Hubble nella zona di cielo che, nelle migliori foto disponibili all’epoca, risultava più sgombra di sorgenti. La zona selezionata si trova nell’Orsa Maggiore, non molto distante dal Polo Nord Galattico così da evitare l’interferenza di polvere, gas e altri oggetti appartenenti alla nostra galassia e poter studiare in dettaglio le zone più remote dell’Universo.
In questo modo nacque, quell’anno, il celebre Hubble Deep Field, col quale si riuscirono a riprendere oggetti fino a 12 miliardi di anni luce da noi, quando l’universo aveva un miliardo e mezzo d’anni d’età.
Gli astronomi, dopo aver individuato un analogo campo “vuoto” nell’emisfero celeste meridionale, nella costellazione della Fornace, hanno da allora continuato ad accumulare osservazioni di quelle stesse aree di cielo, prese con tutti i più potenti osservatori astronomici, ripresi anche nell’infrarosso.
L’ultimo perfezionamento di questo lavoro di “carotaggio” cosmico è stato pubblicato ad agosto, include dati osservativi nell’ultravioletto, si chiama HDUV (Hubble Deep UV) e fa parte dell’apposito programma di ricerca GOODS (The Great Observatories Origins Deep Survey). Il risultato potete vederlo nella foto che contiene, si stima, 12 mila galassie lontanissime in piena fase di formazione stellare. Alcune di esse le mostriamo in dettaglio per dare l’idea di quanto è ricca questa foto che riprende, lo ricordiamo, una zona di cielo “apparentemente vuota”.

[ Paolo Colona ]

Il sito del progetto HDUV – Hubble Deep UV Legacy Survey: http://www.astro.yale.edu/hduv/

Foto alla risoluzione originale: https://www.nasa.gov/sites/default/files/thumbnails/image/potw1835a.jpg

L’articolo su Facebook: https://www.facebook.com/accademia.dellestelle/photos/954668481395222

 

 

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