La Via Lattea ha una nuova, piccola compagna
Un team internazionale guidato da ricercatori della Tohoku University ha scoperto, utilizzando il telescopio Subaru, una galassia nana satellite della Via Lattea estremamente debole La galassia, chiamata Virgo I, si trova in direzione della costellazione della Vergine, ad una distanza di 280.000 anni luce dal Sole.
Potrebbe trattarsi della galassia nana satellite meno luminosa mai individuata finora nell’alone galattico. La scoperta suggerisce la presenza di un vasto numero di satelliti non ancora individuati simili a Virgo I, e fornisce importanti indizi sulla formazione galattica e sul ruolo della materia oscura.
Attualmente sono state identificate circa 50 galassie satellite della Via Lattea. Una quarantina sono deboli e diffuse e appartengono alla categoria delle galassie nane sferoidali. La maggior parte, individuate grazie alla Sloan Digital Sky Survey (SDSS) e alla Dark Energy Survey (DES), ha una magnitudine assoluta inferiore a -8 nella banda ottica.
Sorprendentemente, Virgo I, con una magnitudine assoluta di -0,8, potrebbe essere proprio la galassia satellite più debole osservata finora. Si tratta di una galassia, perché si estende con un raggio di 124 anni luce, più ampia di un ammasso globulare di luminosità paragonabile.
Secondo il professor Masashi Chiba la scoperta ha profonde implicazioni. “Questa scoperta implica che esistano nell’alone della Via Lattea centinaia di deboli galassie nane satelliti in attesa di essere individuate”, ha affermato. “Scoprire quante siano e quali siano le loro proprietà potrà fornirci indizi importanti per comprendere come si sia formata la Via Lattea e quale sia stato il contributo della materia oscura”.
Queste piccole compagne della Via Lattea ancora da individuare nel prossimo futuro avranno molto da raccontarci sulla storia della formazione della nostra galassia.
[ Barbara Bubbi ]
http://subarutelescope.org/Pressrelease/2016/11/21/index.html
Illustration credit: Tohoku University/NAOJ
Vera scoperta o nuova astronomia delle ‘forme intermedie’: tra il dibattito sul ‘Cane Maggiore’, l’origine controversa degli ammassi globulari come relitti della formazione galattica e residui di un alone galattico che ci assomigliano molto (il confronto non si fa forse rispetto all’estensione ed alla magnitudine dei globular cluster?), è un campo affascinante ma per lo più ancora oscuro sulla natura del nostro vicinato galattico.