Tre pianeti per una stella singola

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Quando si parla di esopianeti, è di fondamentale importanza conoscere le proprietà delle stelle attorno a cui orbitano. Per quanto riguarda la dimensione di un pianeta, caratterizzare con precisione la stella madre può fare la differenza nel comprendere se siamo di fronte a una piccola Terra o ad un pianeta gigante come Giove.

In particolare determinare la dimensione di un esopianeta dipende non solo dal raggio della stella attorno a cui orbita, ma anche dal fatto che una stella sia singola o abbia una compagna, come accade per circa la metà delle stelle in cielo.

Una stella particolarmente interessante e piuttosto vicina, chiamata TRAPPIST-1, ha catturato l’attenzione di un team di astronomi, nell’intenzione di determinare se fosse una stella singola come il Sole o avesse una compagna. Attorno a TRAPPIST-1 orbitano tre piccoli pianeti potenzialmente rocciosi, uno dei quali orbita nella zona abitabile, quindi potenzialmente potrebbe esistere acqua liquida sulla sua superficie.

Se un esopianeta orbita attorno a una stella in un sistema binario ma la luce catturata dal telescopio viene invece considerata come proveniente da una stella singola, il raggio reale del pianeta può essere più grande di quanto è stato misurato. La differenza può andare dal 10 percento a più del doppio, a seconda della luminosità della compagna nel sistema.

Per accertarsi del fatto che TRAPPIST-1 fosse solitaria, Steve Howell, scienziato dell’Ames Research Center a Moffett Field, California, ha condotto uno studio sulla stella, misurando le rapide variazioni nella luce emessa dalla stella causate dall’atmosfera terrestre e apportando le necessarie correzioni. I risultati hanno rivelato che il sistema TRAPPIST-1 è formato da una singola stella.

In questo modo sono stati confermati anche i transiti dei tre esopianeti e il fatto che questi abbiano dimensioni simili a quella della Terra.

“Sapere che un pianeta potenzialmente roccioso delle dimensioni della Terra orbiti nella zona abitabile di una stella a soli 40 anni luce da noi è una scoperta emozionante”, ha dichiarato Howell. “Il sistema TRAPPIST-1 continuerà ad essere studiato in grande dettaglio dal momento che questi pianeti in transito offrono una delle migliori opportunità di caratterizzare l’atmosfera di un mondo alieno”. Lo studio è stato pubblicato su The Astrophysical Journal Letters.

[ Barbara Bubbi ]

http://www.nasa.gov/feature/ames/kepler/know-thy-star-know-thy-planet

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