Transito di Venere del 2012
Il 6 giugno 2012 si è verificato il rarissimo Transito di Venere sul disco solare: il secondo (dopo quello dell’8 giugno 2004) e ultimo della nostra vita, dato che i prossimi transiti di Venere davanti al Sole avverranno l’11 dicembre 2117 e l’8 dicembre 2125.
Per cogliere l’occasione di osservare e fotografare questo eccezionale fenomeno, l’Accademia delle Stelle ha organizzato una piccola missione scientifica basata su due principi pratici: 1) ad Est la visibilità è migliore dato che il Sole sorge sul mare (dall’Italia il fenomeno durava solo un’ora dopo l’alba del Sole: dalle 5:30 alle 6:30 circa), 2) non si prenota un albergo in anticipo sul miglior luogo in assoluto (che sarebbe stato il valico sopra Prati di Tivo, a 1600 metri) perchè bisogna essere in grado di muoversi in base al meteo in caso di perturbazioni. La seconda considerazione si è rivelata fondamentale per il successo dell’impresa.
Alla luce di ciò l’appuntamento dei partecipanti è stato a Roma alla mezzanotte tra 5 e 6, ovvero 5,5 ore prima del momento in cui il Sole con Venere in transito sarebbe comparso all’orizzonte.
Dopo aver confrontato le previsioni offerte da 8 siti diversi, tutti concordi nel dare cielo completamente sereno a Roseto degli Abruzzi, ci siamo diretti lì. Superato lo spartiacque appenninico, alle nostre spalle abbiamo osservato le cime del Gran Sasso “incappucciate” dalle nuvole: buona l’idea di non fissare l’osservazione a Prati di Tivo.
Tuttavia le previsioni iniziano a cambiare: i siti danno peggioramento nelle zone fronte mare: arriviamo a Roseto con previsioni divenute ormai pessime: nebbie e copertura nuvolosa nelle ore di visiblità del transito.
Una ricerca concitata mostra che molto più a Sud, a Ortona, le condizioni rimangono ideali. Uno sguardo all’orologio ci rassicura: abbiamo tempo sufficiente per andare fin lì e montare gli strumenti prima dell’alba.
Mentre ci muoviamo verso Ortona (con problemi dovuti a ingressi chiusi in autostrada), le previsioni cambiano ancora!
Controllando continuamente ogni risorsa meteo nota e disponibile sul web, a solo due ore dall’alba, scoviamo la zona che ha le migliori chances di cielo completamente sereno: è Chieti.
L’individuazione del luogo preciso dove fermarci si ottiene con lo studio analitico delle carte altimetriche della zona e il confronto con le immagini da satellite per capire se c’è la giusta visibilità in direzione NE, e lo spazio necessario per montare gli strumenti nel punto ideale.
La località designata è la “Villa degli Ulivi”, sul massimo rilievo a NE di Chieti. Un’ora di sopralluogo affannoso, esteso e minuziosissimo della località tuttavia NON evidenzia nessun sito adatto all’allestimento della postazione osservativa: il problema più diffuso sono gli alberi che chiudono la visuale in direzione della levata solare, ma la presenza di cani, cantieri, ostacoli per l’automobile (necessaria vicina per l’alimentazione elettrica), recinzioni di proprietà private eccetera ci precludono altrettanti siti ideali.
Mentre il cielo inizia seriamente a schiarirsi ad Est a causa dell’aurora, ci spostiamo sull’altura seguente (in direzione dell’alba, cioè a NE), occupata dall’ospedale Villa Pini.
Nel suo ampio parcheggio troviamo un angolo propizio per seguire la maggior parte del fenomeno in tutta tranquillità. Tuttavia il sito ha un handicap gravissimo: NON vede l’orizzonte Est a causa di un caseggiato abbandonato, come si vede in questa foto (il fabbricato scuro sotto la “E”).
Mentre Daniele Fava Messina (la colonna portante della logistica del viaggio!), prepara i telescopi, il presidente Paolo Colona si porta in esplorazione del caseggiato in cerca di una finestra aperta ad Est, perlustrazione che porta all’individuazione di questo unico e preciso luogo osservativo, dal quale, tra muro e albero, si riesce a traguardare un ristrettissimo angolo di orizzonte a Nord Est (siamo a giugno, a dieci giorni dal solstizio estivo: il Sole è attorno alla massima amplitudine ortiva settentrionale)
Giunto il momento della levata del Sole, insieme a Elisa Fava Messina, Marco Paternostro e Eleonora Spiller, iniziano le osservazioni dal caseggiato. Come si vede nello scatto (di Eleonora), il telescopio che ha fatto le seguenti foto è tenuto in mano e poggiato ad una insicura balaustra di legno che protegge la tromba delle scale. Nonostante le condizioni veramente avverse, i risultati premiano la tenacia del gruppo!
Foto del transito di Venere sul disco del Sole scattata 50 secondi dopo la precedente, con gli stessi dati tecnici. Per il fenomeno della “fata Morgana” Venere appare sdoppiata. Sotto il Sole si nota un “raggio rosso” prodotto sempre dalla riflessione della luce su strati d’aria a differente temperatura. Questa è una delle foto pubblicate il giorno stesso sul sito dell’ANSA.
Il Sole sale, la turbolenza atmosferica è ancora forte e così lo schiacciamento del disco dovuto alla rifrazione differenziale, ma sono cessate le deformazioni dovute a strati d’aria di differente densità ed è anche molto diminuito l’assorbimento atmosferico. Per questo motivo è stato necessario, per riuscire a riprendere il Sole senza filtro, che Marco ponesse una mano aperta davanti all’obbiettivo del telescopio!
L’emozione per le prime foto è grandissima! Eleonora immortala col telefonino il display della fotocamera con una immagine del disco di Venere davanti al Sole. Ad appena pochi minuti dalla levata del Sole, un’immagine del transito era già stata postata sulla pagina Facebook dell’Accademia delle Stelle!
Il Sole sale rapidamente in cielo e non è più possibile riprenderlo senza filtro, nemmeno frapponendo “mani” davanti all’obbiettivo. Dobbiamo quindi lasciare rapidamente la nostra postazione improvvisata (e precaria) e affrettarci per settare gli strumenti con un filtro adeguato: abbiamo meno di un’ora prima che Venere esca fuori dal disco solare ponendo fine al transito!
Appena finito l’evento, il gruppo, stanco ma felice, ha consumato una lauta colazione al bar prima di tornare nella Capitale.
Bellissima esperienza e, solo per questa volta, per rivedere di nuovo il transito di Venere, non si può dire… “Alla prossima!”
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