Cielo del Mese – Febbraio 2022
CIELO DI FEBBRAIO 2022 – I fenomeni astronomici di febbraio 2022, con la visibilità di stelle, pianeti e costellazioni.
Durante il mese di febbraio l’aumento della luce diurna comincia ad essere ben percepibile. Alla fine del mese infatti possiamo godere di più di un’ora di luce, a scapito naturalmente delle ore notturne, teatro del firmamento. L’impatto maggiore riguarda la durata della visibilità dei pianeti principali, Venere, Marte e Giove, dato che sono tutti visibili nelle luci del crepuscolo: i primi due sorgono all’alba, mentre Giove tramonta poco dopo il Sole e oltretutto (nella seconda metà del mese svanisce nella luce solare, in quanto diretto verso la congiunzione di inizio marzo). Saturno invece è invisibile per tutto il mese trovandosi in congiunzione col Sole il 4 febbraio. Torneremo a vedere i due pianeti sul far dell’alba in primavera.
Le costellazioni sulle quali la notte un po’ più breve non ha (per adesso) effetti significativi sono quelle dell’ESAGONO INVERNALE, il grande asterismo formato dalle stelle più splendenti della volta celeste (di cui, restringendo il campo al nostro emisfero boreale, l’inverno ne possiede ben dieci sulle diciannove di prima grandezza che si avvicendano nel corso dell’anno). A comporre l’esagono celeste troviamo, partendo dall’alto e in senso orario, CAPELLA nell’Auriga, ALDEBARAN che dona al Toro un occhio fiammeggiante, RIGEL, intensa luce azzurra in Orione, SIRIO, la stella più luminosa dell’intera volta celeste con magnitudine -1,46 nel Cane Maggiore, PROCIONE nel Cane Minore, il cui nome di origine greca indica che si leva prima di Sirio e infine POLLUCE che, insieme a CASTORE, indica i Gemelli celesti. Betelgeuse infine si pone come un prezioso rubino quasi al centro dell’asterismo, un esagono che la Via Lattea taglia quasi a metà entrando da Capella e uscendo fra Sirio e Procione. Non mancano infine numerosi oggetti di profondo cielo particolarmente suggestivi e celebri come la Nebulosa Rosetta nell’Unicorno che, insieme alla Nebulosa Cono, piedistallo fumoso su cui poggia rovesciato l’ammasso aperto Albero di Natale, in febbraio culminano prima della mezzanotte. Orione invece continua a offrirci i suoi tesori rappresentati dall’omonima Grande Nebulosa (M42, visibile perfino a occhio nudo) e dalla Testa di Cavallo, mentre la punta del corno meridionale del Toro indicata dalla stella Zeta Tau, ci guida su M1, lo spettacolare e storico resto di supernova conosciuto anche come Nebulosa del Granchio. Tranne l’ultima (e ovviamente M42), tutte queste nebulose sono difficili da osservare con strumenti amatoriali e si rivelano in tutto il loro splendore solo in fotografia.
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SOLE
Si trova nella costellazione del Capricorno e dal 17 in quella dell’Acquario.
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FASI DELLA LUNA
Nuova – martedì 1 h06.45
Primo quarto – martedì 8 h14.49
Piena – mercoledì 16 h17.56
Ultimo quarto – mercoledì 23 h23.31
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PRINCIPALI EVENTI ASTRONOMICI DI FEBBRAIO
1 06.45 Luna nuova
2 22.09 Congiunzione Luna – Giove 4,3°S, visibile dopo il tramonto.
3 22.11 Congiunzione Luna – Nettuno 3,9°S, visibile dopo il tramonto.
4 05.35 Mercurio stazionario moto diretto
4 19.33 Saturno in congiunzione col Sole
4 20.22 Saturno all’apogeo 10.898 UA (1.630,4 km)
7 20.37 Congiunzione Luna – Urano 1,2°S (occultazione)
8 14.49 Luna al primo quarto
9 06.40 Inizio miglior visibilità di Mercurio all’alba
9 10.02 Congiunzione Luna – Pleiadi (M45) 4,1°S, visibile dopo il tramonto.
10 05.31 Congiunzione Luna – Iadi 6,8°N, visibile dal tramonto del 9 fino a circa le 2.00 del 10.
10 09.51 Congiunzione Luna – Aldebaran 6,7°N, visibile dal tramonto del 9 fino a circa le 2.00 del 10.
11 03.38 Luna all’apogeo (404.896 km)
13 02.18 Congiunzione Venere – Marte 6,6°N, visibile prima dell’alba.
13 06.30 Raggruppamento Mercurio, Venere e Marte
14 00.27 Congiunzione Luna – Polluce 2,6°S
15 01.25 Congiunzione Luna – Presepe (M44) 3,5°N
16 17.56 Luna piena
16 21.58 Mercurio alla massima elongazione ovest 26,3°
16 18.45 Congiunzione Luna – Regolo 4,8°N
18 15.00 Mercurio al nodo discendente
20 20.33 Congiunzione Luna – Spica 5,2°N, visibile dalle 23.00.
23 23.31 Luna all’ultimo quarto
24 06.49 Congiunzione Luna – Antares 3,4°N, visibile prima dell’alba.
26 23.17 Luna al perigeo (367.785 km)
27 06.00 Allineamento Luna, Marte e Venere
28 23.49 Mercurio all’afelio 0,46667 UA
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PIANETI
MERCURIO si vede prima dell’alba e il 9 inizia uno dei migliori periodi di visibilità di tutto l’anno. Dimora nel Sagittario fino al 15 febbraio quando passa nel Capricorno. Il 16 febbraio raggiunge la massima elongazione ovest, ovvero la sua distanza angolare dal Sole diventa massima – quella di febbraio arriva a 26,3° – e così questo pianeta, particolarmente difficoltoso da distinguere per la sua vicinanza alla stella, si offre nelle migliori condizioni di visibilità. Questo è anche più o meno l’ultimo giorno in cui è possibile vederlo con sufficiente agio, perché il progressivo anticipo dell’alba limita alquanto la sua osservazione. In particolare a partire dal crepuscolo mattutino del 9 febbraio inizia la miglior visibilità di Mercurio, agevolata dalla marcata inclinazione dell’eclittica rispetto all’orizzonte. Dal 9 al 16 febbraio, il diametro angolare di Mercurio si rimpicciolisce da 7,93” a 6,97”, mentre aumenta il suo splendore passando da 0,22 a 0,08 magnitudini. Verso le 6.30 del 13 febbraio, in assenza di ostacoli in direzione est, possiamo guardare Mercurio in un raggruppamento che forma con Marte e Venere, che si trovano più sopra e dai quali dista angolarmente 14°. Il 28 febbraio infine, Mercurio si trova all’afelio, la massima distanza (vera!) dal Sole che ammonta a circa 70 milioni di chilometri.
VENERE è in questo periodo “stella del mattino” e brilla dalla costellazione del Sagittario da cui si lascia vedere mediamente per un’ora e mezza a est prima dell’alba. In febbraio il pianeta si offre in condizioni di ottima visibilità per diversi motivi. Dopo aver toccato il perigeo a inizio gennaio infatti, Venere si trova ancora relativamente vicino alla Terra, condizione che in cielo lo fa spiccare come un vero e proprio “faro”; il suo diametro angolare medio si aggira sui 39,6”, passando nell’arco del mese dal valore massimo di 48,9” a quello minimo di 31,9”. In febbraio inoltre Venere raggiunge lo splendore più alto dell’anno. In particolare dal 4 al 10, la sua magnitudine tocca il valore minimo (equivalente alla luminosità massima) di -4,89. La sua distanza angolare dal Sole infine cresce progressivamente raggiungendo il 28 l’elongazione di 44,7°, valore ormai vicino a quello massimo che toccherà sul finire di marzo. Prima dell’alba del 13 febbraio, possiamo vederlo in un raggruppamento con Marte, circa 5,5° più sotto e col quale è stato in congiunzione nella notte, e con Mercurio sorto da poco, mentre il 27, prima dell’alba, si offre in un suggestivo allineamento con Marte e un sottile spicchio di Luna calante che sta sorgendo.
MARTE sta lentamente uscendo dal suo lungo periodo di invisibilità (la mitica botte degli Aloadi) e si trova nel Sagittario non lontano da Venere, dal quale ha una distanza angolare media di circa 7°, separazione che si riduce a 6,6° il 13 febbraio quando, nel cuore della notte, i due pianeti ancora sotto l’orizzonte, sono in congiunzione. Aspettando le 6.30, quando è sorto anche Mercurio, possiamo vedere i tre pianeti formare un raggruppamento, dove Marte si presenta come un punto dall’inconfondibile tonalità arancio, di magnitudine 1,33 e diametro angolare 4,7”, valori entrambi vicini alla media di febbraio. Nel crepuscolo mattutino del 27 infine, Marte è al centro di un suggestivo allineamento formato dalla Luna, di cui appare un sottile spicchio calante vicino all’orizzonte est, e da Venere, al massimo del suo splendore, che scorta come una seconda sentinella, il pianeta rosso.
GIOVE si trova nell’Acquario e febbraio è il mese in cui scompare alla vista, perché è ormai prossimo alla congiunzione col Sole del 5 marzo. Di fatto, possiamo vederlo a ovest, dopo il tramonto, fino a metà mese e al massimo per un’ora o poco più all’inizio di febbraio, quando la sua elongazione è di 24,5°; già il 15 si trova a una distanza angolare dal Sole di 13,7° e molto basso sull’orizzonte, così che è ancora possibile vederlo grazie alle sue -2,04 magnitudini, ma solo a condizione di non avere ostacoli lungo la linea di vista. In occasione della congiunzione col Sole, Giove sarà anche all’apogeo e a partire dal 22 febbraio, il suo diametro apparente tocca il valore minimo dell’anno di 33,0° che manterrà fino a metà marzo. Prima di svanire nella luce solare, Giove ci dà un appuntamento con la Luna con cui va in congiunzione il giorno 2, qualche ora dopo che la coppia è tramontata. Alle 18.30, prima che i due pianeti scendano sotto l’orizzonte, possiamo godere di una suggestiva visione in cui Giove, da una distanza angolare di circa 5°, sovrasta la Luna di cui appare un sottilissimo bordo di luce che la illumina al 3%. Il gigante del Sistema Solare tornerà a mostrarsi sul finire di aprile a est prima dell’alba.
SATURNO si mantiene nel Capricorno, ma già dalla fine di gennaio non si vede perché prossimo alla congiunzione col Sole, posizione che raggiunge il 4 febbraio. In questa circostanza, la Terra, il Sole e Saturno sono allineati, con il Sole che si pone fra noi e il pianeta, il quale risulta così prospetticamente dietro la nostra stella. All’atto pratico, significa che i suoi orari di alba e tramonto sono molto simili a quelli del Sole e dunque Saturno si trova sempre immerso nella sua luce. Tornerà timidamente ad affacciarsi sopra l’orizzonte, stavolta orientale, verso fine marzo prima dell’alba. Sempre il 4 febbraio infine raggiunge l’apogeo, il punto più distante dalla Terra a 10,898 UA, più di un miliardo e seicento milioni di chilometri.
URANO, visibile almeno con un binocolo, è stazionario nell’Ariete al confine con la Balena e appare ben alto in cielo dopo il tramonto del Sole in direzione sudoccidentale, lasciandosi osservare al massimo fino alla mezzanotte con una magnitudine media di 5,84. Il pianeta si sta allontanando dalla Terra e avvicinando lentamente alla congiunzione col Sole del 5 maggio, motivo per cui riduce progressivamente sia la sua permanenza sopra l’orizzonte, sia il suo diametro angolare che passa dai 3,57” di inizio febbraio ai 3,49” della fine. Il giorno 7 possiamo assistere alla sua occultazione da parte della Luna, imminente al primo quarto che, a partire dalle 20.30, nasconde il pianeta dietro la sua metà oscura, anticipandone per così dire il tramonto.
NETTUNO è stabile nell’Acquario al confine coi Pesci e in particolare si trova nei pressi del pesce occidentale. Appare al tramonto del Sole a sudovest e, come Giove, è diretto verso la congiunzione con la nostra stella che toccherà il 13 marzo, otto giorni dopo Giove. In febbraio di conseguenza la sua visibilità è ridotta alla prima metà del mese, quando la sua elongazione di 25° e la sua altezza di 8,5° ne consentono ancora un’ultima visione, seppur molto limitata in termini di durata; il 15 Nettuno si concede infatti per meno di mezz’ora, per cui vale la pena osservarlo nei primi giorni del mese quando ha ancora una separazione dal Sole di circa 38°. Dobbiamo attendere la seconda metà di aprile per rivedere Nettuno sorgere prima dell’alba. L’avvicinamento alla congiunzione col Sole minimizza anche la luminosità del pianeta la cui magnitudine apparente, a partire dal 4 febbraio, è la più alta dell’anno con un valore di 7,83. All’evento è legata infine la distanza di Nettuno dalla Terra che nell’arco del mese aumenta di oltre 30 milioni di chilometri, con ripercussioni sulla sua dimensione apparente che passa da 2,23” a 2,21”. Nonostante la compromessa visibilità del pianeta in questo mese, Nettuno ci offre un ultimo appuntamento prima di immergersi nella luce solare, il 3 febbraio, quando possiamo vederlo a 5,3° nord dalla Luna, illuminata all’8,2%, con cui sta per andare in congiunzione dopo essere tramontato.
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STELLE E COSTELLAZIONI
Le costellazioni che culminano in febbraio nella fascia oraria 21.00-24.00 sono il Cane Maggiore, l’Unicorno, il Cane Minore e i Gemelli. Ognuna di queste costellazioni possiede stelle di prima grandezza o nebulose entrate nelle classifiche di immaginarie hit cosmiche. È il caso dell’Unicorno che un paio di gradi a est della stella Epsilon Mon, vede sbocciare a 5.000 anni luce di profondità una splendida rosa rossa, talmente somigliante al fiore, da ricevere il nome di Nebulosa Rosetta, una nube di gas fra le più estese del firmamento, accesa dal giovane ammasso aperto NGC 2244 e potenzialmente visibile a occhio nudo (sotto cieli di assoluta oscurità, altrimenti solo al binocolo) con le sue 4,80 magnitudini. Verso il confine coi Gemelli, in direzione della stella Xi Gem, la costellazione dell’Unicorno esibisce anche un’altra nebulosa, la Cono, una nube oscura che si innalza per ben sette anni luce, quasi la distanza che ci separa da Sirio, e che possiamo vedere grazie alla nebulosa a emissione che vi sta dietro e sulla quale si staglia. Sulla sommità di questo colossale cono, brillano le luci di un Albero di Natale, che altro non è che un ammasso di stelle che la natura ha curiosamente disposto nella forma di un abete che si mostra proprio in inverno, anche se capovolto. Le altre tre costellazioni invece si distinguono per le loro fulgide stelle, a partire dal Cane Maggiore che vanta l’astro più luminoso dei due emisferi, Sirio, una stella di sequenza principale come il Sole, ma di colore bianco che, anche grazie ai soli 8,6 anni luce di distanza, raggiunge la magnitudine record di -1,4. Il Cane Minore invece spicca grazie a Procione, la sesta stella più brillante del nostro emisfero di magnitudine 0,4, il cui nome di origine greca si deve alla sua levata che anticipa quella di Sirio; letteralmente infatti significa “prima del Cane”, dove il Cane per gli antichi era la stella Sirio. I Gemelli infine sono illuminati da Polluce e Castore, rispettivamente la tredicesima e la diciassettesima stella più luminosa del cielo boreale, di magnitudine 1,2 e 1,6. Con un telescopio amatoriale Castore si sdoppia mostrando una natura binaria, che però non svela ancora del tutto l’identità di questa stella che è in realtà un sistema triplo, ciascuno composto da una coppia di stelle, così che in Castore sono riunite ben sei luci!
[ Ilaria Sganzerla ]
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