Cielo del mese – aprile 2023

2023-04-Cielo-di-aprile⭐️ CALENDARIO ASTRONOMICO DI APRILE 2023
I fenomeni astronomici di aprile 2023, con la visibilità di stelle, pianeti e costellazioni.

Torna Saturno! Dopo oltre due mesi di assenza, l’elegante pianeta da metà aprile riaffiora a est nel crepuscolo del mattino coi suoi anelli inclinati. Dopo il tramonto invece Venere, già ammantato di grande splendore, si veste ancora più di luce e fa mostra di sé elevandosi giorno dopo giorno: siamo dinanzi al pianeta o alla dea? Marte al contrario si affievolisce lentamente, ma rimane ancora un punto ben visibile fino a notte inoltrata. Manca all’appello Giove che l’11 aprile va in congiunzione col Sole; in compenso però il giorno dopo inizia la miglior visibilità di Mercurio al tramonto, grazie alla sua massima elongazione est. Nella seconda metà del mese infine tornano le Liridi, le stelle cadenti di primavera che nella notte fra il 22 e il 23 aprile hanno il loro picco. Questo sciame meteorico incuriosisce per la strana posizione del suo radiante e per la domanda che la cometa di origine, passando nello stesso anno della Grande Cometa del 1861, ha suscitato.


☀️ SOLE
Si trova nella costellazione dei Pesci e dal 20 in quella dell’Ariete, la prima costellazione dello zodiaco in cui anticamente cadeva l’equinozio di primavera, il capodanno delle prime civiltà. Lo stesso giorno il Sole va incontro a un’eclissi ibrida, un fenomeno molto raro che si verifica quando la Terra attraversa l’area in cui l’ombra della Luna incontra la sua antiombra, circostanza che unita alla curvatura della Terra, fa sì che l’eclissi si presenti anulare o totale a seconda della posizione dell’osservatore lungo il percorso dell’eclissi centrale. L’evento raro e anche complesso non però è visibile dall’Italia. A poterlo osservare sono i Paesi del sud-est asiatico e l’Australia.


FASI DELLA LUNA

Piena – giovedì 6 h06.34
Ultimo quarto – giovedì 13 h11.11
Nuova – giovedì 20 h06.12
Primo quarto – giovedì 27 h23.20


PRINCIPALI EVENTI ASTRONOMICI DI APRILE

1 03.55 Saturno al minimo splendore dell’anno (m = 0,95)
2 11.00 Congiunzione Luna – Regolo 4,6°N, visibile dopo il tramonto
6 06.34 Luna piena
6 20.22 Congiunzione Luna – Spica 3,3°N, visibile dopo le 21.00
10 09.24 Congiunzione Luna – Antares 1,5°N, visibile prima dell’alba
11 00.11 Congiunzione Venere – Pleiadi 2,6°S, visibile dopo il tramonto
11 23.49 Giove in congiunzione col Sole ♃☀️
12 01.02 Mercurio alla massima elongazione est 19,5°. Inizio miglior visibilità di Mercurio al tramonto
13 11.11 Luna all’ultimo quarto
14 00.12 Giove alla massima distanza dalla Terra (5,955 UA) ♃
16 04.21 Luna al perigeo (367.966 km)
16 06.48 Congiunzione Luna – Saturno 3,5°S, visibile prima dell’alba senza ostacoli in direzione est
17 18.53 Venere al perielio 0,718 UA
20 06.12 Luna nuova
20 07.16 Eclissi solare ibrida (non visibile dall’Italia)
21 16.28 Raggruppamento Luna, Mercurio e Urano, visibile con difficoltà dopo il tramonto
22 12.49 Congiunzione Luna – Pleiadi 1,8°S (occultazione), visibile dopo il tramonto non più in occultazione
23 05.49 Sciame meteorico delle Liridi (ZHR 18) ☄️
23 16.02 Congiunzione Luna – Venere 1,3°N, visibile dopo il tramonto
26 05.18 Congiunzione Luna – Marte 3,2°N, visibile dopo il tramonto
26 21.03 Congiunzione Luna – Polluce 1,5°S
27 22.48 Congiunzione Luna – Presepe (M44) 4,1°N
27 23.20 Luna al primo quarto
28 08.42 Luna all’apogeo (404.299 km), apogeo minimo dell’anno
29 18.59 Congiunzione Luna – Regolo 4,6°N, visibile dopo il tramonto


PIANETI

☿ MERCURIO appare a ovest dopo il tramonto nella costellazione dei Pesci, che lascia il 3 per entrare in quella dell’Ariete. Mercoledì 12 aprile si trova alla massima elongazione est, ovvero nel punto a oriente prospetticamente più lontano dal Sole. In questo punto Mercurio forma un angolo col Sole e la Terra che, per via dell’ellitticità della sua orbita, varia da 18° a 28°. Il 12 aprile la massima elongazione est è di 19,5° e Mercurio brilla con magnitudine 0. Inizia così il periodo di miglior visibilità del pianeta sia per luminosità, essendo lontano dal bagliore solare, sia per durata dell’osservazione che, grazie alla massima distanza angolare dal Sole unita alla forte inclinazione dell’eclittica sull’orizzonte, arriva fino a un’ora.

♀ VENERE è visibile in media per tre ore dopo il tramonto e si impone nel cielo occidentale col suo splendore che nel mese di aprile sale da -4,01 a -4,14 magnitudini. Al calar del Sole appare come un punto deciso fra le stelle dell’Ariete fino al 7 quando varca i confini del Toro nella zona delle Pleiadi, le “sette sorelle” con le quali va in congiunzione martedì 11. Venere, in fase calante ma ancora ben illuminato, si sta avvicinando alla Terra e le sue dimensioni angolari crescono da 14,05” a inizio mese fino a 16,95” alla fine. La sera di domenica 23 aprile possiamo vederlo poco sotto la Luna che volge al pianeta il suo sottile bordo illuminato al 14%.

♂ MARTE nei Gemelli detiene il primato fra i pianeti in quanto a permanenza sopra l’orizzonte che si aggira sulle cinque ore e mezza. Appare al tramonto in direzione sudoccidentale fra le stelle dei Gemelli, ancora alto in cielo sebbene si stia gradualmente spegnendo. La sua magnitudine infatti cresce nell’arco del mese da 0,94 a 1,26. Marte come sappiamo, si sta allontanando dalla Terra e ne abbiamo evidenza osservando il suo diametro angolare che in aprile si rimpicciolisce da 6,41” a 5,40”. La sera di martedì 25 aprile possiamo vederlo circa 3° a est della Luna, prossima al primo quarto e con la quale sta per andare in congiunzione sul far dell’alba del 26.

♃ GIOVE continua a dimorare nei Pesci, ma non è visibile perché martedì 11 aprile va in congiunzione col Sole. In questa configurazione, Giove si trova per noi dietro la stella e i due corpi celesti passano sul meridiano insieme. In pratica il mezzogiorno del Sole è anche quello di Giove. Il pianeta affiorerà dall’orizzonte orientale, stavolta prima dell’alba, nel giro di un paio di mesi. Venerdì 14 aprile infine Giove si trova a 5,955 UA, quasi 900 milioni di chilometri dalla Terra, la massima distanza dell’anno dal nostro pianeta.

♄ SATURNO si trova negli ampi confini dell’Aquario e aprile è il mese che lo vede spuntare di nuovo dopo più di due mesi di invisibilità, vicino all’orizzonte orientale nel crepuscolo del mattino. Per osservarlo agevolmente dobbiamo attendere almeno la metà di aprile, quando ha un’elongazione dal Sole di circa 50°; nell’arco del mese comunque possiamo dire di averlo a disposizione in media per un’ora. Sabato 1° aprile con magnitudine 0,95, Saturno è al minimo splendore dell’anno, ma lentamente guadagna in luminosità e a fine mese, grazie all’avvicinamento alla Terra, la magnitudine è calata a 0,93, mentre le sue dimensioni apparenti salgono da 15,72” a 16,30”. Attorno alle 5.30 di domenica 16, Saturno ci dà il suo primo appuntamento in una suggestiva congiunzione con una sottile falce di Luna calante che splende circa 3,5° più sotto. I due corpi celesti sono ancora molto bassi (3,5° di altezza la Luna e 7° Saturno), per cui la visione richiede l’orizzonte orientale privo di ostacoli.

♅ URANO nell’Ariete, è visibile a ovest dopo il tramonto nelle prime tre settimane del mese, perché si sta avvicinando alla congiunzione col Sole che raggiungerà in maggio. Di magnitudine 5,88 e dimensioni angolari medie di 3,42” in diminuzione, Urano si offre per un ultimo appuntamento prima di svanire nella luce solare, venerdì 21 aprile quando, in condizioni privilegiate e con un po’ di fortuna, possiamo tentare di osservarlo attorno alle 21.00 in un suggestivo raggruppamento con Mercurio, circa 3,5° più a ovest e che, come Urano è quasi a ridosso dell’orizzonte (5° di altezza), e la Luna, appena al 3% di illuminazione che, da un’altezza di circa 8°, volge ai pianeti il suo sottile bordo di luce. Urano tornerà a mostrarsi sul finire di giugno prima dell’alba.

♆ NETTUNO si trova nella costellazione dei Pesci, ma in aprile non è pressoché visibile perché risente ancora della congiunzione col Sole di metà marzo. Avendo l’orizzonte orientale completamente privo di ostacoli, perché Nettuno si stacca solo di un paio di gradi, si può tentare una brevissima visione fra il 28 e il 30 aprile alle 5.00 del mattino, prima del crepuscolo. Per osservarlo agevolmente, dobbiamo invece attendere la metà di maggio.


✨ STELLE E COSTELLAZIONI
Le notti di aprile sono una miscela di stelle e galassie. In direzione sud vediamo brillare una miriade di stelle che all’occhio del telescopio lasciano il posto a una concentrazione incredibile di galassie nella regione della Chioma di Berenice e della Vergine. Siamo dinanzi al noto Ammasso della Vergine, più di duemila galassie che si raccolgono principalmente nella zona delimitata dalle stelle Alpha Com, Vindemiatrix (Epsilon Vir) e Denebola (Beta Leo), quest’ultima uno dei vertici del Triangolo di Primavera insieme a Spica nella Vergine e ad Arturo nel Bootes. Cuore dell’Ammasso della Vergine è la galassia ellittica gigante M87, che ospita il primo buco nero di cui possediamo la “fotografia”, evento storico dell’aprile 2019. Non manca anche qualche ammasso globulare fra la sesta e la settima magnitudine, come M3 nei Cani da Caccia, M53 nella Chioma di Berenice o M68 nell’Idra. E se la direzione sud è prevalentemente il regno delle galassie, l’orizzonte orientale e quello occidentale sono animati invece dagli ammassi aperti che si accendono lungo la scia della Via Lattea. A ovest il sentiero opalescente sfuma nel tramonto portando con sé, per citare i più famosi, l’ammasso aperto Farfalla (M93 nella Poppa) e l’Albero di Natale nell’Unicorno, insieme alle costellazioni che attraversa, come il Cane Maggiore, l’Unicorno e i Gemelli, ricordi invernali che se ne vanno accompagnati da Orione e dal Toro. A est invece si annuncia nel cuore della notte il tratto più potente della Via Lattea, quello che attraversa il Sagittario, la costellazione in cui risiede il centro della nostra galassia e che al tramonto è anticipato dalla levata di Ercole col suo celebre ammasso globulare M13 e da Vega, l’astro principale della Lira, costellazione che in aprile si distingue per lo sciame meteorico a cui ha dato il nome, quello delle Liridi.


☄️ 23 APRILE: SCIAME METEORICO DELLE LIRIDI
In aprile la costellazione della Lira si annuncia a est dopo le 22.00 e ci regala un anticipo d’estate ma anche il secondo sciame meteorico importante dell’anno: quello delle Liridi, le stelle cadenti di primavera, ciò che resta del passaggio della cometa C/1861 G1 o Thatcher, dal nome del suo scopritore. Il pulviscolo di detriti persi dal corpo celeste taglia l’eclittica e così quando il nostro pianeta percorre quel tratto di orbita, ne incrocia i frammenti che a loro volta si incendiano a contatto con l’atmosfera terrestre dando origine al fenomeno delle stelle cadenti. La Terra entra in questa regione cometaria a metà aprile e vi resta per due settimane, incontrando la zona più densa di frammenti nella notte fra il 22 e il 23, con picco domenica 23 alle 05.49. Le Liridi sono uno sciame discreto con una frequenza massima di 18 meteore all’ora, picco teorico per un osservatore che abbia il radiante allo zenith, ovvero sopra la sua testa. Il radiante è il punto da cui sembrano provenire le scie luminose e curiosamente quello delle Liridi, con la sua ascensione retta di 18h04m e declinazione di 34°N, si trova in corrispondenza quasi perfetta di HIP 88559, una debolissima stella di decima magnitudine nella costellazione di Ercole. Ma allora perché si chiamano Liridi? Il motivo è legato all’anno della scoperta, il 1861, quando non erano ancora stati stabiliti i confini ufficiali delle costellazioni, risalenti invece al 1922 e che hanno chiuso la Lira poco prima della posizione del radiante. E a proposito del 1861, qualcuno potrebbe ricordare che questo anno è divenuto famoso per la “Grande Cometa del 1861”, apparsa luminosissima nei cieli americani alla fine di giugno e conosciuta anche come la Cometa della Guerra, perché avvistata da tutta la popolazione all’inizio della sanguinosa Guerra Civile, scoppiata proprio nel periodo delle Liridi e terminata quattro anni dopo con l’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti da parte di Abramo Lincoln. La Grande Cometa del 1861 è la C1861/J1 o Tebbutt e il fatto che sia stata scoperta lo stesso anno della C1861/G1, ha sollevato la questione se le due comete avessero un’origine comune, cioè se inizialmente fossero un’unica cometa, domanda avvalorata da alcune somiglianze nelle loro orbite come per esempio l’inclinazione, l’eccentricità e la periodicità (sono entrambe comete di lungo periodo che passano al perielio ogni 415 anni la Thatcher e ogni 409 anni la Tebbutt). Gli studi hanno però smentito questa possibilità e in particolare, mentre le Liridi sono frammenti della C1861/G1, la Grande Cometa del 1861 non ha invece associato nessuno sciame meteorico, almeno finora. ☄️ Nella notte fra il 2️⃣2️⃣ e il 2️⃣3️⃣ aprile quindi, mentre guardiamo il cielo in attesa di qualche scia luminosa, non dobbiamo avere dubbi sull’identità della cometa. Il radiante delle Liridi sorge poco dopo le 21.00 di sabato 22 e culmina prima dell’alba. Non c’è una direzione privilegiata verso cui dobbiamo orientarci per catturare qualche stella cadente ma semplicemente, guardando verso il radiante le scie sono più numerose ma più corte, mentre lontano dal radiante sono più rare ma più lunghe. Quest’anno inoltre l’osservazione è favorita dall’assenza della Luna, per cui abbiamo davvero tutta la notte a disposizione e non ci resta che goderci lo spettacolo delle Liridi!

Ilaria Sganzerla ]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *