Nuovi Indizi a Sostegno di Pianeta Nove

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Un team di astronomi spagnoli ha utilizzato una nuova tecnica per analizzare le orbite degli oggetti transnettuniani estremi e, secondo il loro studio, qualcosa sta perturbando le loro orbite, probabilmente un pianeta localizzato ad una distanza tra 300 e 400 unità astronomiche.

All’inizio del 2016 ricercatori del California Institute of Technology (Caltech, USA), basandosi su modelli matematici e simulazioni a computer, hanno annunciato la possibile esistenza di Pianeta Nove, localizzato ad una distanza media di 700 unità astronomiche e con una massa circa 10 volte superiore a quella della Terra. Questa ipotesi derivava dalla particolare distribuzione delle orbite individuate per alcuni oggetti transnettuniani nella Fascia di Kuiper, che suggerivano la presenza di un nuovo pianeta ai confini del Sistema Solare. Osservazioni e studi successivi avevano messo in dubbio questa ipotesi.

Ora, tuttavia, due astronomi della Complutense University di Madrid hanno applicato una nuova tecnica, meno soggetta a errori osservativi, per studiare gli oggetti transnettuniani estremi (extreme trans-Neptunian objects, ETNO), localizzati a distanze medie superiori a 150 unità astronomiche, e che non intersecano mai l’orbita di Nettuno. Per la prima volta sono state analizzate le loro orbite, determinandone i nodi, e i risultati, pubblicati su MNRAS, suggeriscono ancora una volta la presenza di un pianeta al di là di Plutone.

I nodi sono i due punti in cui l’orbita di un ETNO, o di un qualsiasi corpo celeste, interseca il piano del Sistema Solare. Sono punti precisi in cui la probabilità di interazione con altri oggetti è più elevata e pertanto in questi punti gli ETNO possono sperimentare un drastico cambiamento nelle loro orbite. “Se non è presente un oggetto che li possa disturbare, i nodi di questi oggetti transnettuniani estremi dovrebbero essere distribuiti in maniera uniforme”, spiega Carlos de la Fuente Marcos, uno degli autori. Gli astronomi hanno scoperto che i nodi dei 28 oggetti transnettuniani analizzati sono concentrati in determinati range di distanze dal Sole; inoltre hanno scoperto una correlazione che non dovrebbe esistere tra le posizioni dei nodi e l’inclinazione delle orbite degli oggetti.

“Assumendo che gli oggetti transnettuniani estremi siano simili dal punto di vista dinamico alle comete che interagiscono con Giove, noi interpretiamo questi risultati come segnali della presenza di un pianeta che sta interagendo attivamente con essi, localizzato in un range tra 300 e 400 unità astronomiche di distanza”, ha concluso De la Fuente Marcos. “Riteniamo che quello che stiamo osservando non possa essere attribuito alla presenza di errori nelle osservazioni”.
[ Barbara Bubbi ]

https://m.phys.org/news/2017-07-evidence-planet-hypothesis.html

Credit: NASA

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