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I pianeti giganti contengono idrogeno oscuro?

Alcune ricerche condotte in laboratorio hanno rivelato che negli strati profondi di pianeti come Giove e Saturno, dove si raggiungono elevatissimi livelli di temperatura e di pressione, si troverebbe inaspettatamente uno strato di idrogeno semimetallico opaco alla luce. La scoperta contribuisce a spiegare come possono raffreddarsi ed evolvere i pianeti giganti. Continua a leggere
Una stella brillante in un ambiente dai colori vivaci

Una spettacolare immagine ripresa dalla Wide Field Imager dell’ESO a La Silla, in Cile mostra la stella brillante e insolita WR 22, ed i suoi colorati dintorni. WR 22 è una stella molto calda e brillante, che sta spargendo strati della sua atmosfera nello spazio, ad una velocità molti milioni di volte più elevata rispetto al Sole. Si trova nella parte esterna della Nebulosa della Carena, da cui si è formata. Continua a leggere
Una ‘carezza’ al Sole

Proseguono i test per la navicella Solar Probe Plus della NASA, che nell’estate del 2018 verrà lanciata verso la nostra stella per raccogliere dati sull’attività solare. La sonda batterà tutti i record di vicinanza al Sole.
Avvicinarsi al Sole fin quasi a sfiorarlo: ecco la nuova sfida della NASA, che con la sua missione Solar Probe Plus tenterà un’impresa immaginata circa tre millenni fa già dalla mitologia greca. Continua a leggere
Un mix inedito per NGC 6778

This intriguing picture from ESO’s Very Large Telescope shows the glowing green planetary nebula IC 1295 surrounding a dim and dying star. It is located about 3300 light-years away in the constellation of Scutum (The Shield). This is the most detailed picture of this object ever taken.
Osservando la nebulosa planetaria NGC 6778 con il telescopio da 10 metri GTC alle Canarie, un gruppo di ricercatori spagnoli ha contribuito a svelare un vecchio enigma: come mai le abbondanze chimiche nel gas delle nebulose planetarie risultano diverse a seconda del tipo di linee spettrali preso in considerazione. Continua a leggere
I colori e l’evoluzione delle galassie

Un team internazionale di scienziati, guidati dall’Institute for Computational Cosmology (ICC) dell’Università di Durham ha utilizzato una nuova simulazione al computer dell’Universo per indagare i colori delle galassie e quello che quei colori potrebbero dirci sulla loro evoluzione. Continua a leggere
Buchi neri primordiali “a collasso diretto”

Gli astronomi Aaron Smith e Volker Bromm della University of Texas di Austin, in collaborazione con Avi Loeb dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, hanno scoperto prove di un insolito tipo di buco nero nato molto presto nell’Universo. Hanno dimostrato che una sorgente insolita di intensa radiazione recentemente scoperta è probabilmente alimentata da un “buco nero a collasso diretto”, un tipo di oggetto previsto dai teorici più di un decennio fa. Lo studio è stato pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society . Continua a leggere
Trascinati dal buco nero

Osservato per la prima volta, grazie ai satelliti XMM-Newton dell’ESA e NuSTAR della NASA, l’effetto Lense-Thirring in un campo gravitazionale intenso. Andrea Comastri (INAF): «Una misura con implicazioni importanti, sia per lo studio dell’accrescimento di materia da parte dei buchi neri, sia come test di relatività generale». Continua a leggere
Encelado e la sua crosta sottile

Encelado, la luna di Saturno, è ben nota perchè si ritiene che potrebbe ospitare gli ingredienti per la vita. Nonostante la sua distanza dalla Terra, potrebbe essere inoltre la più facile da investigare. Continua a leggere
Nubi d’acqua per una nana bruna

Fin dalla sua individuazione nel 2014, la nana bruna nota come WISE 0855 ha affascinato gli astronomi. A soli 7,2 anni luce dalla Terra, è il corpo celeste più freddo al di fuori del nostro Sistema Solare ed è appena visibile a lunghezze d’onda infrarosse con i più grandi telescopi terrestri. Continua a leggere
Un nuovo studio su una delle prime stelle

Nessuno ha ancora osservato le prime stelle che si sono formate nella Via Lattea. Con ogni probabilità, non saranno mai direttamente osservate, in quanto le stelle di prima generazione erano massicce e hanno terminato la loro vita pochi milioni di anni dopo essere nate. Continua a leggere