Cielo del Mese – aprile 2022

CdM 202204 Cielo di Aprile✨⭐️IL CIELO DEL MESE
Aprile 2022 – I fenomeni astronomici di aprile 2022, con la visibilità di stelle, pianeti e costellazioni.
 
Aprile, il mese che “apre” alla bella stagione e riempie il cielo di galassie.

 
In aprile le ore di buio si riducono in modo ben percepibile: la notte astronomica, che va da quando il Sole è 18° sotto l’orizzonte dopo il tramonto fino a quando lo è prima dell’alba, si riduce di due ore, passando da circa 8 ore a inizio aprile a 6 ore alla fine. In questa finestra temporale più limitata, continua a dominare il TRIANGOLO DI PRIMAVERA (segnato nella mappa) con Arturo, Denebola e Spica, la quale con la sua intensa luce azzurra ci introduce nel regno delle galassie, copiosamente disseminate nella costellazione della Vergine, che custodisce l’omonimo Ammasso. Questi oggetti di profondo cielo sconfinano poi nella Chioma di Berenice, dove sono protagoniste. In questa piccola costellazione ci sono infatti ben 8 galassie del catalogo di Messier, di cui una molto famosa è M64, la Galassia Occhio Nero. Nella Chioma poi si trova anche il Polo Nord Galattico, le cui coordinate sono 12h49m di ascensione retta e +27°24′ di declinazione.
Ma nelle notti di aprile rifulgono anche i primi araldi del cielo d’estate, il cui segnale inconfondibile è senz’altro l’asterismo del TRIANGOLO ESTIVO con le stelle Deneb, Vega e Altair, una triade che a inizio aprile è completamente sopra l’orizzonte solo a notte fonda, ma che alla fine del mese si affaccia a est poco dopo la mezzanotte. Il 22 poi, la costellazione della Lira porta con sé lo sciame meteorico delle LIRIDI che in tarda serata ha il suo picco. Tramonta invece a ovest il TRIANGOLO INVERNALE formato da Sirio, Procione e Betelgeuse che non si vedono oltre la mezzanotte e a fine mese sono molto basse sull’orizzonte già alle 21.30. E il tramonto di questo asterismo porta con sé anche quello delle costellazioni invernali di Orione, del Toro, dei Gemelli, dell’Unicorno e del Cane Maggiore, così che questo è anche l’ultimo periodo per osservare le bellissime nebulose di Orione, del Granchio e la Cono con la vicina Rosetta, 5° più sotto. A metà mese inoltre, anche la galassia di Andromeda si perde già nella luce crepuscolare del tramonto.
Per quel che riguarda i quattro pianeti principali, si vedono tutti più o meno per un’ora prima dell’alba, eccetto Giove per il quale dobbiamo attendere gli ultimissimi giorni di aprile affinché la sua elongazione dal Sole si porti sui 40° e riusciamo a osservarlo almeno per una ventina di minuti. Aprile ci offre inoltre ben due eventi di pianeti a contatto: il 5 MARTE e SATURNO distano angolarmente di soli 25’, mentre il 30 tocca a VENERE e a GIOVE fondersi quasi in un unico punto. Degli altri pianeti invece, MERCURIO inizia a vedersi dopo il tramonto a partire dalla seconda metà di aprile, raggiungendo le migliori condizioni osservative il 29, quando si trova alla massima elongazione est. Anche URANO è visibile dopo il tramonto, ma solo nella prima decade di aprile e faticosamente perché è diretto verso la congiunzione col Sole di inizio maggio mentre, sempre a causa della congiunzione col Sole del mese scorso, NETTUNO rimane pressoché invisibile per tutto aprile.
 
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SOLE
Si trova nella costellazione dei Pesci e il 19 aprile entrerà in quella dell’Ariete, la costellazione che al tempo degli antichi Greci ospitava l’equinozio di primavera e a cui ancora oggi sono rimasti ancorati gli oroscopi, nonostante la precessione abbia anticipato il punto vernale nei Pesci. Il 30 aprile si verifica un’eclissi parziale di Sole, non visibile però dall’Italia.
 
FASI DELLA LUNA
Nuova – venerdì 1 h08.23
Primo quarto – sabato 9 h08.47
Piena – sabato 16 h20.54
Ultimo quarto – sabato 23 h13.55
Nuova – sabato 30 h22.27
 
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I PIANETI di marzo in dettaglio:
https://accademiadellestelle.org/cielo-del-mese-aprile-2022/
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CALENDARIO ASTRONOMICO 2022:
https://accademiadellestelle.org/eventi-astronomici-piu-importanti-dellanno-2022/
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PRINCIPALI EVENTI ASTRONOMICI DI APRILE
1 08.23 Luna nuova
3 01.04 Mercurio in congiunzione superiore
3 19.25 Congiunzione Luna – Urano 0,6°S (occultazione), non visibile.
4 23.04 Congiunzione Marte – Saturno 0,3°S, visibile prima dell’alba del 5.
5 03.53 Congiunzione Luna – Pleiadi 3,6°S, visibile dopo il tramonto del 4.
5 06.00 Raggruppamento Venere, Marte e Saturno
5 06.00 Marte e Saturno a 20′
5 22.59 Congiunzione Luna – Iadi 7,3°N
6 03.15 Congiunzione Luna – Aldebaran 7,2°N, visibile dopo il tramonto del 5.
7 21.10 Luna all’apogeo (404.437 km)
9 08.47 Luna al primo quarto
9 17.50 Congiunzione Luna – Polluce 2,2°S, visibile dopo il tramonto.
10 19.10 Congiunzione Luna – Presepe 3,9°N, visibile dopo il tramonto.
10 20.20 Inizio miglior visibilità di Mercurio al tramonto.
10 23.26 Venere al nodo discendente
12 13.00 Congiunzione Luna – Regolo 5,0°N, visibile dopo il tramonto.
14 00.27 Mercurio al perielio 0,307501 UA
16 20.54 Luna piena
16 13.18 Congiunzione Luna – Spica 5,1°N, visibile dopo il tramonto.
19 17.15 Luna al perigeo (365.142 km)
19 20.07 Congiunzione Luna – Antares 3,1°N, visibile dalla mezzanotte e mezza del 20.
22 23.39 Sciame meteorico delle Liridi (ZHR 18)
23 13.55 Luna all’ultimo quarto
24 22.54 Congiunzione Luna – Saturno 4,5°S, visibile prima dell’alba del 25.
26 00.04 Congiunzione Luna – Marte 3,9°S, visibile prima dell’alba.
27 05.19 Congiunzione Luna – Nettuno 3,7°S
27 05.30 Allineamento Saturno, Marte, Venere, Giove e raggruppamento Giove, Venere, Luna
27 21.07 Congiunzione Venere – Nettuno 30″N (pianeti visibili prima dell’alba).
29 09.57 Mercurio alla massima elongazione est 20,7°
30 05.15 Giove e Venere a contatto
30 20.41 Congiunzione Venere – Giove, visibile prima dell’alba.
30 22.40 Eclissi parziale di Sole (non visibile dall’Italia)
30 22.27 Luna nuova
 
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PIANETI
 
MERCURIO, veloce fra le costellazioni e nel suo giro attorno al Sole, inizia il mese di aprile nei Pesci, prima di essere ospitato dall’Ariete il 10 e trasferirsi nel Toro il 26. Il 3 aprile va in congiunzione superiore e in questa configurazione si trova allineato con la Terra e il Sole, ma dietro a quest’ultimo, risultando così completamente nascosto. Dobbiamo aspettare la metà di aprile, quando la sua elongazione si porta sui 13,5° dal Sole, per vederlo timidamente accendersi a ovest dopo il tramonto ma, grazie alla velocità che caratterizza i suoi movimenti sia veri che apparenti, a fine mese Mercurio si offre nelle sue migliori condizioni di visibilità; il 29 infatti raggiunge la massima elongazione est con una distanza dal Sole di 20,7° e possiamo osservarlo per mezz’ora o poco più con magnitudine 0,3 e diametro angolare di 8”.
 
VENERE in questo periodo è la “stella del mattino” e durante il mese si sposta fra le costellazioni del Capricorno, dell’Acquario, in cui si trasferisce il 3 aprile, e dei Pesci dei quali varca i confini il giorno 28. Possiamo vederlo per circa un’ora prima dell’alba e si trova ancora sotto condizioni molto favorevoli, grazie alla massima elongazione ovest raggiunta nel giorno dell’equinozio di primavera. Venere mantiene infatti un’elongazione media dal Sole di 44,6°, ancora vicina a quella massima di 46,6°. La sua luminosità, sebbene in diminuzione, rimane elevata con magnitudini che vanno da -4,37 a inizio aprile a -4,11 a fine mese. Lo stesso vale per il suo diametro angolare che progressivamente cala, col pianeta che si allontana gradualmente dalla Terra. Le sue dimensioni apparenti passano nell’arco del mese da 21,7” a 16,8”. Al telescopio il pianeta si mostra in fase crescente. Dopo il primo quarto della massima elongazione occidentale, il disco di Venere si scopre gradualmente illuminandosi al 55,4% all’inizio di aprile fino ad arrivare al 67,3% l’ultimo giorno del mese. In aprile Venere è protagonista insieme a Marte, Giove e Saturno di diverse configurazioni, dato che tutti questi pianeti sono raccolti nella stessa zona celeste attorno all’Acquario. Si inizia il giorno 5, quando prima dell’alba, Venere si trova in un raggruppamento con Marte e Saturno, 6,5° più a ovest e quasi a contatto fra loro. Attorno alle 05.45 del 15 aprile invece, l’orizzonte est ci offre di nuovo un affresco planetario rischiarato dal bagliore tenue del crepuscolo mattutino. Nella visione, dalla breve durata, possiamo osservare un allineamento formato da Saturno che 12,5° sopra l’orizzonte, trascina verso l’altezza massima Marte, Venere, che si stacca dall’orizzonte di 7,5°, e Giove, quest’ultimo però a soli 2° di altezza essendo appena sorto. Nel crepuscolo civile (Sole 6° sotto l’orizzonte) del 27, alle 05.30, in un unico appuntamento se ne celano due: la Luna, dopo essere stata in congiunzione con Venere nel cuore della notte, appare come un sottile spicchio crescente illuminato al 14%, sotto Venere e Giove, formando con essi un compatto raggruppamento, mentre i due pianeti sono a loro volta allineati con Marte e Saturno, più a ovest e già piuttosto alti in cielo. Alle 05.15 del 30 aprile infine, possiamo vedere Venere e Giove 8° sopra l’orizzonte che sono a contatto, quasi fusi in un unico punto, con Venere a ovest, appena più marcato di Giove.
 
MARTE questo mese esce dalla mitica “Botte degli Aloadi” e acquista in maniera più significativa visibilità. Si trova nel Capricorno fino all’11 aprile quando passa nell’Acquario, raggiungendo la costellazione in cui dimora Venere e abbandonando quella in cui brilla Saturno. Come tutti i pianeti, a eccezione di Urano, appare prima dell’alba in direzione est e possiamo vederlo per poco più di un’ora. In questo contenuto intervallo di tempo, Marte si impone giorno dopo giorno aumentando sia la sua luminosità che le sue dimensioni apparenti. Il pianeta rosso infatti sta accorciando le distanze da noi e a fine aprile è più vicino di quasi 25 milioni e mezzo di chilometri, un avvicinamento che lo porta ad abbassare la sua magnitudine apparente da 1,06 a 0,83 e ad aumentare il suo diametro angolare da 5,2” a 5,7”. Prima di lasciare la costellazione del Capricorno, non va persa la visione di Marte e Giove a contatto il 5 aprile alle 6.00 del mattino, evento che si inserisce anche in un raggruppamento con Venere più est di 6,5°. Dieci giorni dopo, il 15, i tre pianeti si trovano allineati con Marte che segue Saturno, a sua volta seguito dal punto deciso di Venere e, in assenza di ostacoli in direzione est, da quello altrettanto evidente di Giove che affiora dall’orizzonte. Lo stesso allineamento si ripete il giorno 26 quando fra le 05.00 e le 05.30, si aggiunge una falce di Luna calante che si staglia 3,5° sotto Marte. La mattina seguente, 27 aprile, alle 05.30, l’allineamento Giove, Venere, Marte e Saturno si ripresenta e questa volta lo fa alle condizioni più favorevoli del mese, avendo Giove a quell’ora un’altezza di 6,5°.
 
GIOVE si trova nell’Acquario e a partire dal 14 aprile nei Pesci. È reduce dalla congiunzione col Sole del 5 marzo e pertanto dobbiamo aspettare la seconda parte del mese per vederlo apparire a est prima dell’alba, in condizioni di visibilità sempre migliori. Grazie al suo elevato splendore che si manifesta con una magnitudine media di -2,1, possiamo distinguerlo anche nel crepuscolo civile (Sole 6° sotto l’orizzonte), così che già a metà mese per quasi mezz’ora, riesce a non perdersi nella luce solare. La migliore visibilità tuttavia inizia a fine mese quando Giove ha un’elongazione dal Sole di 42°. Anche Giove si avvicina alla Terra e la sua dimensione angolare è pertanto in aumento, passando da 33,9″ a metà aprile quando inizia a mostrarsi, a 34,8″ a fine mese. Gli appuntamenti col gigante del Sistema Solare sono tutti concentrati a fine mese: alle 05.30 del 27 aprile Giove si trova in un raggruppamento con Venere e la Luna, prossima alla fase nuova, di cui rimane uno spicchio illuminato solo al 14%, mentre, particolarmente suggestivo, il giorno 30 alle 05.15, Giove si mostra a contatto con Venere. A quell’ora la coppia è 8° sopra l’orizzonte orientale, rischiarato ormai dalla luce crepuscolare, che tuttavia non spegne i due brillanti pianeti.
 
SATURNO rimane l’unico pianeta fra i confini del Capricorno e si può osservare a est prima dell’alba sempre più a lungo, fino a un massimo di circa un’ora e mezzo a fine aprile. Brilla con magnitudine 0,8 e mentre si allontana, solo apparentemente, dal Sole aumentando la sua distanza angolare da 49° a 76°, si avvicina alla Terra di 0,43 UA aumentando le sue dimensioni apparenti di 1 secondo d’arco, da 15,8” a 16,8”. Attorno alle 06.00 del 5 aprile, Saturno si mostra vicinissimo a Marte dal quale si separa di soli 25’ e, insieme a Venere, appena sorto e più a est di 6,5°, forma un raggruppamento curioso, simile alla costellazione della Freccia. Possiamo oltretutto fare il confronto in diretta perché la Freccia brilla proprio sopra Venere, Marte e Saturno e ha addirittura la stessa estensione del raggruppamento! Infatti la distanza angolare fra Eta Sge – corrispondente a Venere nella rappresentazione planetaria – e la coppia Alpha e Beta Sge – Saturno e Marte – è di circa 6,5° proprio come nel raggruppamento planetario sottostante. Il giorno 15 invece Saturno guida in una fila ascendente Marte, Venere e Giove formando un lungo allineamento da est a sud-est. Fra le 05.00 e le 05.30 del 25 aprile, Saturno è 4,5° a nord della Luna che ha passato l’ultimo quarto da due giorni ed è illuminata al 32%, mentre alle 05.30 del 27 possiamo osservare di nuovo l’allineamento di Saturno con Marte, Venere e Giove sotto migliori condizioni perché Giove è già 6,5° sopra l’orizzonte.
 
URANO è visibile (serve almeno un binocolo) per sempre meno tempo dopo il tramonto nella costellazione dell’Ariete: a inizio maggio il pianeta va in congiunzione col Sole. In aprile la sua visibilità, con magnitudine 5,9 e diametro angolare 3,4”, è limitata praticamente alla prima decade, quando Urano mantiene un’elongazione dal Sole fra 31° e 22° mentre, al trascorrere dei giorni, l’osservabilità viene penalizzata anche in termini di durata: se a inizio aprile si offre per un’ora dopo il tramonto in direzione ovest, il 10 del mese la sua visibilità si è già dimezzata. Urano si riaffaccerà all’orizzonte, stavolta orientale, verso la fine di giugno, all’alba.
 
NETTUNO non abbandona i confini dell’Acquario e, dopo la congiunzione di marzo col Sole, rimane sostanzialmente invisibile per tutto aprile. Solo negli ultimi giorni possiamo tentare una fugace visione a est prima dell’alba al telescopio, ma soltanto a condizione di avere l’orizzonte completamente sgombro da ostacoli, perché Nettuno se ne stacca solo di 2° o 3° prima di svanire nella luce crepuscolare. Se abbiamo questa fortuna, alle 05.00 del 27 aprile, Nettuno è vicinissimo a Venere, appena 0,8° a est.
 
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STELLE E COSTELLAZIONI
Aprile è il mese in cui ORIONE sparisce dal cielo: ancora visibile di notte ad ovest a inizio mese, 30 giorni dopo lo si adocchia immerso nelle luci del tramonto. Insieme a lui anche SIRIO riduce drasticamente la sua visibilità, mentre sono ancora alti sull’orizzonte ovest i Gemelli e a nordovest continuerà a brillare ancora per due mesi la più luminosa stella boreale del cielo invernale: Capella. Rivolgendoci verso sud, la stella più luminosa, alta circa 60° attorno alle 21, è Regolo, alfa del LEONE, riconoscibile per il suo elongato trapezio orizzontale di stelle, che, insieme alla “Falce” della testa, ricorda il profilo di un felino accovacciato. La stella più luminosa visibile già nelle prime ore della sera ad est è invece ARTURO, alfa del Pastore, la più luminosa stella dell’emisfero celeste boreale, non lontano dall’inconfondibile sagoma del GRANDE CARRO. Più tardi a nord est spunterà la seconda stella più luminosa dell’emisfero boreale: Vega, alfa della LIRA.
Dopo la Lince, che transitava prima della mezzanotte in marzo, in aprile salgono alla massima altezza altre due costellazioni frutto della fantasia di Hevelius. Sono il Sestante e il Leone Minore, mirabilmente disegnate nella sua “Uranographia”, il catalogo pubblicato postumo nel 1690. Come tutte le costellazioni moderne dell’emisfero boreale, sono formate da stelle deboli; quelle del Sestante e del Leone Minore sono di quarta e quinta magnitudine e richiedono pertanto cieli bui e un po’ di pazienza per essere individuate nel firmamento. Il Sestante è composto soltanto da due stelle, le quali hanno la particolarità di essere quasi a contatto con l’equatore celeste, così che ne costituiscono un piccolissimo tratto di 5,5° di lunghezza. Hevelius dedicò questo ritaglio di cielo al suo prezioso strumento auto costruito che andò in fiamme il 26 settembre 1679 insieme a tutto l’osservatorio, di cui era l’artefice e che al tempo era considerato il più bello d’Europa e del mondo. Per chi fosse interessato, ho raccontato questa storia insieme alla vita del grande astronomo in questa conferenza. Il Leone Minore è un’altra sua creazione per la quale si è ispirato alla zona celeste proprio sopra al Leone e che è quella circumpolare con le due Orse. Hevelius riprodusse una coppia astrale simile utilizzando la costellazione del Leone e immaginando che le fioche stelle fra questo e l’Orsa Maggiore, fossero il suo cucciolo, da cui il nome di Leone Minore, la 64ma costellazione per estensione sulle 88 della volta celeste. E per finire prima della mezzanotte, lungo il meridiano, brilla il Leone, costellazione che a differenza delle precedenti, è molto estesa; si trova infatti al dodicesimo posto. Di questo gruppo di stelle abbiamo già citato Denebola (Beta Leo), in quanto una delle stelle del Triangolo di Primavera, ma sicuramente ancor più significativa per l’identità della costellazione, è Regolo (Alpha Leo), l’astro principale del Leone che con 1,4 magnitudini è la quindicesima stella più luminosa dell’emisfero boreale. La sua particolarità è di trovarsi quasi appoggiata all’eclittica, posizione che ha a che fare col suo nome. Regulus infatti significa “piccolo re” in latino e lo deve al fatto che, trovandosi sul piano vicino al quale orbitano i pianeti, questi periodicamente sfilano davanti alla stella come servitori che rendono omaggio al re.
 
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22 APRILE: SCIAME METEORICO DELLE LIRIDI
 
Fra il 15 e il 29 aprile, la Terra attraversa la scia di detriti lasciata dalla cometa Thatcher che, come solito per le comete, prende il nome dal suo scopritore, Albert E. Thatcher, il quale l’avvistò per primo il 5 aprile 1861. Si tratta di una cometa di lungo periodo; impiega infatti 415 anni a ruotare attorno al Sole e, quando la Terra attraversa questa zona celeste, i minuscoli frammenti della cometa, entrando a contatto con la nostra atmosfera, si incendiano dando luogo a una pioggia di stelle cadenti, come vengono popolarmente chiamate le scie improvvise che attraversano il cielo. Tutte le meteore sembrano irradiarsi da un punto chiamato “radiante” che, a seconda della costellazione in cui risiede, dà il nome allo sciame. Le Liridi si chiamano dunque così perché il loro radiante si trova nella Lira, una costellazione tipicamente estiva che in aprile sorge prima della mezzanotte. Tuttavia, se andiamo a posizionare in cielo il radiante di questo sciame meteorico, abbiamo una sorpresa… Il punto da cui sembrano irradiarsi le Liridi si trova a 18h04m di ascensione retta e +34° di declinazione; in pratica si sovrappone quasi esattamente a una debolissima stella di decima magnitudine che nel catalogo del satellite Hipparcos si chiama HIP 88559 e che è… in Ercole! Perché allora si chiamano Liridi e non “Erculidi”? La risposta va cercata nella storia, perché all’epoca in cui fu scoperta la cometa Thatcher, i confini delle costellazioni non erano ancora quelli attuali, che risalgono al 1922 quando l’Unione Astronomica Internazionale li ha definiti ufficialmente.
Tornando allo sciame, il tasso di attività di queste stelle cadenti primaverili, si aggira fra le 10 e le 20 all’ora e quest’anno il picco (teorico) previsto è di 18 meteore all’ora per il 22 aprile alle 23.39. L’osservazione potrebbe prolungarsi fino all’alba se non fosse che alle 03.00 circa sorge la Luna, imminente all’ultimo quarto. Bisogna dunque sfruttare l’intervallo che va indicativamente dalla mezzanotte all’alba della Luna.
 
Cieli sereni e buone osservazioni! ✨
 
[ Ilaria Sganzerla, Paolo Colona ]
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