Cielo del mese di dicembre 2024

CdM 2024-12⭐️ CALENDARIO ASTRONOMICO DI DICEMBRE 2024
I fenomeni astronomici di dicembre 2024, con la visibilità di stelle, pianeti e costellazioni.
✨ Le stelle del Triangolo Invernale sorgono sempre prima: l’inverno alle porte. ☀️ La nuova stagione inizia il 21 dicembre quando il Sole è al solstizio, il punto più lontano dall’equatore celeste in direzione sud. Sole a parte, sono molti gli appuntamenti astronomici che ci aspettano nel mese dalle notti più lunghe. I pianeti principali, eccetto Saturno che si sta allontanando, sono luminosissimi, a partire da Giove che il 7 va all’opposizione ed è visibile per tutta la notte all’apice del suo splendore. Anche Venere e Marte si fanno sempre più luminosi e possiamo osservarli a lungo dopo il tramonto. Mercurio è un altro pianeta che si distingue per il suggestivo e raro raggruppamento con la Luna e Antares all’alba del 28 dicembre, tre giorni dopo aver raggiunto la massima elongazione ovest. ☄️ E per finire, non mancano nuove stelle cadenti: le Geminidi, uno sciame più copioso delle Perseidi e che ha il suo picco nella notte fra il 13 e il 14.
Con un mese così sfolgorante di luci celesti, non mi resta che augurare a ciascuno di voi Buon Natale ✨

☀️ SOLE
Si trova nella costellazione dell’Ofiuco e dal 18 in quella del Sagittario che ospita il solstizio d’inverno. La nuova stagione inizia sabato 21 dicembre (v. sezione dedicata).

FASI DELLA LUNA
Nuova – domenica 1 h 7.21
Primo quarto – domenica 8 h 16.26
Piena – domenica 15 h10.02
Ultimo quarto – domenica 22 h 23.18
Nuova – domenica 30 h 23.27

PRINCIPALI EVENTI ASTRONOMICI DI DICEMBRE
1 07.21 Luna nuova
1 23.18 Mercurio al nodo ascendente
4 18.18 Saturno in quadratura orientale
4 23.40 Congiunzione Luna – Venere 2,3°S, visibile dopo il tramonto a sud-ovest
5 23.55 Mercurio in fase nuova
6 03.10 Mercurio in congiunzione inferiore
6 15.22 Mercurio al perielio (0.307 UA)
7 00.40 Marte stazionario moto retrogrado
7 21.18 Giove all’opposizione ♃☀️
8 09.54 Congiunzione Luna – Saturno 0,3°N, visibile dopo il tramonto a sud
8 16.26 Luna al primo quarto
9 10.17 Congiunzione Luna – Nettuno 0,8°N, visibile dopo il tramonto a sud-est
12 14.17 Luna al perigeo (365.358 km)
13 10.32 Congiunzione Luna – Urano 4,4°N, visibile dopo il tramonto a est
13 18.47 Congiunzione Luna – Pleiadi 0,1°N, visibile dopo il tramonto a est
14 00.34 Sciame meteorico delle Geminidi (ZHR 120) ☄️
14 20.41 Congiunzione Luna – Giove 5,5°N, visibile a est
15 10.02 Luna piena
15 22.11 Mercurio stazionario moto diretto
17 13.48 Congiunzione Luna – Polluce 2,1°S, visibile prima dell’alba a ovest o dalle 19.30 a est
18 05.00 Raggruppamento Luna, Marte e Presepe (M44), visibile a sud-ovest
18 09.47 Congiunzione Luna – Marte 0,9°N, visibile prima dell’alba a ovest o dalle 20.30 a est
18 13.13 Congiunzione Luna – Presepe 3,0°N, visibile prima dell’alba a ovest o dalle 20.30 a est
18 16.29 Nettuno in quadratura orientale
20 07.18 Congiunzione Luna – Regolo 2,4°N, visibile prima dell’alba a sud-ovest
20 15.23 Mercurio al primo quarto
21 10.20 Solstizio d’inverno ☀️
22 23.18 Luna all’ultimo quarto
24 08.24 Luna all’apogeo (404.484 km)
24 21.11 Congiunzione Luna – Spica 0,2°N, visibile prima dell’alba a sud
25 03.22 Mercurio alla massima elongazione ovest (22.1°)
28 06.45 Raggruppamento Luna, Antares e Mercurio, visibile a sud-est
28 16.17 Congiunzione Luna – Antares 0,1°S, visibile prima dell’alba a sud-est
30 23.27 Luna nuova
31 18.45 Venere al maggior splendore dell’anno (m -4,43)
31 23.07 Marte al maggior splendore dell’anno (m -1,23)
31 23.59 Venere alla minima distanza dalla Terra dell’anno (112.370 Mkm = 0,751 UA)

PIANETI
☿ MERCURIO si trova nella costellazione dell’Ofiuco fino al 10 quando entra nello Scorpione dove rimane fino al 22 per poi tornare nell’Ofiuco. Non è visibile fino alla terza decade di dicembre perché venerdì 6, oltre ad andare al perielio, va in congiunzione inferiore e si presenta così in fase nuova. Il giorno di Natale, mercoledì 25 invece raggiunge la massima elongazione ovest, ovvero la massima distanza prospettica dal Sole in direzione occidentale, che questo mese è di 22,1°. In questa circostanza, grazie anche a una discreta inclinazione dell’eclittica, si lascia osservare con un certo agio prima dell’alba a sud-est. Già venerdì 20 possiamo vederlo per una mezz’ora, fra le 6.30 e le 7.00, con magnitudine -0,31 e diametro angolare 7,41” e al telescopio in particolare, possiamo ammirarne la fase che ce lo offre al primo quarto. Un’altra occasione che merita attenzione è durante il crepuscolo nautico di sabato 28 dicembre, dunque attorno alle 6.45, quando si trova in un raggruppamento con Antares e una sottile falce di Luna calante che volge il suo bordo al 7,4% verso Antares, poco più a sud-est, e a Mercurio più a est di altri 7°, ma inconfondibile con la sua magnitudine di -0,35. La visione richiede l’orizzonte sudorientale libero da ostacoli perché la triade si trova a 4-6° di altezza.
♀ VENERE è la “stella della sera”. Sotto l’identità di Vespero appare luminosissimo al tramonto in direzione sudoccidentale. La sua luminosità che il 1° dicembre è di -4,17 magnitudini, arriva a -4,43 il 31, giorno in cui è al massimo splendore dell’anno e alla minima distanza dalla Terra del 2024, pari a 112.370 milioni di chilometri. Possiamo osservarlo in tutta la sua magnificenza fino a tre ore dopo il tramonto nella costellazione del Sagittario e dal 6 in quella del Capricorno con un diametro apparente che nell’arco del mese sale da 17,21” a 22,14”. Dopo il tramonto di mercoledì 4 a sud-ovest, Venere si offre in una pittoresca congiunzione con la Luna che offre al pianeta la sua sottile falce illuminata al 12%.
♂ MARTE è un altro pianeta che come Venere, inizia a entrare nel pieno del suo fulgore. Se a inizio dicembre è un punto fra le stelle del Cancro di magnitudine -0,52, alla fine si illumina fino a -1,23 magnitudini, raggiungendo il massimo splendore dell’anno. Marte si sta avvicinando alla Terra e lo vediamo come un dischetto di diametro angolare crescente che da 11,63” iniziali, a fine mese arriva a 14,21”. Si staglia nettamente nel firmamento aggiungendosi, insieme a Giove, alle stelle invernali più luminose che brillano nei paraggi, come Polluce, Capella, Betelgeuse, Rigel, Sirio e Procione. Marte anticipa gradualmente la sua levata alle ore del tardo pomeriggio e rimane visibile fino al sorgere del Sole. Prima dell’alba di mercoledì 18, in direzione ovest, possiamo vederlo prossimo alla congiunzione con la Luna la quale volge al pianeta, che brilla un paio di gradi più a est, la sua ampia porzione illuminata al 91%. Circa 2° a est di Marte riluce invece l’ammasso aperto del Presepe (M44) e si forma così un originale raggruppamento.
♃ GIOVE domina glorioso sulla volta celeste. Splende nella costellazione del Toro dal tramonto all’alba grazie all’opposizione che tocca sabato 7 dicembre raggiungendo una magnitudine di -2,81 e dimensioni apparenti di ben 48,21”. Insieme a Marte si trova nella regione celeste più densa di stelle brillanti come Capella, Betelgeuse, Rigel, Sirio e Procione, oltre alla vicina Aldebaran. La sera di sabato 14 in direzione est, Giove splende 5,5° a sud della Luna ormai pressoché piena con cui è in congiunzione.
♄ SATURNO appare dopo il tramonto già nella metà sudoccidentale del cielo. Ha magnitudine 1,0 e dimensioni apparenti di 17”. Anche se accorcia progressivamente la sua permanenza sopra l’orizzonte, lo vediamo sempre almeno fino alle 22.00. E’ stabile nell’Aquario e possiamo vederlo insieme a Venere che ritarda giorno dopo giorno il suo tramonto. I due pianeti in particolare si stanno avvicinando reciprocamente e saranno in congiunzione a gennaio. In dicembre invece Saturno si offre in una suggestiva congiunzione con la Luna domenica 8, quando il nostro satellite inaugura il primo quarto e volge a Saturno la sua metà illuminata. Alle 18.00 circa la coppia culmina.
♅ URANO dopo l’opposizione di novembre continua a vedersi per quasi tutta la notte. Si presenta con magnitudine 5,64 che a fine dicembre sale a 5,68, segno che si sta gradualmente spegnendo. Il pianeta si sta allontanando dalla Terra e in dicembre percorrerà 39 milioni di chilometri, una distanza che riduce le sue dimensioni angolari di 5 secondi d’arco, passando da 3,79” a 3,74”. Urano si trova nel Toro insieme a Giove, ma il 29 si trasferisce nell’Ariete. Venerdì 13 mattina la Luna va in congiunzione col pianeta e possiamo vedere la coppia dopo il tramonto a est, col nostro satellite quasi a contatto con le Pleiadi, con cui è in congiunzione, e ormai tondeggiante una decina di gradi più a est di Urano.
♆ NETTUNO si trova circa 15° più a est di Saturno ed è anch’esso sulla via del tramonto. Al calar del Sole è già prossimo a transitare e dobbiamo dunque seguirlo mentre scende lungo l’orizzonte occidentale nella costellazione dei Pesci dove è stabile. Lo vediamo al massimo fino alla mezzanotte e mezza con magnitudine media di 7,77 in aumento e dimensioni apparenti medie di 2,29” in calo.

✨ STELLE E COSTELLAZIONI
Sirio, la stella più lucente dell’intera volta celeste (m -1,45) completa in dicembre l’asterismo del Triangolo Invernale sorgendo fra le 20.00 e le 22.00. Nell’avvicendarsi delle stagioni, l’inverno fa il suo ingresso e ad annunciarlo fra le stelle, è la triade formata da Betelgeuse (m 0,45) in Orione che appare per prima a est, seguita da Procione (m 0,40), l’astro principale del Cane Minore, il cui nome significa “che precede il Cane”, sottinteso “nella levata” e dove il Cane è il Cane Maggiore in cui brilla Sirio, l’ultima delle tre stelle a sbucare dall’orizzonte. Il 21 dicembre, giorno del solstizio dell’inverno, il Triangolo Invernale culmina all’una di notte con Sirio esattamente sul meridiano, mentre nell’arco del mese durante le due ore che precedono la mezzanotte, transitano a sud le ampie costellazioni della Balena e dell’Eridano, il lungo fiume di stelle che dal nostro emisfero possiamo seguire per metà percorso e il cui inizio è indicato da Rigel, l’astro più fulgente di Orione (m 0,15) che splende circa 3,5° a sud di Beta Eri. Orione è un altro gruppo di stelle che in dicembre attraversa il meridiano fra le 22.00 e la mezzanotte insieme al Cane Minore e alle costellazioni di Perseo e dell’Auriga che svettano alte in cielo con i loro famosi astri: la stella binaria a eclisse Algol (Beta Per, m 2,05) e la stella gigante gialla Capella (Alpha Aur, m 0,05). Nello Zodiaco infine, troviamo l’Ariete e il Toro con il suo occhio fiammeggiante Aldebaran (m 0,85), la stella simbolo della costellazione. Il Toro, molto interessante per la varietà di oggetti che ospita – dal resto di supernova M1, noto come Nebulosa del Granchio, agli ammassi aperti delle Pleiadi e delle Iadi – sarà sempre meglio osservabile con l’anno nuovo quando culminerà attorno alle 22.00. In dicembre invece la costellazione di Perseo ci offre la nebulosa planetaria M76 (m 10,10), conosciuta col nome di Piccola Campana Muta e che si trova verso il confine con la costellazione di Andromeda, dove una decina di gradi più a sud-est si può approfittare per osservare l’omonima galassia.
E se le prime costellazioni invernali iniziano la loro sfilata sul meridiano, gli orizzonti est e ovest sono invece affrescati con le costellazioni primaverili e autunnali rispettivamente. Fra quelle più rappresentative, a oriente sale il Leone, seguito a notte fonda dalla Vergine, mentre a occidente si avviano al tramonto Pegaso e i Pesci.

☄️ 13-14 DICEMBRE: SCIAME METEORICO DELLE GEMINIDI
Se le Geminidi capitassero in estate, supererebbero per spettacolo e forse anche per popolarità, le Perseidi. Si tratta infatti di uno sciame meteorico più abbondante delle già copiose stelle cadenti d’agosto: fino a 120 meteore all’ora contro le 100 delle Perseidi. Ma Le Geminidi arrivano alle porte dell’inverno, hanno il loro picco d’intensità a metà dicembre e sono così penalizzate dalla stagione fredda e da condizioni meteorologiche più precarie.
A proposito dell’abbondanza delle scie luminose, le cosiddette meteore, è bene spendere qualche parola dato che si tratta in realtà di valori puramente teorici. Il picco di intensità di uno sciame meteorico viene indicato con la sigla ZHR, ovvero Zenith Hourly Rate, in italiano Tasso Orario Zenitale e corrisponde al numero massimo “teorico” di meteore che un osservatore potrebbe vedere quando ha il radiante allo zenith in un cielo buio. Il radiante è il punto da cui sembrano provenire le scie luminose e a seconda della costellazione in cui cade, dà il nome allo sciame. Quello delle Geminidi si trova nei Gemelli e più precisamente nei pressi di Castore, a 7h24m di ascensione retta e 32,3°N di declinazione. Lo ZHR è un valore teorico perché presuppone un cielo “ideale”, come essere immersi in un buio completo, avere il radiante esattamente allo zenith (cosa non sempre possibile), e una visione simultanea a 360° della volta celeste, irraggiungibile per i nostri occhi che hanno ciascuno un campo visivo di circa 120-200°, che si riduce a 40-60° come visione centrale. Il numero massimo reale di meteore all’ora è quindi più basso, ma anche secondo le stime peggiori (5 volte inferiore), nel caso delle Geminidi avremmo comunque la possibilità di vederne fino a 24 all’ora, una quantità di tutto rispetto.
All’origine delle Geminidi non c’è una cometa ma un asteroide, 3200 Phaethon, che passa al perielio circa ogni anno e mezzo. Secondo un recente studio condotto dalla Parker Solar Probe della NASA, sembra che la regione detritica da cui si è originato lo sciame, sia riconducibile a un violento impatto avvenuto nel passato con un asteroide più piccolo, piuttosto che ai diversi passaggi al perielio.
Il picco delle Geminidi cade nella notte fra venerdì 13 e sabato 14 dicembre e quest’anno è il giorno che precede la Luna piena. Il nostro satellite infatti, che il 14 è al 97% di illuminazione, rende difficoltosa l’osservazione delle Geminidi per via del chiarore che produce. La Luna anticipa il radiante, il quale culmina verso le 2.15 di notte, e tramonta verso le 7.00, quando siamo già vicini al crepuscolo civile. Le Geminidi sono comunque uno sciame attivo dal 19 novembre al 24 dicembre e, meteo permettendo, potremmo provare a catturarne qualcuna qualche giorno prima del picco; martedì 10 per esempio, la Luna tramonta attorno alle 2.00 quando il radiante culmina e abbiamo così a disposizione le ore vicine all’alba, che sono anche le più indicate per osservare le stelle cadenti.

☀️ 21 DICEMBRE: SOLSTIZIO D’INVERNO
L’inverno fa il suo ingresso alle 10.20 di sabato 21 dicembre quando il Sole, visto dall’emisfero boreale, si trova nel punto più basso della sua orbita, il solstizio invernale, situato a –23°27’ di declinazione.
Lungo il Tropico del Capricorno, il parallelo terrestre dell’emisfero australe di latitudine equivalente (–23°27’), il Sole culmina allo zenith e inizia l’estate col giorno più lungo dell’anno in termini di luce. Noi al contrario sperimentiamo il giorno più corto, con la nostra stella che rimane sopra l’orizzonte per circa nove ore, poco più di 1/3 della giornata. Conseguentemente nel giorno del solstizio d’inverno abbiamo la notte più lunga dell’anno o per meglio dire, “le” notti più lunghe dell’anno, perché la parola “solstizio” deriva dal latino “Sol sistit” che significa “il Sole si ferma”: la nostra stella infatti impiega qualche giorno prima di risalire l’eclittica – cioè di guadagnare in declinazione – e ci dà l’impressione di rimanere ferma in cielo. Le nove ore di luce (o le quindici di buio) durano così una decina di giorni e si distribuiscono a cavallo del 21 dicembre. Alla latitudine di Roma per esempio, le 9h8m di luce del 21 dicembre si iniziano ad avere il 16 e si protraggono fino al 26. Quel che determina la data del solstizio – quest’anno il 21 dicembre – è il giorno in cui il Sole assume la declinazione minima di –23°27’.
Dire però che il solstizio d’inverno è il giorno più buio dell’anno, non significa che il Sole sorge col massimo ritardo e tramonta col massimo anticipo come potremmo aspettarci. Per questi due momenti infatti dobbiamo tenere conto della durata del giorno civile rispetto a quella del giorno solare. Il giorno civile è quello segnato dai nostri orologi e per semplicità è tarato a 24 ore esatte, dove con questo tempo si indica l’intervallo fra un mezzogiorno e il successivo, essendo quest’ultimo il momento in cui il Sole passa sul meridiano, ovvero raggiunge la massima altezza in cielo; il giorno solare è invece il tempo “realmente” impiegato dal Sole per tornare al meridiano, tempo che a causa dell’orbita ellittica della Terra e dell’inclinazione del suo asse, raramente è di 24 ore esatte, di fatto solo pochi giorni all’anno. Attorno al solstizio d’inverno in particolare, il giorno solare è alla durata massima e sfora le 24 ore “civili” di 29 secondi; conseguentemente l’alba e il tramonto ritardano rispetto a quando i giorni solari sono più brevi, ovvero nei giorni che precedono e seguono il periodo del solstizio. Ecco perché il tramonto più anticipato dell’anno avviene prima del solstizio. L’alba invece continua a ritardare finché la durata del giorno solare si mantiene sui valori massimi, i quali arrivano anche ben oltre il 21 dicembre ed ecco perché l’alba più tardiva si verifica dopo il solstizio d’inverno. In quale giorno invece avvengono i tramonti più precoci e le albe più tardive, dipende dalla latitudine del luogo.
Alla latitudine di Roma per esempio, nel giorno del solstizio d’inverno il Sole sorge alle 7.34 e tramonta alle 16.42, ma il giorno in cui sorge più tardi di tutto l’anno è il 30 dicembre (alle 7.38), mentre quello in cui tramonta prima è tra il 2 e il 14 dicembre (alle 16.39).
E infine, parlando di durata del dì e della notte, per noi italiani sorge spontanea una domanda: se il solstizio d’inverno è il giorno più corto dell’anno, come mai si dice “Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia”? Bisogna allora sapere che il detto ha origini medievali quando il calendario in vigore era quello giuliano, voluto da Giulio Cesare nel 46 a.C. e che introduceva gli anni bisestili per compensare la durata dell’anno solare (il tempo realmente impiegato dal Sole per tornare al punto vernale) che è di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi; negli anni infatti si produceva uno sfasamento significativo, specialmente per quel che riguardava le date degli equinozi e dei solstizi. Dato che 5h48m46s equivalgono all’incirca a 6 ore, in quattro anni si sarebbero accumulate le 24 ore in più che l’anno bisestile va a recuperare. Tuttavia gli 11 minuti e 14 secondi mancanti al raggiungimento delle 6 ore di arrotondamento, nei secoli si sarebbero percepiti e infatti a un certo punto, nel Medioevo, il solstizio cadeva più vicino al 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, che non al 21.
L’introduzione del calendario gregoriano nel 1582 ha poi corretto anche questo sfasamento ponendo una clausola alla regola dell’anno bisestile, ovvero che in corrispondenza dell’inizio del secolo, l’anno bisestile viene saltato. Un’ulteriore eccezione ha poi corretto ancora il conteggio lasciando bisestili quegli anni di inizio secolo divisibili per 400. In ogni caso a partire dal calendario gregoriano, il detto popolare non è più vero se non per i tramonto anticipato del Sole.

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