Cielo del mese di Settembre 2024

CdM 2024-09CALENDARIO ASTRONOMICO DI SETTEMBRE 2024
I fenomeni astronomici di settembre 2024, con la visibilità di stelle, pianeti e costellazioni.
✨ Settembre, mese movimentato dove le stagioni si danno il cambio con l’autunno che arriva domenica 22, ma anche con eventi insoliti e attesi ritorni. Dopo quasi sei mesi rivediamo infatti nelle prime due settimane di settembre Mercurio, stavolta nel crepuscolo mattutino, mentre dalla seconda metà del mese tocca finalmente a Venere riaffacciarsi dopo sei mesi e sempre più a lungo fra le stelle della sera. Marte domina la seconda parte della notte con luminosità crescente, così come Giove che si impone col suo inconfondibile splendore anch’esso in aumento. I due pianeti brillano a poca distanza prospettica l’uno dall’altro e sul finire del mese li troviamo mirabilmente incastonati nell’asterismo dell’Esagono Invernale. Saturno e Nettuno poi vanno all’opposizione domenica 8 e 22 rispettivamente, lasciandosi così osservare per tutta la notte. Ma fra tanti protagonisti, chi si prende la scena è lei: la Luna, in un doppio quanto insolito evento. Mercoledì 18 settembre abbiamo infatti la prima Superluna del 2024 che in quell’occasione si offre in una piccola eclissi parziale!
Appuntamento rimandato invece a ottobre per il passaggio della cometa C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS, inizialmente previsto per il 28 settembre.

☀️ SOLE
Si trova nella costellazione del Leone e dal 17 settembre in quella della Vergine. Il 22 inizia l’autunno astronomico con la Terra che raggiunge il secondo punto equinoziale dell’anno.

FASI DELLA LUNA
Nuova – martedì 3 h03.55
Primo quarto – mercoledì 11 h08.05
Piena – mercoledì 18 h04.34
Ultimo quarto – martedì 24 h20.50

PRINCIPALI EVENTI ASTRONOMICI DI SETTEMBRE
1 05.30 Inizio della miglior visibilità di Mercurio all’alba (orario indicativo)
3 03.55 Luna nuova
5 04.19 Mercurio alla massima elongazione ovest 18,1°
5 12.16 Congiunzione Luna – Venere 1,2°S, visibile attorno alle 20.00 a ovest
5 16.54 Luna all’apogeo (406.214 km)
6 06.11 Mercurio al primo quarto
8 01.39 Saturno al maggior splendore dell’anno (m 0,57)
8 05.53 Saturno all’opposizione
9 17.06 Mercurio al perielio (0,307 UA)
10 15.08 Congiunzione Luna – Antares 0,2°S, visibile dopo il tramonto a sud-ovest
11 08.05 Luna al primo quarto
12 14.53 Giove in quadratura occidentale
17 12.20 Congiunzione Luna – Saturno 0,3°N, visibile dopo il tramonto verso sud-est
18 04.34 Luna piena
18 04.43 Eclissi parziale di Superluna ☀️
18 09.34 Congiunzione Luna – Nettuno 0,7°N, visibile dopo il tramonto a est
18 15.25 Luna al perigeo (357.283 km, 3° perigeo più piccolo dell’anno), 1° Superluna 2024
22 00.42 Nettuno all’opposizione
22 09.12 Congiunzione Luna – Urano 4,5°N, visibile prima dell’alba verso sud-ovest
22 12.50 Congiunzione Luna – Pleiadi 0,2°N, visibile prima dell’alba verso sud-ovest
22 14.44 Equinozio d’autunno
23 06.00 Marte, Giove e Luna nell’Esagono Invernale visibile a sud-est
24 01.20 Congiunzione Luna – Giove 5,8°N, visibile a est
24 20.50 Luna all’ultimo quarto
25 13.48 Congiunzione Luna – Marte 4,9°N, visibile prima dell’alba a sud-est
26 13.03 Congiunzione Luna – Polluce 1,7°S, visibile prima dell’alba a sud-est
27 13.56 Congiunzione Luna – Presepe (3,4°N), visibile prima dell’alba a est
29 09.57 Congiunzione Luna – Regolo 3,0°N, visibile prima dell’alba a est
29 16.20 Mercurio in fase piena
30 22.58 Mercurio in congiunzione superiore

PIANETI
☿ MERCURIO brilla nella costellazione del Leone fino a lunedì 23 quando passa nella Vergine. Domenica 1 inizia la sua miglior visibilità prima dell’alba. Quel giorno fra le 5.30 e le 5.45 possiamo vederlo qualche grado sopra l’orizzonte orientale accompagnato dalla Luna al 3% circa 5° più sopra. Mercurio raggiunge la massima elongazione ovest giovedì 5, ovvero la massima distanza angolare dal Sole in direzione ovest rispetto alla nostra stella, distanza che in settembre è di 18,1°. Questo è il momento migliore per osservarlo prima dell’alba, anche grazie alla forte inclinazione dell’eclittica in quelle ore della giornata che fa sì che Mercurio sia anche più alto sopra l’orizzonte ed esca quindi dal bagliore solare. Il 5 Mercurio si presenta con magnitudine -0,23 e dimensioni angolari di 7,24”. La mattina dopo, venerdì 6, al telescopio possiamo vederlo al primo quarto; lunedì 9 invece raggiunge il perielio, la minima distanza (vera) dal Sole, pari a 46 milioni di chilometri. Mercurio rimane visibile fino a metà settembre, poi la sua elongazione dal Sole si accorcia sempre più fin quasi ad azzerarsi lunedì 30, quando va in congiunzione superiore.
♀ VENERE torna a essere visibile, specialmente a partire dalla seconda metà di settembre quando la sua elongazione supera i 27°. Lo troviamo a ovest dopo il tramonto già basso sull’orizzonte, una visione ancora piuttosto breve che a fine settembre arriva a mezz’ora. Tuttavia il pianeta è ben distinguibile grazie al suo elevato splendore che si attesta in media a -3,89 magnitudini e al suo diametro angolare che in media è di 12”. Venere si trova nella costellazione della Vergine e attorno alle 20.00 di giovedì 5, si può tentare l’osservazione del pianeta che, prima di tramontare, brilla circa 3° a ovest di una sottile falce di Luna appena al 6%. Lunedì 30 Venere si sposta nella Bilancia.
♂ MARTE prosegue la sua permanenza nel Toro fino a venerdì 6 quando entra nei Gemelli. Possiamo osservarlo nella seconda parte della notte, da quando sorge a est fin quasi al transito per un totale di circa sei ore. Marte aumenta in splendore con la sua magnitudine che nell’arco del mese scende da 0,78 a 0,48, mentre le dimensioni apparenti salgono da 6,55” a 7,52”. Prima dell’alba di mercoledì 25, volgendoci a sud-est, possiamo vederlo alcuni gradi a ovest della Luna, fresca di ultimo quarto e con cui sta per andare in congiunzione. In questa occasione possiamo anche approfittarne per guardare Marte e la non lontana Betelgeuse, perché il pianeta rosso ha raggiunto una magnitudine apparente di 0,48, simile a quella della supergigante rossa di Orione che è di 0,45, così che nella stessa regione di cielo troviamo due punti praticamente della stessa luminosità e dello stesso colore.
♃ GIOVE è stabile nel Toro e possiamo vederlo dalla mezzanotte a inizio mese o dalla tarda serata alla fine. Giovedì 12 in particolare si trova in quadratura occidentale, ovvero a ovest della nostra stella e con le congiungenti Giove-Sole e Terra-Sole che formano un angolo di 90°. In questa configurazione, Giove passa sul meridiano sei ore prima del Sole e si vede così nella seconda parte della notte. Giove è il re del firmamento: il suo splendore va in crescendo passando da -2,26 magnitudini a -2,46, mentre il suo diametro angolare a fine mese raggiunge i 42,12”. Prima dell’alba dei giorni dal 23 al 26, il settore sud-orientale del cielo è ricchissimo di punti luminosi impreziositi dal passaggio della Luna che dall’ultimo quarto va assottigliandosi; lì campeggia l’asterismo dell’Esagono Invernale che nel suo perimetro formato da Capella, Aldebaran, Rigel, Sirio, Procione e Polluce, ospita non soltanto Betelgeuse, ma anche Marte e Giove, più fulgente di tutti.
♄ SATURNO prosegue la sua permanenza nell’Aquario e domenica 8 va all’opposizione, ovvero si trova allineato alla Terra e al Sole col nostro pianeta in mezzo ai due. In questa configurazione, Saturno passa sul meridiano dodici ore dopo il Sole o, alternativamente, sorge al tramonto del Sole e viceversa, offrendosi così per tutta la durata della notte e alle condizioni migliori. All’opposizione infatti, i pianeti (esterni) raggiungono la luminosità e le dimensioni apparenti massime. L’8 settembre Saturno ha una magnitudine di 0,57 e un diametro angolare di 19,20”, i più alti dell’anno. Settembre è dunque il mese ideale per l’osservazione di questo pianeta e se vogliamo guardarlo accanto a qualche corpo celeste di rilievo, dobbiamo attendere martedì 17 quando va in congiunzione con la Luna, imminente alla fase piena.
♅ URANO brilla nel Toro insieme a Giove, ma verso il confine con l’Ariete. Sorge attorno alle 23.00 a inizio settembre e due ore prima alla fine. Nell’arco del mese aumenta la sua luminosità passando da 5,74 magnitudini a 5,69, così come le sue dimensioni apparenti che salgono da 3,64” a 3,73”. Nel giorno dell’equinozio d’autunno, domenica 22, prima dell’alba possiamo vederlo alto in cielo qualche grado sotto una Luna gibbosa calante con cui sta per andare in congiunzione, mentre 5° più sopra splendono le Pleiadi, in congiunzione con la Luna qualche ora dopo, una triade che dà così vita a un raggruppamento.
♆ NETTUNO prosegue la sua permanenza nei Pesci verso il confine con l’Aquario dove splende Saturno e, come quest’ultimo, è disponibile all’osservazione per tutta la notte perché domenica 22, primo giorno d’autunno, va anch’esso all’opposizione. Il suo diametro angolare è il massimo dell’anno pari a 2,36” che si mantengono per l’intero mese fino a metà ottobre, mentre la sua magnitudine tocca il valore minimo di 7,68 e Nettuno è pertanto al suo massimo splendore, per quanto la sua osservazione richieda comunque un buon binocolo.

✨ STELLE E COSTELLAZIONI
L’autunno è in arrivo e sulla volta celeste si legge chiaramente. Il grande quadrato di Pegaso incuneato fra i Pesci, incalza sempre prima il Triangolo Estivo che, sebbene in settembre culmini prima della mezzanotte, è già volto verso sudovest con la sua triade di perle estive: Vega nella Lira, Deneb nel Cigno e Altair nell’Aquila. Il Boote “che tardi tramonta” è invece ormai confinato a ovest con la sua lucente Arturo dai riflessi rubini, così come Ercole, l’Ofiuco e il Sagittario che sono anch’essi sulla via del tramonto, dove l’orizzonte occidentale le accoglie sempre prima; a metà settembre, Antares è già scomparsa alle 22.00. L’estate inizia a essere un ricordo nonostante occupi quasi tutto il mese e oggetti celebri come l’ammasso globulare M13 o l’ammasso aperto Anitra Selvatica M11, insieme a numerosi altri ammassi stellari si concedono per un tempo limitato.
Quello autunnale è un cielo più spoglio di oggetti profondi, quasi imitasse la stagione dai rami che perdono le loro foglie. Si impongono a 33.000 e 39.000 anni luce dalla Terra, gli ammassi globulari M15 in Pegaso e M2 nell’Aquario, magnifiche sfere densissime di stelle che brillano con magnitudine 6,30, mentre più a nord, la costellazione di Andromeda agganciata a quella di Pegaso dalla stella Alpha And, annuncia l’arrivo della sua splendida omonima galassia.

☀️ 18 SETTEMBRE: ECLISSI PARZIALE DI SUPERLUNA
La Luna piena di settembre è molto speciale: è la prima Superluna del 2024 e, nelle ore che precedono l’alba, va incontro a una piccola eclissi parziale, visibile dall’Italia per tutta la durata del fenomeno. L’orario non è tra i più confortevoli ma l’evento, trainato da Saturno che splende poco sotto il nostro satellite, vale lo sforzo di un risveglio anticipato. Sveglia puntata allora verso le 4.00 del mattino di mercoledì 18 settembre, in attesa che la Luna, tondeggiante a circa 30° di altezza sull’orizzonte sud-ovest, inizi a essere “addentata” dall’ombra della Terra. Quello è il momento in cui la Luna entra nel cono d’ombra, la fase dell’eclissi percepibile dal nostro occhio e che inizia alle 4.13 nella costellazione dell’Aquario. Appena mezz’ora dopo, alle 4.43, l’eclissi raggiunge il massimo col disco lunare oscurato al 3,5%; è un’inezia che giustifica fra l’altro la rapidità del fenomeno, ma questa fettina di Luna che manca è comunque ben percepibile. Da quel momento la Luna torna gradualmente a riempirsi e alle 5.13 esce dal cono d’ombra, a un’altezza di circa 18° sull’orizzonte occidentale. Due minuti dopo entra nella costellazione dei Pesci, mentre il fenomeno dell’eclissi si conclude alle 6.45 quando la Luna, ormai prossima a tramontare, esce anche dalla penombra, la regione in cui la luce del Sole non viene bloccata totalmente dal nostro pianeta, ma filtra risultando però attenuata.
Ricordiamo che un’eclissi di Luna si verifica quando la Terra è allineata e interposta fra il Sole e la Luna, così che la sua ombra cade sul nostro satellite. L’eclissi è totale (Luna rossa) quando il nostro satellite si trova al nodo, cioè nel punto di intersezione della sua orbita con la nostra, rispetto alla quale ha un’inclinazione di 5,1°. Se il disco lunare non è centrato su questo punto o non lo è abbastanza da permettere alla Terra di oscurarlo completamente, l’eclissi è parziale, come avviene questa volta.
Pur se solo accennata, l’eclissi parziale del 18, è speciale perché avviene nel giorno in cui la Luna raggiunge la minima distanza dalla Terra (il perigeo) che in settembre è di 357.283 km e dà così luogo alla prima Superluna del 2024.
La Superluna è un fenomeno di interesse popolare che si verifica quando la Luna diventa piena in prossimità o in concomitanza del perigeo più piccolo dell’anno. Le distanze minime e massime della Luna dalla Terra – perigeo e apogeo rispettivamente – sono dovute all’orbita ellittica su cui si muove il nostro satellite e, per via delle diverse perturbazioni gravitazionali che ne influenzano il moto, non sono mai perfettamente identiche, ma durante l’anno oscillano ciascuna tra un valore massimo e uno minimo. Quello del 18 settembre è il terzo perigeo più piccolo del 2024. Il primo si è avuto il 10 marzo, quando la Luna distava 356.893 km, ma quel giorno era in fase nuova e dunque non visibile. Il secondo invece l’avremo il mese prossimo e dunque sarà quella la massima Superluna del 2024.
Nei giorni di Superluna, il nostro satellite appare un po’ più grande e un po’ più luminoso rispetto all’ultimo apogeo in cui era piena o quasi. Il 18 settembre in particolare, il disco della Luna è circa il 12% più grande e il 23% più luminoso del 23 marzo, giorno di apogeo in fase piena. Sono percentuali pressoché impercettibili per il nostro occhio, anche perché dovremmo ricordarci dei dettagli del plenilunio di marzo! Tuttavia il fenomeno negli anni ha riscosso sempre più successo e la Luna, non c’è che dire, ci lascia sempre pieni di meraviglia, per cui che Superluna sia, impreziosita dalla seducente cornice dell’eclissi.
🌎 22 SETTEMBRE: EQUINOZIO D’AUTUNNO
Alle 14.44 ora italiana di domenica 22 settembre, inizia l’autunno. Il Sole, dopo aver raggiunto il punto più alto della sua orbita apparente nel giorno del solstizio d’estate, ha iniziato a ridiscenderla e il 22 settembre incrocia l’equatore celeste nel secondo punto equinoziale dell’anno, quello autunnale appunto.
Gli equinozi sono due momenti in cui simmetria e precisione si ristabiliscono. L’asse terrestre risulta infatti perpendicolare alla congiungente Terra-Sole col risultato che i due emisferi ricevono luce esattamente per metà giornata. Il fatto che all’atto pratico non sia proprio così, è dovuto principalmente alla luce crepuscolare, che rischiara il cielo un po’ prima dell’alba e un po’ dopo il tramonto, e alla rifrazione atmosferica che fa apparire il Sole un po’ più alto di quanto non sia veramente. Ma la parola equinozio significa “notte uguale”, nel senso che il numero delle ore di buio è uguale al numero delle ore di luce, una simmetria che proprio in autunno viene sottolineata. Il punto equinoziale di settembre viene infatti indicato con la lettera greca maiuscola Omega, perché la sua forma ricorda una bilancia in equilibrio, una scelta legata a sua volta alla costellazione che nell’antichità ospitava l’equinozio d’autunno, ovvero la Bilancia.
Quella della Bilancia è però una storia complicata… La sua origine non è successiva al I secolo a.C. quando, sotto il regno di Giulio Cesare, il gruppo di stelle venne ufficialmente (e definitivamente) staccato dallo Scorpione, di cui ne rappresentava le chele, per farne una costellazione che attraverso il disegno di una bilancia, evocasse l’equilibrio fra il dì e la notte che si ha agli equinozi. Peccato però che nel I secolo a.C. l’equinozio d’autunno, a causa del fenomeno della precessione, fosse già migrato nella Vergine da più di sei secoli! Difficile ricostruire come siano andate le cose. Certo, all’epoca le costellazioni non avevano i confini netti di oggi e l’equinozio d’autunno, pur essendo già nella Vergine, non era ancora troppo distante dalle stelle della Bilancia. Tuttavia non era più in quella regione di cielo. Il punto Omega si trovava nella Bilancia attorno al 1000 a.C. quando non possedeva questo nome e nemmeno esisteva la costellazione, però i Babilonesi chiamavano questo angolo del firmamento col nome di “bilancia del cielo”, evocando così la rappresentazione che i Romani secoli dopo avrebbero trasformato in costellazione. Dunque, sebbene al tempo di Giulio Cesare, la motivazione della genesi della costellazione della Bilancia non fosse vera, era però vero che lì mille anni prima l’equinozio d’autunno ci cadeva veramente e la civiltà dell’epoca aveva immaginato una bilancia celeste per rappresentare l’equilibrio fra luce e buio.
Ma gli equinozi di primavera e d’autunno ristabiliscono anche precisione, perché in questi due giorni dell’anno, il Sole sorge esattamente a est e tramonta esattamente a ovest.
E per finire, visto che il 2024 è un anno bisestile, cogliamo l’occasione per dire che mentre negli anni ordinari, gli equinozi e i solstizi ritardano di circa 6 ore rispetto all’anno precedente, nell’anno bisestile anticipano invece di circa 18 ore (sempre sull’anno precedente).
Il ritardo di sei ore è infatti dovuto alla differenza fra la durata dell’anno civile, arrotondato a 365 giorni, e la durata dell’anno tropico o solare, che corrisponde al tempo impiegato dal Sole per tornare a un equinozio o a un solstizio e che è pari a 365 giorni, 5 ore e 48 minuti. L’anno tropico è dunque più lungo di circa 6 ore, quelle che si sommano di anno in anno all’orario di inizio stagione. Ma per l’anno bisestile che ha un giorno in più, introdotto proprio per recuperare le 24 ore di cui nel frattempo l’anno civile è rimasto indietro rispetto a quello solare, è necessario togliere quelle 24 ore alle 6 annue per riallineare anche gli orari delle stagioni. Ecco allora che l’equinozio d’autunno che nel 2023 è stato alle 8.50 del 23 settembre, torna al 22 settembre indicativamente verso le 15.00 e precisamente alle 14.44. Questo è il motivo per cui le date che segnano l’inizio delle stagioni non sono fisse.

Ilaria Sganzerla ]

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