Cielo del mese – dicembre 2022

2022-12 Cielo di Dicembre⭐️ CALENDARIO ASTRONOMICO DI DICEMBRE 2022
I fenomeni astronomici di dicembre 2022, con la visibilità di stelle, pianeti e costellazioni.
❄️ Arriva l’inverno e con la nuova stagione anche il giorno più corto dell’anno. Le lunghe notti di dicembre ci mettono a disposizione la volta celeste per moltissime ore e ci regalano incantevoli visioni del firmamento. Protagonista fra i pianeti è MARTE che si avvicina al massimo alla Terra e raggiunge l’apice del suo splendore. Il pianeta dall’inconfondibile tonalità rosso-arancione si offre inoltre dal tramonto all’alba grazie all’opposizione dell’8 dicembre.
Dopo il tramonto possiamo vedere anche Giove, Saturno, Urano e Nettuno, mentre sul finire del mese torna timidamente ad affacciarsi a ovest, Venere, preceduto qualche giorno prima da MERCURIO che il 21 raggiunge la massima elongazione est. In dicembre sfreccia poi fra le stelle, lo splendente sciame meteorico delle GEMINIDI, più copioso delle Perseidi e che ha il suo picco d’intensità il 14 con 120 o anche 150 meteore all’ora. Fra le stelle è invece il momento del TRIANGOLO INVERNALE formato da Sirio, Procione e Betelgeuse, ma non sfuggono anche molti altri punti invernali fra i più brillanti come Rigel, Capella, Aldebaran, Procione e Polluce, a cui si aggiunge Regolo che sorge prima della mezzanotte. Le PLEIADI si mostrano in tutto il loro fulgore alte nel cielo e naturalmente continua a essere favorita l’osservazione della Galassia di Andromeda (M31) che transita nelle prime ore serali.

☀️ SOLE
Si trova nella costellazione dell’Ofiuco e dal 19 in quella del Sagittario che ospita il solstizio d’inverno, il punto dell’orbita apparente del Sole più distante dall’equatore celeste in direzione sud, che viene raggiunto il 21 dicembre dando inizio all’inverno.

FASI DELLA LUNA
Piena – giovedì 8 h05.07
Ultimo quarto – venerdì 16 h09.55
Nuova – venerdì 23 h11.16
Primo quarto – venerdì 30 h02.20

PRINCIPALI EVENTI ASTRONOMICI DI DICEMBRE
1 01.00 Marte alla minima distanza dalla Terra (0,544 UA)
1 14.20 Congiunzione Luna – Nettuno 3,2°S, visibile dopo il tramonto.
1 18.28 Raggruppamento Luna, Giove e Nettuno
2 01.55 Congiunzione Luna – Giove 2,5°S, visibile fino alle 00.30 circa.
5 18.57 Congiunzione Luna – Urano 0,6°N (occultazione)
6 21.00 Marte al massimo splendore (-2,02 magnitudini apparenti)
6 21.03 Congiunzione Luna – Pleiadi 2,7°S
8 05.07 Luna piena
8 05.23 Marte all’opposizione, m -1,95 più luminoso di Sirio (-1,45)
8 05.23 Congiunzione Luna – Marte 0,5°N (occultazione)
11 08.43 Congiunzione Luna – Polluce 1,8°S, visibile prima dell’alba.
12 01.29 Luna all’apogeo (405.868 km)
12 10.34 Congiunzione Luna – Presepe 4,0°N, visibile prima dell’alba.
14 06.38 Congiunzione Luna – Regolo 4,8°N
14 11.16 Sciame meteorico delle Geminidi (ZHR 120) ☄️
14 18.10 Nettuno in quadratura orientale
16 09.55 Luna all’ultimo quarto
18 15.13 Congiunzione Luna – Spica 4,1°N, visibile prima dell’alba.
21 16.22 Mercurio alla massima elongazione est (20,2°)
21 22.48 Solstizio d’inverno ☀️
22 00.15 Congiunzione Luna – Antares 2,2°N, non visibile.
22 00.50 Giove in quadratura orientale
23 11.16 Luna nuova
24 09.31 Luna al perigeo (358.269 km)
24 12.28 Congiunzione Luna – Venere 3,5°S, visibile con difficoltà dopo il tramonto.
24 17.15 Raggruppamento Luna, Mercurio e Venere, visibile con difficoltà.
26 08.28 Venere all’afelio (0,728221 UA)
26 17.10 Congiunzione Luna – Saturno 4,0°S
28 21.01 Congiunzione Luna – Nettuno 3,0°S
29 05.14 Mercurio al nodo ascendente
29 10.22 Mercurio stazionario moto retrogrado
29 11.32 Congiunzione Luna – Giove 2,3°S, visibile dopo il tramonto.
30 02.20 Luna al primo quarto

PIANETI
☿ MERCURIO è visibile a partire dall’ultima decade di dicembre dopo il tramonto in direzione ovest, grazie alla massima elongazione orientale che raggiunge il 21. In questa circostanza Mercurio segue il Sole nel suo tramonto e si trova nel punto prospetticamente più lontano da esso che in dicembre è di 20,2°. L’inclinazione dell’eclittica abbastanza pronunciata sull’orizzonte favorisce la visione del pianeta sempre arduo da osservare per via della sua vicinanza (vera) al Sole. Nonostante nell’arco del mese le sue dimensioni angolari aumentino da 4,98” a 8,91” perché Mercurio si sta avvicinando alla Terra, il suo splendore diminuisce con la magnitudine che cresce da -0,63 a 0,99 e questo per via delle fasi che attraversa durante il mese. Il 1° dicembre infatti è in fase quasi piena (93,6% di illuminazione) e via via si oscura sempre più raggiungendo il suo ultimo quarto il giorno 24 (illuminazione al 50%).
♀ VENERE si trova nella costellazione dell’Ofiuco fino all’8 dicembre quando passa nel Sagittario. Fino alla metà del mese – ma meglio attendere gli ultimi giorni affinché sia sufficientemente staccato dall’orizzonte – non è visibile perché ancora prospetticamente molto vicino al Sole. Si può tentare una fugace visione del pianeta nell’ultima decade di dicembre grazie alla sua alta luminosità (-3,90 magnitudini), ma è indispensabile avere l’orizzonte ovest completamente privo di ostacoli perché Venere è bassissimo.
♂ MARTE è stabile nel Toro e in dicembre è il protagonista del firmamento! Il 1° dicembre viene infatti a trovarsi alla minima distanza dalla Terra pari a 81.446 milioni di chilometri (0,544 UA), quasi tre volte più vicino rispetto alla sua distanza media. La prossimità al nostro pianeta si ripercuote sia sul suo splendore, che il 6 alle 21.00 raggiunge l’apice con -2,02 magnitudini, sia sulle sue dimensioni angolari che il 1° dicembre con 17,20” sono le massime dell’anno. La minima distanza dalla Terra è anche segnale di imminente opposizione e infatti l’8 dicembre Marte si trova proprio opposto al Sole, circostanza che lo pone nelle condizioni più favorevoli all’osservazione, dato che scambia i suoi orari di alba e tramonto con quelli del Sole e rimane così visibile per tutta la notte. L’8 dicembre infine è un giorno ricco di eventi per il pianeta rosso che già da novembre è più luminoso di Sirio, la stella più brillante della volta celeste. Alle 05.23 del mattino non solo va in opposizione, ma viene anche occultato dalla Luna giunta nella sua fase piena pochi minuti prima. Marte è visibile a ovest grossomodo fino a un’ora prima del culmine del fenomeno, quando comincia a sparire dietro il disco lunare, senza fare in tempo a riemergere per via dell’alba che sopraggiunge.
♃ GIOVE permane nella costellazione dei Pesci al confine con l’Acquario e la Balena e, nonostante sia sulla via del tramonto, grazie alle notti più lunghe si può osservare in media per sette ore dal calar del Sole. In particolare la sua visibilità è garantita per tutto il mese fino alle 23.30. Giove si sta allontanando dalla Terra come ci indicano la sua magnitudine, che nell’arco del mese cresce da -2,57 a -2,35, e le sue dimensioni apparenti che si rimpiccioliscono da 43,43” a 39,36”. Il 1° dicembre si trova in un raggruppamento con la Luna fresca di primo quarto e Nettuno.
♄ SATURNO si muove lentamente nei confini del Capricorno verso le stelle Gamma e Delta Cap e possiamo vederlo in direzione sudovest mediamente per quattro ore dopo il tramonto del Sole. La sua luminosità è in calo con magnitudine che passa da 0,79 a inizio dicembre a 0,86 alla fine, mentre il suo diametro angolare si riduce da 16,40” a 15,77”. L’unico appuntamento del mese è la congiunzione con la Luna il giorno 26 poco dopo il tramonto. La coppia si mostra a sudovest con Saturno che si trova 4° sopra una sottile falce di Luna in fase crescente, illuminata al 15%.
♅ URANO continua a dimorare nella parte meridionale dell’Ariete e si lascia osservare dal tramonto del Sole fino a notte fonda con una magnitudine media di 5,71 e un diametro angolare medio di 3,73”. Alle 18.57 del 5 dicembre viene occultato dalla Luna vicina alla fase piena.
♆ NETTUNO permane nell’Acquario al confine coi Pesci e si vede dal tramonto del Sole al massimo fino a mezzanotte all’inizio di dicembre, mentre alla fine del mese tramonta verso le 22.30. Brilla con una magnitudine media di 7,77, mentre le sue dimensioni apparenti si aggirano sui 2,28”. Il 1° dicembre si trova in congiunzione con la Luna che ha da poco inaugurato il primo quarto e, grazie alla presenza di Giove qualche grado più sopra, la triade forma un raggruppamento. Con la Luna, di nuovo vicina al primo quarto, si ritrova in congiunzione il 28 dicembre.

✨ STELLE E COSTELLAZIONI
Dicembre vede transitare prima della mezzanotte l’Ariete, Perseo e l’Eridano. L’Ariete evoca senz’altro l’astrologia essendo il primo segno dello Zodiaco. In effetti per mille anni, dal 1500 al 500 a.C., l’ARIETE è stata la costellazione che ha ospitato l’equinozio di primavera, il capodanno degli antichi, i quali lo hanno posto per questo come prima costellazione zodiacale. Il punto equinoziale primaverile è conosciuto anche come punto Gamma, proprio perché la lettera greca ricorda l’immagine stilizzata di un ariete. Per via della precessione degli equinozi però, oggi la primavera cade nella costellazione dei Pesci, mentre l’Ariete con le sue stelle poco appariscenti rimane a ricordarci il mito dell’ariete dal vello d’oro che, se non si conosce la vicenda, suona come un controsenso: come può non rifulgere una costellazione che ha origine da un manto d’oro? Senza entrare nei dettagli di questa storia molto bella e intensa della quale vale la pena andare conoscere la trama, diciamo che il motivo sta nel fatto che soltanto l’ariete è stato trasformato in stelle (è stato “catasterizzato”), mentre il prezioso manto è rimasto sulla Terra. L’Ariete si esaurisce in pratica nella sua mitologia perché non contiene oggetti celesti di particolare rilievo.
Diverso invece è il discorso per la costellazione di PERSEO che, oltre alla vicenda mitica particolarmente avvincente e che l’arte ha celebrato in innumerevoli opere, custodisce immagini cosmiche famose. Vicino alla stella Xi Per, splende infatti la NEBULOSA CALIFORNIA, una nube a emissione di magnitudine 6, così chiamata per la sua forma che ricorda lo Stato americano. Diametralmente opposta brilla invece, molto più debole con le sue 10,10 magnitudini, la nebulosa planetaria M76, nota anche col nome di PICCOLA CAMPANA MUTA per distinguerla dalla Campana Muta M27 nella Volpetta. Ma se questi sono oggetti che richiedono l’uso del telescopio, tutti possono invece ammirare a occhio nudo ALGOL, l’occhio della gorgone Medusa di cui l’eroe Perseo tiene in mano la testa. Algol è una stella variabile di magnitudine 2,05 non troppo lontano dalla Terra, dista circa 90 anni luce. Proprio il suo “ammiccare” evocò negli antichi la figura del diavolo, questo il significato del nome in arabo; non riuscendo a giustificare il misterioso comportamento, sembrò loro che la stella fosse posseduta dal demonio. Fu solo nel 1783 che un giovanissimo ragazzo appassionato di astronomia, John Goodricke (1764-1786), riuscì a interpretare correttamente l’accendersi e spegnersi della stella: Algol si trova in un sistema binario in cui la compagna, la subgigante rossa Algol B, ruotando attorno alla stella principale, Algol A, la eclissa quando le passa davanti. Algol è stata la prima variabile a eclisse scoperta dall’uomo e le due stelle sono molto vicine fisicamente, distando appena 2,7 UA.
Fra gli astri del Toro, di Orione e della Balena, inizia infine l’ERIDANO, la costellazione in cui gli antichi Greci videro la rappresentazione del fiume Po. Come si può intuire l’Eridano è un lungo serpeggiare di stelle. E’ la sesta costellazione più grande delle 88 esistenti e non è semplice da ricostruire. Il punto più immediato da cui cominciare è sicuramente la stella Beta Eri di magnitudine 2,75, appena sopra Rigel. Con l’aiuto di una mappa, il nostro percorso a un certo punto però si interrompe perché alle nostre latitudini l’Eridano non è visibile per intero. L’ultima stella che possiamo teoricamente scorgere è la debole s Eri di magnitudine 4,70, che si stacca dall’orizzonte al massimo di 2,7°. Anche se ci è preclusa, la stella con cui l’Eridano finisce – ma che in realtà ne è la foce – è Achernar, Alpha Eri, la nona stella più luminosa del firmamento con magnitudine 0,45.

☄️ 14 DICEMBRE 2022: SCIAME METEORICO DELLE GEMINIDI
Forse solo gli appassionati e gli addetti ai lavori sanno che ci sono stelle cadenti ancora più spettacolari delle Perseidi: sono le Geminidi, uno sciame meteorico attivo per poco più di un mese, che circa a metà dicembre ha il suo picco di intensità che può arrivare fino a ben 150 meteore all’ora! Sono visibili teoricamente quando il radiante è allo zenith. Il radiante è il punto da cui sembrano provenire le stelle cadenti e quello delle Geminidi si trova a 7h24m di ascensione retta e +32,3° di declinazione, ovvero è circa 2,5° a nord di Castore.
Restando in tema di intensità, le Perseidi per confronto hanno un massimo teorico di 100 meteore all’ora e rientrano anch’esse fra le stelle cadenti più abbondanti, una caratteristica che abbinata al fatto di capitare in estate, le avvantaggia notevolmente in quanto a popolarità. Le Geminidi, passando in prossimità dell’inverno, risultano penalizzate eppure, in condizioni meteo favorevoli, sono particolarmente suggestive. Lasciano infatti scie molto luminose e frequenti che sfrecciano nel firmamento a quasi 34 km/s. Oltre alla loro intensità da primato, le Geminidi sono l’unico sciame che non ha un’origine cometaria. Ad aver disseminato nello spazio minuscoli frammenti rocciosi che al contatto con l’atmosfera terrestre si incendiano dando luogo alle stelle cadenti, è stato infatti un asteroide, una roccia a tutti gli effetti che quando passa vicino al Sole, per sua natura non produce né chioma né coda che sono invece i tratti distintivi delle comete. L’asteroide si chiama 3200 Phaethon e non è ancora chiaro come si sia staccata la scia di detriti.
Il picco delle Geminidi quest’anno cade il 14 dicembre, ma anche i giorni immediatamente prima e dopo vanno bene per cercarle nel firmamento. Il radiante sorge attorno alle 18.00, un orario comodo per iniziare l’osservazione che, al trascorrere delle ore diventa sempre più favorita perché è sempre più alto in cielo. Quest’anno in realtà possiamo disporre di un cielo completamente buio solo fino alle 22.30 perché poi sorge la Luna. Il nostro satellite è vicino all’ultimo quarto e volge al radiante delle Geminidi la sua porzione non illuminata, un piccolo vantaggio. Ricordiamo comunque che non c’è una direzione privilegiata per intercettare le stelle cadenti: le scie si diramano in tutte le direzioni. Volgendo lo sguardo verso il radiante, vedremo scie più numerose ma più corte; lontano dal radiante invece sono più rare ma più lunghe. Dopo le Perseidi d’estate, non perdete dunque l’occasione per stupirvi di nuovo con le spettacolari Geminidi!

21 DICEMBRE 2022: SOLSTIZIO D’INVERNO
Il 21 dicembre alle 22.48, il Sole raggiunge il solstizio d’inverno, il punto della sua orbita apparente (l’eclittica) più distante dall’equatore celeste in direzione sud, la cui declinazione è di -23°27’. L’emisfero boreale sperimenta così il giorno più corto dell’anno e inizia l’inverno. La data del solstizio d’inverno non è fissa ma oscilla fra il 21 e il 22 dicembre a causa dell’introduzione degli anni bisestili che vanno a compensare la durata dell’anno civile con quella dell’anno tropico o solare, l’anno che misura il tempo impiegato dal Sole per tornare all’equinozio e dura 5h48m in più.
Anche rispetto alle stelle nulla è fisso, perché la costellazione che fa da sfondo al solstizio d’inverno cambia nel tempo per via della precessione degli equinozi e lo stesso vale per quelle degli altri tre punti cardinali che segnano le stagioni. L’asse terrestre infatti non mantiene costante la sua direzione, ma si comporta come l’asse di una trottola e ruotando, disegna un cono che completa in circa 26.000 anni. Questa variazione di inclinazione si traduce in un anticipo (precessione) dell’istante in cui la Terra raggiunge il punto equinoziale pari a 20 minuti l’anno, dove il calcolo è riferito alla posizione della Terra rispetto alle stelle che, per la loro grande distanza, si possono considerare fisse. L’effetto è che nel tempo le costellazioni che ospitano equinozi e solstizi, cambiano. Se duemila anni fa il solstizio d’inverno cadeva nel Capricorno, oggi è arretrato fra le stelle del Sagittario. Il Tropico del Capricorno, che è il parallelo terrestre di latitudine -23°27’ corrispondente alla declinazione meridionale massima del Sole, ricorda proprio l’epoca in cui la costellazione indicava l’inizio dell’inverno.
Non mi resta ora che augurarvi buone osservazioni e, visto il periodo, mando anche un sentito Buon Natale a ciascuno di voi.

[ Ilaria Sganzerla ]

Una risposta a Cielo del mese – dicembre 2022

  • Carmela scrive:

    Che bello ed affascinante questo racconto! Le stelle, le costellazioni governano le nostre vite e la natura senza che, la maggioranza di noi ne abbia contezza. Un vero peccato, così tanta mancanza di conoscenza!. Grazie, per l’intenso storytelling!

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