Cielo del mese – maggio 2023

2023-05-Cielo-di-maggio- ⭐️ CALENDARIO ASTRONOMICO DI MAGGIO 2023
I fenomeni astronomici di maggio 2023, con la visibilità di stelle, pianeti e costellazioni.
Il mese delle galassie ha ufficialmente inizio! In maggio culminano le costellazioni della Vergine e dell’adiacente Chioma di Berenice che ne sono autentici forzieri insieme ad altre che ne fanno dono a chi le esplora al telescopio. Restando nel Sistema Solare invece, Venere è la sfolgorante protagonista del cielo serale con una luminosità che potremmo definire incandescente, al contrario di Marte che a fine mese inizia a scomparire nella “botte degli Aloadi” perdendo quella brillantezza per cui bastava il colpo d’occhio per riconoscerlo. Negli stessi giorni a est riappare Giove, seppure alquanto effimero nel crepuscolo mattutino, mentre Saturno è visibile nelle due-tre ore che lo precedono. In maggio poi non mancano altre stelle cadenti, le Eta Aquaridi, uno fra gli sciami più copiosi, residuo della famosa cometa di Halley, e che ha il suo picco di intensità sabato 6, poco dopo il plenilunio, circostanza non favorevole alla loro cattura, ma dalla quale ci possiamo svincolare grazie al lungo periodo di attività di queste meteore che va dalla metà di aprile alla fine di maggio. A titolo informativo il 5 maggio, si verifica un’eclissi lunare di penombra, fenomeno che oscura la Luna in modo pressoché impercettibile per il nostro occhio e che è osservabile solo nella fase di uscita dalla penombra e soltanto da alcune località dell’Italia meridionale, dove il nostro satellite sorge prima.

☀️ SOLE
Si trova nella costellazione dell’Ariete e dal 15 in quella del Toro.

FASI DELLA LUNA
Piena – venerdì 5 h19.34
Ultimo quarto – venerdì 12 h16.28
Nuova – venerdì 19 h17.53
Primo quarto – sabato 27 h17.22

PRINCIPALI EVENTI ASTRONOMICI DI MAGGIO
2 01:18 Mercurio in Congiunzione inferiore
4 03.23 Congiunzione Luna – Spica 3,3°N
4 06.24 Mercurio alla minima distanza dalla Terra di tutto l’anno (0,559 UA)
4 12.14 Mercurio al nodo discendente
5 19.22 Eclissi lunare di penombra
5 19.34 Luna piena
6 01.54 Sciame meteorico delle Eta Aquaridi (ZHR 60) ☄️
7 15.08 Congiunzione Luna – Antares 1,5°N, visibile prima dell’alba.
9 23.26 Urano in congiunzione col Sole
10 22.01 Congiunzione Marte – Polluce 5,1°S
11 06.56 Luna al perigeo (369.344 km)
12 16.28 Luna all’ultimo quarto
13 15.05 Congiunzione Luna – Saturno 3,3°S, visibile prima dell’alba.
14 21.09 Mercurio all’afelio (0,467 UA)
15 03.24 Congiunzione Luna – Nettuno 2,2°S, visibile prima dell’alba.
15 05.23 Mercurio di moto stazionario diretto
17 15.16 Congiunzione Luna – Giove 0,8°N (occultazione), visibile con difficoltà nel crepuscolo mattutino, non in occultazione.
19 17.53 Luna nuova
23 14.08 Congiunzione Luna – Venere 2,2°N, visibile dopo il tramonto.
24 04.14 Congiunzione Luna – Polluce 1,6°S, visibile dopo il tramonto del 23.
24 19.32 Congiunzione Luna – Marte 3,8°N, visibile dopo il tramonto.
24 22.00 Raggruppamento Luna, Marte, Presepe (M44)
25 05.52 Congiunzione Luna – Presepe (M44) 4,1°N, visibile dopo il tramonto del 24.
26 03.38 Luna all’apogeo (404.509 km)
27 02.08 Congiunzione Luna – Regolo 4,5°N, visibile fino all’1.30 circa.
27 17.22 Luna al primo quarto
27 22.00 Ingresso di Marte nella botte degli Aloadi (data e ora indicative)
28 12.46 Saturno in quadratura occidentale
29 07.18 Mercurio alla massima elongazione ovest 24,9°
30 18.11 Congiunzione Venere – Polluce 4,1°S, visibile dopo il tramonto.
30 22.25 Marte all’afelio (1,666 UA)
31 12.43 Congiunzione Luna – Spica 3,2°N, visibile dopo il tramonto.

PIANETI
☿ MERCURIO rimane tra i confini dell’Ariete, ma per tutto il mese non è visibile perché martedì 2 maggio va in congiunzione inferiore col Sole. Si trova davanti alla stella ed è pertanto nella sua fase nuova, così da risultare completamente oscurato. Lunedì 29 si trova invece alla massima elongazione ovest, cioè nel punto a occidente prospetticamente più lontano dal Sole, motivo per cui sarebbe il momento di miglior visibilità del pianeta dato che forma un angolo di 24,9° col Sole e la Terra. Tuttavia questa condizione non è sufficiente a garantirne una buona visione se non è accompagnata da un’adeguata inclinazione dell’eclittica sull’orizzonte e in maggio l’eclittica è poco inclinata (circa 25°), col risultato che Mercurio rimane eccessivamente immerso nella luce crepuscolare del mattino per essere distinguibile. Anche se invisibile, giovedì 4 maggio si trova alla minima distanza dalla Terra di tutto l’anno, pari a quasi 84 milioni di chilometri (0,559 UA), mentre domenica 14 è all’afelio, la massima distanza dal Sole che per Mercurio è di circa 70 milioni di chilometri (0,467 UA).
♀ VENERE inaugura il mese di maggio fra le stelle Zeta e Beta del Toro, ma sale rapidamente verso i Gemelli dove si trasferisce lunedì 8 maggio. Possiamo ammirare il pianeta per circa tre ore dopo il tramonto con una luminosità che va in crescendo da -4,15 magnitudini a inizio mese a -4,37 alla fine, valori molto alti che rendono lo splendore di Venere oltre sette volte quello di Giove e ben 180 volte superiore alla luminosità di Marte. Il pianeta, che si sta avvicinando all’ultimo quarto, ha una dimensione angolare che nell’arco del mese aumenta da 17,08” a 22,53”. Martedì 23 dopo il tramonto possiamo vederlo sotto un sottile spicchio di Luna crescente illuminato al 16,5%, mentre il martedì successivo, 30 maggio, brilla qualche grado più a est di Polluce, la gigante arancione dei Gemelli, con cui è stato in congiunzione nel tardo pomeriggio.
♂ MARTE appare alto in cielo al calar del Sole in direzione ovest. Brilla dalla costellazione dei Gemelli dove rimane fino a mercoledì 17 quando varca i confini del Cancro. Possiamo osservarlo ancora piuttosto a lungo – per quattro ore in media – ma il pianeta rosso si sta in realtà dileguando sempre più. Sul finire del mese infatti, Marte entra nella “botte degli Aloadi”, come narra il mito evocato da Omero e di cui l’astrofisico Paolo Colona ha svelato l’insospettata valenza astronomica. Senza togliere il piacere della lettura della vicenda e dei dettagli che hanno portato alla scoperta del significato astronomico del mito, diciamo solo che per tredici mesi Marte o è molto debole o è assente dal firmamento, un lungo periodo che circonda il giorno in cui va in congiunzione col Sole e che il mito ha associato alla prigionia del dio della guerra dentro una botte. L’episodio mitico quest’anno inizia sul finire di maggio, mese in cui Marte diminuisce il suo splendore da 1,26 a 1,52 magnitudini, valori che iniziano a essere fra i più bassi della sua luminosità, e riduce il suo diametro angolare da 5,37” a 4,69”. Prima di eclissarsi lentamente, possiamo osservarlo in congiunzione con Polluce la sera di mercoledì 10 maggio.
♃ GIOVE risente della congiunzione di aprile col Sole e non è mai visibile se non per mezz’ora o poco più a fine maggio quando affiora a est prima dell’alba. Venerdì 19 lascia la costellazione dei Pesci per entrare in quella dell’Ariete.
♄ SATURNO continua la sua permanenza nell’Aquario e possiamo vederlo in media per oltre due ore a est prima dell’alba. Il pianeta si sta avvicinando alla Terra e di conseguenza sia le sue dimensioni apparenti che il suo splendore crescono. In particolare, il suo diametro angolare sale da 16,32” a 17,14”, mentre la sua magnitudine apparente aumenta da 0,93 a 0,86. Come possiamo notare Saturno, benché circa dieci volte più lontano di Venere dalla Terra, a fine mese ha dimensioni apparenti simili a quelle di Venere di inizio maggio (rispettivamente 17,14” e 17,08”). Questo naturalmente dipende dal fatto che Saturno è 10 volte più grande di Venere. L’11 agosto prossimo, Venere sarà a circa 43 milioni di chilometri da noi, mentre il 25 agosto Saturno sarà 30 volte più lontano, a 1,3 miliardi di chilometri dalla Terra, entrambi alla minima distanza dal nostro pianeta, in questa circostanza, le dimensioni angolari saranno di 58” per Venere e di 19” per Saturno!
♅ URANO dimora nell’Ariete ma non è visibile perché martedì 9 maggio va in congiunzione col Sole. In questa configurazione, la Terra, il Sole e Urano sono allineati con il Sole che si pone fra noi e il pianeta, il quale risulta così prospetticamente dietro la nostra stella. All’atto pratico, significa che i suoi orari di alba e tramonto sono molto simili a quelli del Sole e dunque Urano si trova sempre immerso nella sua luce. Torneremo a vederlo con un minimo di agio in luglio, stavolta a est prima dell’alba.
♆ NETTUNO brilla nella costellazione dei Pesci con splendore crescente che si aggira sulle 7,81 magnitudini e diametro angolare medio di 2,24”, anch’esso in aumento. Sorge prima dell’alba e inizia a mostrarsi agevolmente da metà maggio, anche se il tempo a disposizione per osservarlo è molto breve per via della luce crepuscolare che rischiara il giorno sempre prima. Nel cuore della notte di lunedì 15 maggio va in congiunzione con un sottile spicchio di Luna calante che riluce un paio di gradi più sotto.

✨ STELLE E COSTELLAZIONI
Se con l’inizio della primavera le galassie hanno fatto la loro comparsa in gran numero, maggio è il mese in cui si offrono alle migliori condizioni di osservazione, perché le costellazioni in cui dimorano raggiungono l’altezza massima sull’orizzonte nella comoda fascia oraria che precede la mezzanotte. Muniti di telescopio, in direzione sud, sotto il timone del Grande Carro, la debole costellazione dei Cani da Caccia apre la rassegna con la magnifica galassia Vortice (M51); di magnitudine 8,10, la prima galassia di cui si è vista la struttura a spirale nel 1845. Nella stessa costellazione si schiude anche la spirale M63, l’incantevole galassia Girasole di magnitudine 8,59. Poco sotto brillano le stelle appena accennate della Chioma di Berenice, costellazione che ospita il polo nord della Via Lattea ma anche diverse galassie e, fra le tante, la famosa Occhio Nero (M64) di magnitudine 8,52, ricca di fascino per via della fascia scura di polvere che abbraccia metà del suo disco. Scendendo a sud della Chioma di Berenice veniamo introdotti nell’ammasso della Vergine, la cui costellazione è la seconda più grande della volta celeste. Nell’incavo fra le stelle Vindemiatrix, Porrima e Beta Vir, la Vergine custodisce il celeberrimo ammasso dove più di duemila galassie a ben 50 milioni di anni luce da noi sprigionano la loro luce insieme all’ellittica gigante M87, il cuore dell’ammasso. Scendendo troviamo infine le stelle del Corvo, che non superano i 29° di altezza e ospitano le deboli galassie interagenti di undicesima magnitudine, NGC 4038 e NGC 4039, più note come Antenne. Un piccolo ammasso galattico molto fotografato è anche la nota Tripletta del Leone, ubicata nei dintorni di Coxa (Theta Leo) e formata dalle suggestive spirali M65, M66 e NGC 3628 che splendono a 35 milioni di anni luce dalla Terra.
Se le galassie sono le protagoniste indiscusse della notte, le costellazioni lungo il meridiano ci offrono però anche ammassi globulari degni di ammirazione, come per esempio M3 nei Cani da Caccia, un concentrato di mezzo milione di stelle lontanissime che rilucono in una sfera di appena 180 anni luce di diametro, dando all’ammasso una magnitudine di 6,20, mentre M53 nella Chioma di Berenice brilla con magnitudine 7,70 prodotta da migliaia di stelle racchiuse in una sfera del diametro di 220 anni luce.
Fra le stelle invece, a metà maggio transita alle 23.00 il Triangolo di Primavera formato da Arturo nel Bootes, Denebola nel Leone e Spica nella Vergine, ponendosi così al centro della scena siderale. Ma richiama l’attenzione anche la stella Alpha dei Cani da Caccia, in origine conosciuta come Asterion e che sul finire del Seicento è stata ribattezzata evocando il nome di un re, anzi di due: Carlo I e Carlo II d’Inghilterra, il cui cuore batte in Cor Caroli, la stella nana di colore bianco-azzurro di magnitudine 2,85.
In direzione ovest tramontano invece poco dopo la mezzanotte le ultime costellazioni invernali del Toro, dei Gemelli e di Procione, mentre a est le stelle del Triangolo Estivo, Deneb, Vega e Altair si annunciano a cavallo della mezzanotte, seguite dall’Ofiuco, dallo Scorpione e dal Sagittario. In quest’ultima pulsa il cuore della nostra galassia, la Via Lattea, di cui possiamo vedere transitare la scia prima dell’alba: l’estate è alle porte.

5 MAGGIO: ECLISSI LUNARE DI PENOMBRA
Il plenilunio di venerdì 5 maggio nasce all’insegna di un’eclissi di penombra. All’atto pratico il fenomeno non è percepibile a occhio nudo, perché l’oscuramento prodotto dalla penombra della Terra è impercettibile (la Luna passa da una magnitudine di -12,98 fuori dalla penombra a una di -12,59 nella fase massima all’interno della penombra). Oltretutto possiamo assistere solo alla fine dell’eclissi, perché l’attraversamento della debole zona d’ombra avviene quasi tutto prima che la Luna sorga. Si tratta dunque di un fenomeno che segnaliamo per pura informazione. Alcune città italiane come Ragusa e Siracusa, potranno seguire la fase di uscita dalla penombra perché la Luna sorge prima che nel nord del Paese.

☄️ 6 MAGGIO: SCIAME METEORICO DELLE ETA AQUARIDI
Verso le 2.00 di notte di sabato 6 maggio, la Terra attraversa la zona con la concentrazione più alta di detriti lasciati dalla cometa di Halley. Il contatto con l’atmosfera terrestre di queste particelle genera delle fugaci scie di luce, le meteore, popolarmente note come stelle cadenti. Esse sembrano irraggiarsi da un unico punto chiamato “radiante”; quello in questione si trova a 22h36m di ascensione retta e -1° di declinazione e cade vicino alla stella Eta dell’Aquario, la quale dà così il nome allo sciame: le stelle cadenti che sfrecciano raggiungendo il picco (teorico) di 60 meteore all’ora sono le Eta Aquaridi, uno degli sciami più copiosi e che quest’anno ha tuttavia la sua massima intensità a ridosso del plenilunio. Anche se verso le 3.00 del mattino quando sorge il radiante delle Eta Aquaridi, la Luna è già a sudovest, l’intera notte non gode dell’oscurità totale così che distinguere le scintille luminose risulta difficoltoso. Le Eta Aquaridi tuttavia hanno il vantaggio di avere un lungo periodo di attività, perché la Terra entra nella regione cometaria a metà aprile e ne esce a fine maggio. La densità di frammenti aumenta naturalmente in prossimità del picco e i giorni nelle sue vicinanze sono pertanto favorevoli all’osservazione. Come di consueto ricordiamo che non c’è una direzione privilegiata verso cui rivolgersi, ma semplicemente guardando verso il radiante, le scie appaiono più numerose ma corte, mentre lontano dal radiante sono meno numerose, ma più lunghe.

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