Gli esopianeti più simili alla Terra

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Cerchi un’altra Terra? Un team internazionale di ricercatori ha individuato quali, tra gli oltre 4.000 esopianeti scoperti dalla missione Kepler della NASA, abbiano maggiore probabilità di essere simili alla nostra casa nel cosmo.

La ricerca, descritta in un articolo su Astrophysical Journal, individua 216 pianeti situati all’interno della “zona abitabile”, la zona attorno ad una stella dove la superficie di un pianeta potrebbe contenere acqua allo stato liquido. Fra questi, ne sono stati indicati 20 come i migliori candidati ad essere pianeti rocciosi abitabili simili alla Terra.

“Questo è il catalogo completo di tutti gli esopianeti scoperti da Kepler nella zona abitabile della loro stella”, ha detto Stephen Kane, della San Francisco State University e autore principale dello studio. “Ciò significa che possiamo concentrarci su questi pianeti individuati ed eseguire studi successivi per saperne di più”.

Lo studio conferma inoltre che la distribuzione dei pianeti trovati da Kepler all’interno della zona abitabile è la stessa di quella dei pianeti al di fuori, evidenza aggiuntiva del fatto che l’Universo è pieno di pianeti e satelliti in cui la vita potrebbe potenzialmente esistere. I limiti della zona abitabile sono un fattore critico. Se un pianeta è troppo vicino alla sua stella, sperimenta un effetto serra amplificato, mentre se è troppo lontano, l’acqua ghiaccia. Kane ed i suoi colleghi hanno ordinato i pianeti in base ad una interpretazione della zona abitabile sia conservativa sia più ottimistica. Poi li hanno ordinati ulteriormente a seconda delle dimensioni del pianeta: pianeti rocciosi più piccoli a confronto con giganti gassosi più grandi.

Le quattro categorie hanno lo scopo di aiutare gli astronomi a concentrarsi su un fattore in particolare nel loro studio. Chi va in cerca di lune che potrebbero presentare la vita può cercare nella categoria dei giganti gassosi, per esempio. I 20 pianeti nella categoria più restrittiva, rocciosi e nella zona abitabile definita in modo più restrittivo, sono quelli che hanno maggiore probabilità di essere simili alla Terra. Kane ha già iniziato a raccogliere ulteriori dati su questi esopianeti, così come su quelli delle altre categorie.

Lo studio e la catalogazione degli oltre 4.000 esopianeti hanno richiesto più di tre anni e hanno coinvolto ricercatori della NASA, dell’Arizona State University, del Caltech, dell’Università delle Hawaii, Manoa, dell’Università di Bordeaux, della Cornell University e dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics. Il team comprendeva Natalie Hinkel e Michelle Hill.

“È emozionante vedere l’enorme quantità di pianeti che ci sono là fuori, e questo ti fa riflettere sul fatto che non ci sia possibilità dell’assenza di un luogo dove potrebbe trovarsi la vita”, ha detto Hill. “Questo studio è davvero un grande traguardo volto a rispondere alle domande fondamentali su quanto sia comune la vita nell’Universo e su quanto siano comuni i pianeti simili alla Terra”, ha aggiunto Kane.

[ Barbara Bubbi ]

http://phys.org/news/2016-08-team-second-earth-candidates.html

Credit: Danielle Futselaar

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