Gobba a ponente, luna crescente; gobba a levante, luna calante
Come si fa a capire se la Luna è crescente o calante? Cosa si intende per “gobba a levante”? Come si riconoscono le fasi lunari? Una breve chiarificazione sul moto della Luna e le sue fasi.
Parlando di Luna, tutti conoscono il detto:
«Gobba a ponente, luna crescente; gobba a levante, luna calante»
ma non tutti sanno il motivo per cui questo detto può essere molto semplificato, e talvolta sfugge persino il suo autentico significato.
Tanto per cominciare: quale sarebbe la “gobba” della Luna?
La gobba di cui parla il proverbio è la convessità della falce di Luna. In altre parole, quando la Luna ha una forma di parentesi, la gobba è il lato esterno della parentesi.
Il detto però non vale soltanto quando la Luna è una falce: anche dopo il primo quarto, quando è convessa da entrambi i lati, la “gobba” del detto è sempre la parte più tonda.
Chiarito questo aspetto, la questione si può rendere ancora più semplicemente in questo modo: quando la gobba è a destra la Luna è crescente, quando è a sinistra è calante (per un osservatore dell’emisfero nord). Infatti nel nostro emisfero la Luna è orientata con il nord nella metà superiore della sua figura, pertanto l’ovest (ponente) sarà sempre a destra e l’est a sinistra.
Il detto quindi si può parafrasare così: “gobba a destra, la Luna cresce; gobba a sinistra, la Luna cala“.
Il che ha il vantaggio di non dover per forza fare mente locale per capire dove sono i punti cardinali (cosa peraltro estremamente facile per chi osserva il cielo).
Una chiave mnemonica per ricordarsi la relazione può essere questa: quando la gobba è sul lato della mano forte la Luna cresce, quando è sul lato della mano debole la Luna cala.
Esistono poi popolarmente altri modi per capire se la Luna è crescente o calante.
Va detto che nessuno di questi (e nemmeno il proverbio) è utilizzato da chi osserva usualmente il cielo: che la Luna stia crescendo o calando è un dato ovvio di per sè (per via dell’orientamento della “gobba”, della direzione in cielo a seconda delle fasi, dell’orario in cui si sta osservando, tutte cose alle quali un astrofilo praticante è totalmente abituato) che non necessita di nessuna regola mnemonica.
Tuttavia, per completezza, ricordiamo anche altri metodi.
Uno dei più noti è quello della “Luna bugiarda”, che suggerisce di basarsi sulla somiglianza delle falci lunari con le lettere stampatelle maiuscole C e D, iniziali di crescente e decrescente, con l’avvertenza però che la Luna è “bugiarda” e quindi quando è una C decresce e quando è una D cresce.
Lo stesso si può riassumere così: «basta ricordarsi “la cicala”: C cala, D cresce»… Variante efficace per la sua brevità.
E sempre alle lettere fa ricorso un’altra regola: quando la Luna disegna una P, la gobba è rivolta a ponente, se è una L è a levante (e di conseguenza una Luna a forma di P cresce, a forma di L cala).
Oppure il metodo suggerito da Amedeo Balbi nel suo blog Kepler: il confine tra la parte illuminata e quella in ombra si sposta sempre da destra verso sinistra come si sfoglia un libro per cui “se a destra c’è l’ombra, la sera successiva la zona d’ombra sarà più grande, e così via. Se invece a destra c’è la parte illuminata, questa diventerà più grande le sere successive.”
Ma ripetiamo, chiunque osservi il cielo con un minimo di abitudine sa la fase a colpo d’occhio. Ad esempio una falce visibile ad ovest non può che essere crescente, mentre, se è ad est, un astrofilo sa che è per forza calante. Anche l’orario in cui si vede la Luna indica subito se cresce o cala: se la Luna si vede la sera è crescente, se si vede al mattino è calante (e questo vale per entrambi gli emisferi!)
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Volendo approfondire la questione: perché avviene quanto dice il proverbio? Cioè, perché la Luna cresce quando la parte pienamente illuminata è a ovest e cala quando è illuminata da est? Il motivo è che i corpi maggiori del Sistema Solare orbitano tutti nella stessa direzione: in senso antiorario se li osserviamo da nord. Questo fa sì che la Luna, vista dal nostro emisfero, si sposti costantemente verso est / sinistra (rispetto allo sfondo delle stelle, non rispetto all’orizzonte: il primo moto è dovuto alla rivoluzione della Luna, il secondo, circa 30 volte più rapido, alla rotazione della Terra). Per questo motivo la Luna ogni volta che, nel suo giro attorno a noi, incontra il Sole, lo avvicina da destra (e quindi la sua parte illuminata è a sinistra) e se ne allontana portandosi alla sua sinistra (e quindi la Luna è illuminata da destra). Naturalmente questo movimento corrisponde anche alle fasi della Luna: quando la Luna si avvicina angolarmente al Sole mostra fasi sempre più minute, cioè “cala”, mentre quando se ne allontana “cresce” mostrando fasi sempre più luminose.
Una riflessione sui tempi che corrono: questo detto, il fatto stesso che esista, è indice di quanto ci siamo allontanati dal cielo rispetto agli usi degli antichi. Immaginatevi se ai tempi di Omero qualcuno avrebbe mai dovuto ricorrere a una rima per sapere se la Luna era crescente o calante. O anche ai tempi dell’homo ergaster, volendo. Veniamo da un passato in cui una poetessa, di notte, dava un’occhiata al cielo, vedeva che era tramontata la Luna, erano sparite le Pleiadi e quindi sapeva che era mezzanotte… Oggi solo un astronomo o astrofilo esperto potrebbe replicare tale impresa (e capire peraltro che si trattava di una luna crescente alla fine dell’inverno), ma all’epoca era un fatto di vita quotidiana, una cosa di tutti, che quindi poteva benissimo figurare nell’apertura di una poesia.
Vediamo una curiosità che potrebbe creare dubbi: la Luna tra il primo quarto e la piena si chiama gibbosa crescente, e quella dopo il plenilunio e fino all’ultimo quarto si chiama gibbosa calante. Il termine “gibbosa” sta per “gobba” ed è giustificato dal fatto che la Luna in quelle fasi mostra un terminatore convesso, rivolto all’esterno come una gobba (il terminatore è la linea che separa l’emisfero illuminato da quello in ombra e il cui aspetto determina la fase lunare). Detto questo, ricordiamo che nel proverbio per gobba si intende sempre e solo la parte più piena e rotonda della Luna, quindi il lembo, e non il terminatore.
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Un’altra curiosità sono i modi inglesi di indicare luna crescente e calante. Tutte le fasi crescenti, dalla falce alla gibbosa, si chiamano waxing, quelle calanti waning. Abbiamo quindi la waxing crescent (falce crescente) e la waxing gibbous (gibbosa crescente). Allo stesso modo, per l’altra metà dell’orbita lunare, i termini sono waning gibbous (gibbosa calante) e waning crescent (falce calante). Quest’ultima espressione (che letteralmente significherebbe “crescente calante”) ci ricorda che il termine “crescente” non è solo un participio presente ma anche un sostantivo, che indica la forma che ha la luna falcata. Così quando al bar ordiniamo un croissant per la colazione, ci ricorderemo che quel lievito prende il nome dalla sua forma che ricorda quella della Luna crescente. Tornando all’idioma inglese, fa piacere ricordare le etimologie dei termini relativi alle fasi lunari: waxing è imparentato con l’italiano aumentare, dal latino augmentum, da augeo, analogo al greco αυξάνειν, accrescere, dalla radice Aug (da cui autorità, autunno, augusto), allargamento di Ug/Uk come nel sanscrito uksati, crescere, rinforzarsi, a sua volta parte di una radice fondamentale Vag/Uag cui attengono le parole vegeto e vigore. L’inglese waning conserva invece legami con le parole italiane vacuo e vano, col senso di “mancare, venire meno”.
Infine, quanti nomi ha la Luna? Può essere sorprendente ma la Luna ha oltre venti fasi lunari compitamente nominate. Le trovate in questo articolo su I Nomi della Luna Crescente.
[ Paolo Colona ]
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