Il Campo Magnetico di una Galassia Remota
Grazie ad un fenomeno previsto dalla Relatività Generale di Einstein, la lente gravitazionale, gli astronomi hanno misurato il campo magnetico di una galassia a quasi 5 miliardi di anni luce di distanza.
La scoperta può fornire indizi importanti sulla natura e sull’origine dei campi magnetici, che giocano un ruolo fondamentale nell’evoluzione delle galassie.
Gli scienziati hanno utilizzato il Karl G. Jansky Very Large Array (VLA) per studiare una galassia attiva nella formazione stellare e situata direttamente tra un quasar più distante e la Terra. La gravità della galassia agisce come una gigantesca lente, separando l’immagine del quasar, vista da terra, in due immagini distinte. È rilevante il fatto che le onde radio provenienti da questo quasar, a quasi 8 miliardi di anni luce di distanza, sono polarizzate.
“La polarizzazione delle onde provenienti dal quasar di fondo, combinata con il fatto che le onde hanno viaggiato attraverso parti differenti della galassia in primo piano, ci hanno permesso di apprendere informazioni importanti sul campo magnetico della galassia stessa”, ha detto Sui Ann Mao, del Max Planck Institute for Radio Astronomy a Bonn.
I campi magnetici influenzano le onde radio che li attraversano. Analisi condotte con il VLA mostrano una differenza significativa tra le due immagini create dalla lente, rispetto alla variazione della loro polarizzazione. Ciò significa, secondo gli scienziati, che regioni diverse della galassia lente hanno influenzato diversamente le onde.
“La differenza ci informa sul fatto che questa galassia ha un campo magnetico coerente su vasta scala, simile a quello che osserviamo nelle galassie nell’Universo attuale”, ha detto Mao. Dal momento che la galassia viene osservata come era circa 5 miliardi di anni fa, questa scoperta garantisce una nuova visione della formazione dei campi magnetici galattici. I campi magnetici giocano un ruolo fondamentale nell’Universo: comprendere come questi campi si originino e si sviluppino nel corso del tempo può fornire agli astronomi indizi importanti sull’evoluzione delle galassie stesse.
[ Barbara Bubbi ]
https://m.phys.org/news/2017-08-vla-reveals-distant-galaxy-magnetic.html
Credit: Bill Saxton, NRAO/AUI/NSF; NASA, Hubble Heritage Team, (STScI/AURA), ESA, S. Beckwith (STScI). Additional Processing: Robert Gendler
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