La grande congiunzione di Giove e Saturno

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una simulazione della congiunzione del 21 dicembre prossimo ottenuta con il software gratuito Cartes du Ciel. Si nota l’estrema vicinanza che permette di vedere chiaramente i dettagli sui pianeti mentre li si osserva insieme. Crediti: Paolo Colona

Una congiunzione strettissima di Giove e Saturno impreziosirà il cielo del tramonto del solstizio d’inverno 2020. Un appuntamento che non va assolutamente perso.

Seguiremo l’evento con una diretta delle immagini altelescopio sul nostro canale YouTube e sulla nostra pagina Facebook.

Lunedì 21 dicembre ore 17:45, non prendete impegni.
Oppure, potete aspettare il 2080 per assistere di nuovo a questo raro evento astronomico.
Infatti, benché le congiunzioni planetarie siano un fenomeno noto e piuttosto frequente, quella che accadrà per Giove e Saturno tra poche settimane è molto particolare, una congiunzione “stretta”, con una separazione tra i corpi di un solo decimo di grado, ovvero una distanza pari a 1/5 del diametro lunare. Ciò la rende un evento atteso da molto tempo dagli appassionati, uno di quelli cui non capita di assistere due volte nella vita…

Ovviamente le congiunzioni sono prospettiche: i pianeti rimarranno ben distanti tra loro, 733 milioni di chilometri per l’esattezza (con Giove a 886 milioni di chilometri da noi e Saturno a un miliardo e 620 milioni), tuttavia l’effetto visto dalla Terra sarà notevole. A proposito di questo… inevitabilmente si sono create mille voci sulle conseguenze che la congiunzione possa avere sul nostro pianeta. In realtà si tratta sempre e solo di congetture di carattere “astrologico”, infondate. Giove e Saturno si allineano con la Terra ogni 20 anni e nessuno se ne accorge. Dal punto di vista delle forze in gioco, non cambia nulla. Anzi, poiché i pianeti si trovano dall’altra parte del Sole e quindi più distanti, qualsiasi influenza è proporzionalmente ridotta.

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Giove e e Saturno appaiono avvicinarsi sempre più in vista della Grande Congiunzione del 21 dicembre 2020. L’immagine dà la distanza apparente (in gradi e arcominuti) tra i due pianeti nelle diverse date. Credit: Pete Lawrence, Perth Observatory

Dove guardare? Per tutto il periodo precedente, e poi la sera del 21, i due pianeti si adocchiano osservando dove tramonta il Sole, quindi verso sudovest, nella costellazione del Capricorno. Sarà facile individuarli, visto che saranno gli astri nettamente più luminosi in quella direzione.
La congiunzione sarà possibile osservarla anche sin subito dopo il tramonto (circa le 17), tuttavia le condizioni migliori si verificheranno un po’ più tardi, con la luce del crepuscolo. Il massimo avvicinamento prospettico tra i pianeti avverrà alle 18:20.

L’estrema vicinanza dei corpi non sarà tale da non poterli distinguere ad occhio nudo, ma permetterà di poterli osservare entrambi con il loro corredo di satelliti nello stesso campo inquadrato da uno strumento, quindi dotatevi di binocolo o, ancor meglio, un telescopio (anche piccolo andrà bene). Specialmente in questo ultimo caso, se armati di pazienza, sarà possibile scattare qualche foto anche con un comune smartphone: è sufficiente mettere la sua fotocamera al posto del nostro occhio e scattare (ma fate pratica prima!).

Fun facts:

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Simulazione della congiunzione ottenuta con Stellarium. È stata inserita la Luna per mostrare, in proporzione, quanto saranno vicini tra loro Giove e e Saturno. Foto di Paolo Colona

– Le congiunzioni GS si verificano ogni venti anni circa (19,859= 19 anni e 314 giorni), ma l’ultima volta che i due pianeti furono più vicini fu il 5 marzo del 1226 (quando distavano appena due primi d’arco tra loro), mentre la prossima volta sarà il 15 marzo del 2080 (e avranno una separazione analoga a quella di quest’anno)
– Anche Keplero osservò una congiunzione simile di questi due corpi, ben 397 anni fa. Tuttavia fu poco fortunato, in quanto nei vari giorni per poter studiare l’avvicinamento dei corpi, i primi giorni erano troppo vicini al Sole, poi il cielo di Praga si coprì con tanto di pioggia. Lo sfortunato Keplero poté vedere quel che rimaneva della congiunzione, ovvero i pianeti vicini ma non al minimo della loro distanza, solo una settimana dopo, il giorno di Natale del 1603.
Speriamo di essere più fortunati…
– Keplero ipotizzò che la congiunzione “tripla” (cioè per tre volte consecutivamente i due pianeti si “sorpassarono” in cielo nell’arco di pochi mesi) del 7 a.C., evento certamente notato con estremo interesse, potesse essere il fenomeno che sarà successivamente chiamato “Stella di Betlemme”, annunciante la Natività di Gesù.

[ Simone Fantini ]

Il post su Facebook: https://www.facebook.com/accademia.dellestelle/posts/1511228179072580

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