La Hayabusa 2 riporta sulla Terra le rocce di Ryugu

Hayabusa 2 rilascia la capsula contenente il materiale raccolto sull'asteroide RyuguLa sonda interplanetaria giapponese Hayabusa 2 ha consegnato puntualmente il 6 dicembre il suo prezioso carico proveniente dall’ asteroide Ryugu!

 
Hayabusa 2 (“Falco Pellegrino”), partita il 3 Dicembre 2014, dopo un viaggio di oltre 300 milioni di chilometri, entrò in orbita attorno all’asteroide tipo near-Earth Ryugu (“Palazzo del Dragone”) nel 2018.
Dopo altri due anni passati a studiare il minuscolo asteroide (di circa 860 metri di diametro), raccogliendone anche campioni di terreno, è tornata in prossimità della Terra per consegnarci una capsula contenente il preziosissimo raccolto!
 
L’involucro con il contenuto extraterrestre, sganciato dalla sonda a 220.000 km di distanza dalla Terra, è atterrato poche ore fa in Australia, ed è stato già recuperato dall’equipe giapponese.
 
Per la prima volta potremo mettere le mani su un campione di materiale incontaminato (si spera) fin dalle origini del Sistema Solare. Le aspettative sono di avere un quadro più chiaro su come si sono originati gli elementi che hanno portato il nostro pianeta ad ospitare la vita, a cominciare dall’acqua.
Si è a lungo pensato, infatti, che su molti “asteroidi a condrite carboniosa”, come viene definito Ryugu, fossero presenti diversi elementi in grado di formarsi solo in presenza di acqua, ma la presenza di questa preziosa sostanza sembra essere stata smentita dalle osservazioni che la Hayabusa 2 ha eseguito mentre orbitava intorno al piccolo asteroide.
Solo le analisi in un laboratorio terrestre potranno chiarire questi ed altri aspetti.
 
Consegnata la capsula con i campioni, uno raccolto sulla superfice ed uno dall’interno di Ryugu (quest’ultimo ottenuto sparando un proiettile nell’asteroide), la missione della Hayabusa 2 non si è ancora conclusa.
La sonda gode ancora di ottima salute ed ha una buona quantità di carburante, per cui è stato deciso che verrà utilizzata per analizzare un altro asteroide, attualmente chiamato 1998KY26, una minuscola roccia di 30 metri di diametro, che la sonda nipponica dovrebbe raggiungere nel 2031.
[ Cristian Ciotti ]

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