La Nebulosa del Granchio
Questa immagine mozzafiato del telescopio Hubble ci regala una visione sorprendente dell’intera Nebulosa del Granchio. Il granchio è probabilmente uno degli oggetti più interessanti e più studiati nella storia dell’astronomia, una delle strutture più complesse e altamente dinamiche mai osservate.
La Nebulosa del Granchio si estende per circa sei anni luce ed è costituita dal materiale rilasciato dalla gigantesca esplosione di una supernova: un resto di supernova, visibile nella costellazione del Toro. Astronomi giapponesi e cinesi hanno testimoniato questo evento violento quasi 1.000 anni fa, nel 1054.
La sua luminosità in cielo era tale da renderla visibile ad occhio nudo durante il giorno e da sorpassare la luminosità apparente di Venere.
I filamenti sono i resti lacerati della stella e consistono principalmente di idrogeno. La stella di neutroni in rapida rotazione incorporata al centro della nebulosa, a malapena visibile in questa immagine, è la dinamo che alimenta lo spettrale bagliore bluastro all’interno della nebulosa.
La luce blu proviene da elettroni che si muovono quasi alla velocità della luce intorno alle linee di campo magnetico della stella di neutroni. La stella di neutroni, come un faro rotante, emette fasci di radiazioni in opposte direzioni dai poli magnetici, ruotando su se stessa 30 volte al secondo.
Una stella di neutroni è il nucleo ultradenso di una stella esplosa. La Nebulosa del Granchio deriva il suo nome dalla sua comparsa in un disegno fatto dall’astronomo irlandese Lord Rosse nel 1844, utilizzando un telescopio da 91 centimetri. Se vista da Hubble, così come dai grandi telescopi terrestri, assume un aspetto più dettagliato, rivelando indizi sulla spettacolare fine di una stella, a circa 6.500 anni luce di distanza.
I colori dell’immagine indicano i diversi elementi che sono stati espulsi durante l’esplosione. Il blu mostra l’ossigeno, il verde lo zolfo ionizzato e il rosso l’ossigeno doppiamente ionizzato. Per permetterci di ammirare questa straordinaria visione, i dati del telescopio Hubble sono stati sovrapposti a immagini riprese dal Very Large Telescope dell’ESO, in Cile.
[ Barbara Bubbi ]
https://www.spacetelescope.org/news/heic0515/
Credit: NASA, ESA and Allison Loll/Jeff Hester (Arizona State University)
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