Cielo del mese di ottobre 2023
I fenomeni astronomici di ottobre 2023, con la visibilità di stelle, pianeti e costellazioni.
Ottobre si presenta ricco di eventi suggestivi che sono concentrati soprattutto nell’ultima decade. Lo sciame meteorico delle Orionidi, ricordo del passaggio della cometa di Halley, raggiunge il picco di intensità nella notte fra sabato 21 e domenica 22, mentre martedì 24 Venere, che appare già nel cuore della notte colmo di splendore, tocca la massima elongazione ovest, risaltando così ancor più pienamente nel cielo orientale. Sabato 28 infine, una piccola ma ben percettibile eclissi parziale di Luna riempie la serata, accompagnata da Giove al suo massimo splendore dell’anno. Ottobre sarebbe impreziosito anche da un’eclissi anulare di Sole sabato 14, ma il fenomeno non è visibile dall’Italia. Fra gli oggetti di profondo cielo invece, inizia il periodo più favorevole per osservare la Galassia di Andromeda, mentre nella costellazione di Pegaso spicca l’ammasso globulare M15, conosciuto anche col nome di Grande Ammasso di Pegaso.
SOLE
Si trova nella costellazione della Vergine dove rimane per tutto il mese. Il 14 ottobre si verifica un’eclissi anulare di Sole visibile principalmente dagli Stati Uniti, dall’America centrale, dalla Colombia e dal Brasile.
FASI DELLA LUNA
Ultimo quarto – venerdì 6 h15.48
Nuova – sabato 14 h19.55
Primo quarto – domenica 22 h05.29
Piena – sabato 28 h22.24
PRINCIPALI EVENTI ASTRONOMICI DI OTTOBRE
2 05.18 Congiunzione Luna – Giove 3,4°N, , visibile a sud-ovest.
2 19.14 Congiunzione Luna – Urano 2,9°N, visibile dalle 21.30 a est.
3 07.00 Congiunzione Luna – Pleiadi 1,1°S (occultazione), visibile prima dell’alba a sud-ovest, non in occultazione.
5 21.00 Inizia il Corso di Astronomia Pratica – Online e in Presenza
6 15.48 Luna all’ultimo quarto
7 13.01 Congiunzione Luna – Polluce, visibile prima dell’alba a sud-est.
8 14.44 Congiunzione Luna – Presepe 4,0°N, visibile prima dell’alba a sud-est.*10 04.00 Raggruppamento Luna, Regolo e Venere, visibile a est.
10 05.40 Luna all’apogeo (405.425 km)
14 19.55 Luna nuova
14 20.59 Eclisse solare anulare (non visibile dall’Italia)
18 15.53 Congiunzione Luna – Antares 0,8°N (occultazione), visibile dopo il tramonto a sud-ovest, non in occultazione.
20 08.07 Mercurio in congiunzione superiore
22 05.29 Luna al primo quarto
22 18.14 Sciame meteorico delle Orionidi (ZHR 23)
22 21.20 Venere al primo quarto
24 00.32 Venere alla massima elongazione ovest (46,5°)
24 09.54 Congiunzione Luna – Saturno 2,8°S, visibile dopo il tramonto a sud-est.
25 13.21 Venere al nodo ascendente
25 16.00 Giove al massimo splendore dell’anno (m -2,91)
26 03.21 Congiunzione Luna – Nettuno 1,5°S, visibile a sud-ovest.
26 04.52 Luna al perigeo (364.872 km)
27 11.53 Mercurio al nodo discendente
28 22.13 Eclisse lunare parziale
28 22.24 Luna piena
29 08.12 Congiunzione Luna – Giove 3,1°N, visibile prima dell’alba a ovest.
30 02.50 Congiunzione Luna – Urano 2,9°N, visibile a sud-ovest.
30 16.05 Congiunzione Luna – Pleiadi 1,1°S (occultazione), visibile dopo il tramonto a est, non in occultazione.
PIANETI
☿ MERCURIO è visibile sul far dell’alba molto basso sull’orizzonte, ma solo nei primissimi giorni di ottobre. Ha magnitudine -1 e diametro apparente di circa 5”. Il pianeta si trova per quasi tutto il mese nella costellazione della Vergine, la stessa che ospita il Sole. È diretto infatti verso la congiunzione superiore con la nostra stella, alla quale si avvicina sempre più prospetticamente, fino ad azzerare la sua elongazione venerdì 20 ottobre. Torneremo a vedere Mercurio in dicembre dopo il tramonto.
VENERE si trova nella costellazione del Leone e sorge a notte fonda lasciandosi osservare per almeno tre ore prima dell’alba. Il suo elevato splendore in un angolo di cielo quasi privo di stelle brillanti, ne esalta ancor di più la luminosità che, sebbene in calo, si attesta su valori molto alti. Venere inizia infatti il mese con una magnitudine di -4,69 e lo termina con una di -4,41. Il pianeta continua ad allontanarsi dalla Terra e le sue dimensioni angolari diminuiscono da 31,77” a 22,26”. Domenica 22 ottobre Venere va al primo quarto, casualmente lo stesso giorno della Luna, mentre martedì 24 si trova alla massima elongazione ovest, ovvero nel punto prospetticamente più lontano dal Sole in direzione ovest. La separazione angolare di 46,5° dal Sole consente la visione migliore del pianeta, già di per sé luminosissimo.
Oltre agli appuntamenti legati alla sua orbita attorno al Sole, martedì 10 possiamo osservarlo in un pittoresco raggruppamento con Regolo e un sottile spicchio di Luna crescente.
MARTE si trova nella costellazione della Vergine, ma non è visibile perché troppo vicino al Sole prospetticamente. In ottobre infatti la sua elongazione passa da 15° a 5,5°.
♃ GIOVE anticipa sempre più la sua levata e da metà mese, grazie al maggior numero di ore di buio che ne favoriscono la visibilità, possiamo osservarlo dal tramonto all’alba, come accade quando è all’opposizione, ovvero a 180° dal Sole, elongazione che raggiungerà all’inizio di novembre. Giove continua a brillare nella costellazione dell’Ariete con uno splendore crescente. Nell’arco del mese la sua magnitudine passa infatti da -2,81 a -2,91, il valore più basso dell’anno. Giove è anche un dischetto sempre un po’ più grande con un diametro apparente che cresce da 47,72” a 49,50”. In ottobre possiamo vederlo due volte in congiunzione con la Luna, piena o quasi: lunedì 2 quando il nostro satellite è illuminato al 90% e domenica 29 dopo l’eclissi parziale di Luna.
♄ SATURNO continua a essere ospitato dall’ampia costellazione dell’Aquario e si vede dal tramonto fino a tarda notte con magnitudine che cresce 0,59 a 0,73, segno di luminosità in calo. Il pianeta si sta infatti allontanando dalla Terra e anche le sue dimensioni angolari diminuiscono passando da 18,58” a inizio mese a 17,81” alla fine. Martedì 24, dopo il tramonto, possiamo vedere Saturno in direzione sud-est, qualche grado a nord della Luna con cui è stato in congiunzione al mattino.
♅ URANO si affaccia tra le Pleiadi e Giove con cui condivide la costellazione dell’Ariete. A inizio mese lo vediamo dalle 21.30 circa fino all’alba mentre a fine ottobre, col passaggio all’ora solare, possiamo osservarlo già dalle 18.30. Il suo diametro angolare cresce da 3,73” a 3,78” ed è sempre più luminoso con una magnitudine che passa da 5,70 a 5,66. Nell’arco del mese Urano fa in tempo ad andare due volte in congiunzione con la Luna: lunedì 2 e lunedì 30 e in entrambi i casi il nostro satellite è quasi interamente illuminato.
♆ NETTUNO è stabile nei Pesci al confine con l’Aquario ed è visibile dopo il tramonto con una magnitudine media di 7,70 e dimensioni apparenti medie di 2,35” in calo. La sua permanenza sopra l’orizzonte va gradualmente riducendosi e, se a inizio mese possiamo osservarlo fin quasi all’alba, alla fine lo vediamo agevolmente fino alle 2.30.
STELLE E COSTELLAZIONI
Inizia il tempo dell’incedere delle costellazioni dalla grande ampiezza e legate prevalentemente all’acqua: Pegaso, l’Aquario e i Pesci – rispettivamente la settima, decima e quattordicesima costellazione più grande della volta celeste – transitano nelle prime ore serali, accompagnate dalla Balena, quarta per estensione, dal Toro, da Orione e dall’Eridano, al sesto posto, che salgono a est e tracciano la strada verso la stagione invernale. Aldebaran nel Toro e Betelgeuse in Orione fanno capolino attorno alla mezzanotte, anticipando gradualmente la loro levata mentre, parlando di stelle particolarmente brillanti, in ottobre culmina Fomalhaut, l’astro più luminoso del Pesce Australe e il diciassettesimo della volta celeste con magnitudine 1,15. Fomalhaut è una stella che alle nostre latitudini rimane molto bassa sull’orizzonte – si alza al massimo di 16° – e risente così pesantemente della scintillazione dovuta all’atmosfera terrestre, i cui strati si sommano in prossimità dell’orizzonte. La bocca del Pesce Australe richiede quindi più che mai di essere osservata quando è alla massima altezza e in ottobre la culminazione avviene in prima serata.
Abbracciando con lo sguardo il cielo da oriente a occidente, notiamo che la scia della Via Lattea si attenua e la sua porzione più luminosa è confinata a ovest insieme alle costellazioni estive come la Lira, il Cigno, l’Aquila o l’Ofiuco, che seguono il Sole nel suo tramonto. Il cielo profondo ci offre ora la galassia di Andromeda, M31, e quella del Triangolo, M33, nelle omonime costellazioni, mentre Pegaso esibisce al confine col Cavallino, non lontano da Epsilon Peg, l’ammasso globulare M15, detto anche Grande Ammasso di Pegaso. Si tratta di una concentrazione sferica di stelle a circa 33.000 anni luce dalla Terra, il cui diametro misura 175 anni luce, un valore enorme a cui si aggiunge una densità stellare che è probabilmente la più alta fra gli ammassi globulari della Via Lattea. Grazie alla sua magnitudine di 6,30 è visibile anche con un piccolo binocolo e appare come un batuffolo di luce.
22 OTTOBRE: SCIAME METEORICO DELLE ORIONIDI
In ottobre la Terra percorre un tratto della sua orbita immerso nel pulviscolo lasciato dalla cometa di Halley, che ogni 76 anni torna “rispolverando” la regione con nuovi frammenti di sé. Il suo ultimo passaggio al perielio è stato nel 1986 e il prossimo sarà nel 2061. I minuscoli detriti, al contatto con la nostra atmosfera, per attrito si incendiano e generano una pioggia di stelle cadenti, le quali sembrano irradiarsi da un punto chiamato radiante che, a seconda della costellazione in cui risiede, dà il nome allo sciame. Nel caso delle Orionidi, si trova molto vicino alla debole stella HIP 30067 che brilla appunto nella costellazione di Orione ed è situato in prossimità del braccio destro del gigante a 6h20m di ascensione retta e 15,7°N di declinazione. Lo sciame meteorico delle Orionidi ha un periodo di attività molto lungo, dal 26 settembre al 22 novembre, ma il picco cade nella notte fra sabato 21 e domenica 22 ottobre con una frequenza teorica di 25 stelle cadenti all’ora che sfrecciano a 66 km/s, una velocità molto alta. Tutta la settimana a cavallo del picco merita sicuramente attenzione perché potremmo imbatterci in una scia luminosa e le ore più indicate per intercettare le Orionidi sono dalla mezzanotte all’alba, momento questo particolarmente favorevole dato che il radiante culmina attorno alle 05.30. La Luna, che il 22 ottobre inaugura il primo quarto, non disturba fortunatamente l’osservazione perché tramonta attorno alla mezzanotte.
Ricordiamo che per vedere le stelle cadenti non c’è una direzione privilegiata verso cui orientarsi, ma basta alzare gli occhi al cielo e soffermarsi un po’ su di esso. Se guardiamo verso il radiante le scie sono più corte, mentre in tutte le direzioni a circa 90° dal radiante, appaiono più lunghe. E per finire, meteore o meteoriti? Spesso c’è confusione sul termine scientifico che indica le stelle cadenti. In entrambi si tratta di frammenti di roccia interplanetaria e ciò che li distingue è la “fine” che fanno. Per memorizzare possiamo chiederci: bruciano? Allora sono meteore. Riescono a cadere sulla Terra? Queste sono meteoriti. Dunque, a meno di non avere la sventura di essere colpiti proprio mentre magari stiamo guardando sognanti il cielo stellato, quelle che vediamo sfrecciare nel firmamento sono sempre meteore!
28 OTTOBRE: ECLISSI PARZIALE DI LUNA
Il plenilunio di ottobre è impreziosito da una contenuta ma non meno affascinante eclissi parziale.
Un’eclissi di Luna si verifica quando la Terra è allineata e interposta fra il Sole e la Luna, così che la sua ombra cade sul nostro satellite. La Luna non scompare però alla vista, ma si tinge tipicamente di un rosso cupo, perché la nostra atmosfera filtra i raggi solari, disperdendone la componente blu e lasciando passare quella rossa, che cala così sulla superficie della Luna come una tenebra purpurea. Il fenomeno è infatti spesso indicato anche col nome di “Luna rossa”.
Non sempre tuttavia il disco lunare viene adombrato completamente, perché la condizione per avere l’eclissi totale è che la Luna si trovi al nodo, cioè nel punto di intersezione della sua orbita con la nostra, l’eclittica, rispetto alla quale ha un’inclinazione di 5,1°. Se il disco lunare non è centrato su questo punto o non lo è abbastanza da permettere alla Terra di oscurarlo completamente, l’eclissi è parziale. È ciò che accade sabato 28 ottobre quando la Luna attraversa solo in parte il cono d’ombra generato dal nostro pianeta.
Il fenomeno inizia alle 20.01 quando la Luna, sorta da un paio d’ore, entra nel cono di penombra, il cono più esterno dell’ombra in cui solo una parte dei raggi solari viene bloccata. Questa fase dell’eclissi è difficilmente percepibile perché l’attenuazione in luminosità della Luna è solo accennata. Dopo un’ora e mezzo invece inizia l’eclissi parziale vera e propria in direzione est-sud-est con la Luna che alle 21.35 si addentra nel cono d’ombra, quello più interno dove tutti i raggi del Sole vengono bloccati. Nel giro di 40 minuti, alle 22.15, si ha il massimo dell’oscuramento e il disco lunare risulta “mangiato” alla base per un 12%. Dopo 37 minuti, alle 22.52, la Luna è uscita integralmente dal cono d’ombra; il fenomeno termina alle 24.26 – mezz’ora prima del transito – con l’uscita completa anche dal cono di penombra. L’eclissi percepibile, ovvero quella che interessa il cono d’ombra, inizia quindi alle 21.35 e finisce alle 22.52 per una durata di 1h17m.
L’eclissi solo parziale di Luna è un evento suggestivo per il contrasto cromatico che lo caratterizza – è un po’ come se vedessimo la Luna con due sfumature– e in più permette di vedere in modo diretto la curvatura della Terra grazie all’ombra tondeggiante che si staglia sulla Luna. L’evento astronomico infine è arricchito dalla presenza di Giove che splende qualche grado più a est e che, grazie all’imminente congiunzione, è pronto a un bacio con la Luna sul far dell’alba.
[ Ilaria Sganzerla ]
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