Dove Andare A Cercare la Vita nel Cosmo

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Sebbene i mondi ricchi d’acqua siano inondati da uno degli ingredienti la cui presenza è ritenuta necessaria per la vita, potrebbero non essere i posti giusti dove cercarla. Un nuovo studio dimostra che un pianeta ricoperto di oceani potrebbe essere carente di fosforo, un componente fondamentale e coinvolto nelle funzioni vitali di tutte le forme di vita conosciute.

Tessa Fisher dell’Arizona State University ed i suoi colleghi hanno presentato questa idea innovativa alla conferenza sui mondi abitabili che si è svolta a Laramie, Wyoming. Nonostante sia un elemento così importante per la vita, il fosforo è difficile da trovare. Il vero serbatoio di fosforo è la crosta terrestre e questo elemento è in gran parte contenuto nelle rocce, e diventa accessibile solo grazie all’azione di dilavamento dei terreni e di erosione della roccia, cioè quando le piogge investono le rocce trascinando via il fosforo insieme all’acqua, dove può essere utilizzato da microbi eventualmente presenti. Sebbene l’acqua piovana sia piuttosto efficiente nel dissolvere il fosforo, l’acqua di mare non lo è, e questo può essere un problema per i mondi interamente coperti di oceani salati. Senza terre emerse ci sarà molto meno fosforo disponibile per la nascita della vita. Il team ha stimato che mondi simili potrebbero avere nei loro oceani una quantità di fosforo da 3 a 4 volte inferiore rispetto a quella presente negli oceani terrestri.

Non soltanto lo studio suggerisce che la nascita della vita su mondi ricchi d’acqua potrebbe essere difficile, ma è anche possibile che, se la vita riuscisse comunque a svilupparsi, sarebbe un vero problema per gli astronomi riuscire a individuarla tramite lo studio dell’atmosfera. Infatti il team ha scoperto che anche se fosse presente la vita, ad esempio organismi oceanici come il plancton, sarebbe in grado di rilasciare solo un decimo della quantità di ossigeno presente attualmente nell’atmosfera della Terra. È davvero troppo poco per essere rilevabile. Alla luce di questo, gli astronomi alla ricerca della vita al di là del Sistema Solare potrebbero dover puntare i telescopi verso mondi non troppo ricchi di acqua.

“Quello che ci dimostra il lavoro di Fisher è che dobbiamo davvero andare al di là del fatto se sia presente o no acqua, quando ci occupiamo della possibilità di trovare la vita in questi mondi”, ha detto Shawn Domagal-Goldman del Goddard Space Flight Center della NASA. “Dobbiamo pensare anche ad altri fattori che hanno conseguenze non solo sul fatto che la vita possa prendere piede, ma anche su quanto dovrebbe essere prolifica per poterla individuare. Perché se un pianeta si trova nella zona abitabile, anche se vi è vita, potremmo non essere in grado di scoprire quella vita”.

Questo significa che gli astronomi stanno iniziando a spostare l’attenzione dall’abitabilita alla rilevabilità. “Quando osserviamo un certo tipo di tracce nell’atmosfera andiamo a vedere un insieme complesso di tutto ciò che il pianeta ha da offrire”, afferma Elizabeth Tasker della Japan Aerospace Exploration Agency. E andare a scoprire ciò che implicano quei segnali per capire se vi è la possibilità che prosperi la vita richiederà un lavoro che va al di là della sola astronomia. “Gli scienziati che si occupano di oceanografia ed ecologia microbica sanno da anni che le piogge sono necessarie per disciogliere il fosforo, ma nessun astronomo ci aveva pensato”, ha detto Fisher. “Ritengo che la grande svolta in questo campo sia che qualcuno alla fine metta astronomi, oceanografi e biologi tutti insieme in una sola stanza”.
[ Barbara Bubbi ]

https://www.newscientist.com/article/2154137-ocean-covered-planets-may-not-be-the-places-to-search-for-life/

Credit Image Wikipedia

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