Il cielo del mese – Ottobre 2025

CdM 2025-10⭐️ CALENDARIO ASTRONOMICO DI OTTOBRE 2025
I fenomeni astronomici di ottobre 2025, con la visibilità di stelle, pianeti e costellazioni.
✨ A ottobre torna per la prima volta nell’anno l’amato appuntamento popolare con la Superluna , che martedì 7 diventa piena a 361.458 km dalla Terra, molto vicina al perigeo dell’8 che con 359.818 km, è il terzo più piccolo del 2025 fra quelli a ridosso dei pleniluni. La Luna piena di ottobre appare così più grande del 13% e più luminosa del 22%. Questo mese poi il nostro satellite ci regala anche una suggestiva congiunzione con Giove impreziosita dalla presenza di Polluce; accade martedì 14, nella notte successiva all’ultimo quarto. Giove è inoltre il pianeta che si vede per la maggior parte della notte insieme a Saturno. Dei restanti pianeti principali invece, Venere continua a essere la stella del mattino che splende sotto il nome di Lucifero, e possiamo osservarlo in media per oltre un’ora in direzione est, mentre Marte si fa prospetticamente sempre più vicino al Sole, perdendosi nella sua luce. ☄️ Mercoledì 22 arrivano nuove stelle cadenti, le Orionidi, lasciate dalla cometa di Halley che quest’anno hanno il picco in prossimità del novilunio e sono così favorite nell’osservazione. ☄️☄️ ☄️ E a proposito di comete, in ottobre ce ne sono ben tre che solcheranno i nostri cieli, di cui due visibili! Salvo imprevisti – avvertenza d’obbligo per le comete – domenica 19, la C/2025 R2 SWAN, avvistata il 12 settembre scorso, ci passerà accanto a soli 39 milioni di chilometri, l’avvicinamento massimo alla Terra, mentre martedì 21, farà lo stesso la cometa C/2025 A6 (Lemmon) passandoci accanto a poco più di 89 milioni di chilometri. A fine mese invece ha appuntamento col Sole la 3I/ATLAS; scoperta il 1° luglio scorso, mercoledì 29 arriverà alla minima distanza dalla nostra stella. Il passaggio all’ora solare nell’ultimo weekend di ottobre infine, prolunga la durata della notte che si riempie di costellazioni molto ampie, fra cui spicca Pegaso col suo inconfondibile quadrato.
Il 4 ottobre Accademia Delle Stelle non manca il suo sedicesimo appuntamento con l’InOMN – Notte Internazionale della Luna (evento FB) mentre il 7 incontriamo di nuovo il pubblico per la Superluna – Osservazione astronomica (evento FB).
In questo mese comincia anche il nostro Corso di Astronomia Pratica – Online e in presenza introdotto dalla conferenza Le stelle a portata di mano mentre è ancora possibile iscriversi al Corso di Astronomia Fondamentale e Sorprendente – online e in presenza senza perdere nessuna lezione in quanto le registrazioni sono messe a disposizione degli iscritti.

☀️ SOLE
Si trova nella costellazione della Vergine dove rimane per tutto il mese. Nella notte fra sabato 25 e domenica 26 passiamo dall’ora legale all’ora solare con le lancette dell’orologio che alle 3.00 vanno spostate sulle 2.00.

FASI DELLA LUNA
Piena – martedì 7 h05.47
Ultimo quarto lunedì 13 h20.13
Nuova – martedì 21 h14.25
Primo quarto – mercoledì 29 h17.21

PRINCIPALI EVENTI ASTRONOMICI DI OTTOBRE
2 13:10 Venere al perielio: 0,718 UA
6 03:25 Raggruppamento Luna (98%), Saturno, Nettuno 3,5°, visibile a sud-ovest
6 04:56 Congiunzione Luna (98%) – Saturno 3,8°N, visibile a ovest
6 09:16 Congiunzione Luna (98%) – Nettuno 2,8°N, visibile a ovest prima dell’alba
7 05:47 Luna piena – SUPERLUNA (361.458 km)
8 14:35 Luna al perigeo (359.818 km)
10 07:53 Congiunzione Luna (87%) – Pleiadi 0,9°N, visibile a ovest prima dell’alba
10 08:33 Raggruppamento Luna (87%), Urano, Pleiadi 5,2°, visibile a ovest prima dell’alba
10 10:32 Congiunzione Luna (86%) – Urano 5,3°N, visibile a ovest prima dell’alba
10 13:47 Mercurio all’afelio (0,467 UA)
13 20:13 Luna all’ultimo quarto
14 00:29 Congiunzione Luna (48%) – Giove 4,3°N, visibile a est
14 00.30 Raggruppamento Luna (48%), Giove, Polluce visibile a est
14 02:08 Congiunzione Luna (47%) – Polluce 2,5°S, visibile a est
15 01:40 Congiunzione Luna (36%) – Presepe (M44) 2,2°N, visibile a est
16 19:36 Congiunzione Luna (17%) – Regolo 1,2°N, visibile a est prima dell’alba
17 07:43 Giove in quadratura occidentale
19 14:04 Cometa C/2025 R2 SWAN alla minima distanza dalla Terra (39,99 Mkm) ☄️
19 23:39 Congiunzione Luna (2%) – Venere 3,7°S, visibile con difficoltà a est prima dell’alba
21 03:00 Cometa C/2025 A6 (Lemmon) alla minima distanza dalla Terra (89,19 Mkm) ☄️
21 14:25 Luna nuova
22 06:44 Sciame meteorico delle Orionidi (ZHR 23) ☄️
24 01:30 Luna all’apogeo (406.444 km)
26 03:00 Passaggio all’ora solare: spostare le lancette sulle ore 02.00
27 18:02 Congiunzione Giove – Polluce 6,7°S, visibile a est dalle 23.30
29 12:29 Cometa 3I/ATLAS al perielio (1,358 UA) ☄️
29 17:21 Luna al primo quarto
29 22:43 Mercurio alla massima elongazione Est (23,9°)

PIANETI
☿ MERCURIO in ottobre viene a trovarsi sia alla massima distanza vera dal Sole (afelio) sia alla massima distanza apparente (elongazione massima ). Venerdì 10 tocca infatti l’abside della sua orbita a circa 70 milioni di chilometri dal Sole. Mercoledì 29 invece, giorno in cui entra nello Scorpione, è alla massima elongazione est, ovvero nel punto angolarmente più distante dal Sole, la cui apertura può variare da 18,3° a 27,4°. In ottobre l’elongazione è di 18,6° e Mercurio si trova a est del Sole, dunque più indietro e si vede quindi al tramonto. Quando Mercurio è alla massima elongazione, è potenzialmente alle migliori condizioni osservative perché prospetticamente più lontano dalla nostra stella, ma dobbiamo tuttavia tenere conto anche dell’inclinazione dell’eclittica rispetto all’orizzonte, perché se è piccola il pianeta rimane molto basso e indistinguibile, come accade proprio il 29. Di fatto perciò Mercurio non è visibile per tutto il mese.
♀ VENERE appare sotto l’identità di Lucifero, la stella del mattino che preannuncia l’alba e in ottobre lo fa tra gli astri del Leone, che percorre in direzione della coda, illuminata da Denebola (Beta Leo), mentre si dirige verso la Vergine, dove entra l’8. Il pianeta brilla dunque a est ed è come sempre un punto molto luminoso. Ha una magnitudine di -3,91 e lo vediamo in media per oltre un’ora prima che sorga il Sole. Le sue dimensioni apparenti sono in diminuzione, segno che il pianeta si sta allontanando dalla Terra; nell’arco del mese il diametro angolare si riduce da 11,07” a 10,33”. Giovedì 2 si trova a 0,718 UA dal Sole che è l’avvicinamento massimo alla stella, ovvero il perielio. Da un punto di vista prospettico invece, la sua elongazione diminuisce da 24° a 16,5° e il pianeta è sempre più immerso nella luce solare, con la conseguenza di poterlo osservare per un tempo gradualmente più limitato.
♂ MARTE si trova nella Vergine e dal 4 nella Bilancia, ma sorge e tramonta nelle ore diurne e non è pertanto visibile. È nel bel mezzo della sua prigionia nella mitica botte degli Aloadi, per cui dobbiamo pazientare a lungo per tornare a vedere Marte, che rimarrà invisibile per altri otto mesi.
♃ GIOVE è stabile nei Gemelli e si impone sempre più per luminosità e dimensioni apparenti; la sua magnitudine media è di -2,21, mentre il suo diametro angolare cresce da 36,98” a 40,45”. Giove è visibile per molte ore – sette in media – nella seconda parte della notte. Venerdì 17 infatti si trova in quadratura occidentale, ovvero a 90° di elongazione dal Sole, che anticipa di sei ore nel passaggio al meridiano. Da non perdere martedì 14 la congiunzione con la Luna che ha appena inaugurato l’ultimo quarto e si interpone a Giove e a Polluce, dando vita così anche a un raggruppamento. Alla mezzanotte e mezza, orario in cui la triade è sorta da poco, Giove e Polluce sono allineati al terminatore, rispettivamente a sud e a nord. Lunedì 27 invece la congiunzione è fra Giove e Polluce, visibili dalle 23.30 circa, quando salgono dall’orizzonte orientale.
♄ SATURNO, che ha da poco fatto il suo ingresso nell’Aquario, è il pianeta che si vede più a lungo insieme a Nettuno. A inizio mese possiamo osservarlo dal tramonto fin quasi all’alba, mentre alla fine di ottobre si concede fino a notte fonda. È ancora luminoso, sebbene il suo splendore e le sue dimensioni apparenti siano in calo e passino rispettivamente da 0,62 a 0,77 magnitudini e da 19,41 secondi d’arco a 18,91. Fra le 3.30 e le 5.00 del mattino di lunedì 6, Saturno si trova in un raggruppamento con Nettuno che si affaccia dai Pesci e con la Luna ormai quasi piena, che li precede a ovest nel loro tramonto.
♅ URANO si muove lentamente nel perimetro del Toro mantenendosi sotto le Pleiadi di qualche grado. Culmina a notte fonda e possiamo osservarlo fino all’alba con una magnitudine che nell’arco del mese scende da 5,68 a 5,63 – segno di splendore crescente – e diametro angolare che sale da 3,73” a 3,79”. Venerdì 10, prima che sorga il Sole, è visibile a sud-ovest in un raggruppamento con le Pleiadi e la Luna, ancora tondeggiante, che sta per andare in congiunzione col pianeta, più indietro di circa 4°.
♆ NETTUNO è ancora favorito dall’opposizione di settembre e possiamo seguirlo percorrere il suo arco celeste dal tramonto all’alba o quasi, con una permanenza media sopra l’orizzonte di oltre dieci ore. Lo troviamo nei Pesci non lontano dal confine con l’Aquario dove risiede Saturno. Nettuno ha una magnitudine di circa 7,70 e dimensioni apparenti di 2,36” che lentamente calano. Il pianeta, distante circa 29 UA ovvero 4,3 miliardi di km, si sta infatti allontanando e a fine ottobre è più lontano di oltre 30 milioni di km. Nella notte di lunedì 6, la Luna prossima alla fase piena in cui è anche Superluna, è nei Pesci, così che i tre corpi celesti formano un raggruppamento in direzione sudoccidentale con Nettuno e Saturno a est del nostro satellite.

✨ STELLE E COSTELLAZIONI
Il tramonto trascina con sé le costellazioni estive che, grazie alla stagione mite, sono protagoniste ogni anno di serate all’insegna dell’Astronomia pensate per il grande pubblico. La Lira, il Cigno e l’Aquila scendono sotto l’orizzonte occidentale sempre prima e con esse il Triangolo Estivo, l’asterismo formato dalle loro stelle più vivide, Vega, Deneb e Altair rispettivamente. A precederle nel tramonto ci sono l’Ofiuco e Ercole col suo magnifico ammasso globulare, M13. Ormai pressoché irraggiungibili sono invece lo Scorpione con Antares e il Sagittario nei cui pressi ha il massimo splendore la Via Lattea.
L’autunno in particolare è il tempo dell’incedere di costellazioni dalla grande estensione: Pegaso, l’Aquario, i Pesci e la Balena sono tutti gruppi di stelle che, eccetto Pegaso di cui distinguiamo facilmente il Quadrato, richiedono un certo esercizio per essere ricostruiti tanto si “allargano” sulla volta celeste. Le loro stelle sono quasi tutte deboli, ma cercandole pazientemente, scopriamo di ritrovarci nel regno dell’acqua, in quell’Oceano che nella concezione antica circondava la Terra e il cui orizzonte mostrava il ciclico sorgere e tramontare degli astri. Pegaso, il cavallo alato, è anch’esso legato all’elemento vitale per eccellenza in quanto figlio di Poseidone e della gorgone Medusa; insieme ai Pesci risiede appena sopra l’equatore celeste, mentre tutte le altre costellazioni si trovano al di sotto, accompagnate dalle ancor più meridionali Pesce Australe con la stella Fomalhaut, Capricorno – creatura per metà capra e per metà pesce – ed Eridano, il lungo fiume celeste che alle nostre latitudini è visibile quasi per intero. Nelle profondità del cosmo invece, già con un binocolo 10×50 riusciamo a distinguere due splendidi ammassi globulari: M2 nell’Aquario e M15 in Pegaso, entrambi di sesta magnitudine e distanti fra i 30.000 e i 40.000 anni luce. M15 è uno dei più ricchi della nostra galassia con oltre centomila stelle ed è fra i più estesi con una dimensione angolare di 18’; leggermente più piccolo è M2 che occupa 16’, circa la metà delle dimensioni apparenti del disco lunare. Addentrandoci ulteriormente nello spazio, in abissi cosmici di milioni di anni luce, la costellazione di Pegaso ci regala al confine con la Lucertola, uno spettacolo straordinario: il Quintetto di Stephan, cinque galassie concentrate in appena 4-5 primi d’arco, composto da quattro galassie interagenti a 290 milioni di anni luce e da una a spirale, NGC 7320 che, a 45 milioni di anni luce, è vicina alle altre solo prospetticamente. Sono tutte galassie molto deboli, fra le 12 e le 15 magnitudini, ma per trovarle ci viene in aiuto la galassia più luminosa di Pegaso, NGC 7331, circa mezzo grado più sopra. In questa spirale il 14 luglio scorso è apparsa una supernova, SN 2025rbs, la cui esplosione risale a 45 milioni di anni fa e la cui luce ci è giunta solo oggi. NGC 7331 è conosciuta anche come la Piccola Galassia di Andromeda e a questo proposito, in autunno inizia il periodo di miglior osservabilità della galassia di Andromeda, il vortice di stelle più famoso, nonché più vicino alla Via Lattea da cui dista 2,5 milioni di anni luce ed è visibile a occhio nudo sotto cieli bui. La galassia di Andromeda, M31 nel catalogo di Messier, culmina prima della mezzanotte, seguita da un’altra celebre e meravigliosa spirale: M33 nell’adiacente costellazione del Triangolo che, a 2,7 milioni di anni luce, è appena più distante. E mentre a sud, questi capolavori dell’universo ci catturano, a est si affacciano le Pleiadi, Aldebaran, Capella e a seguire Betelgeuse, Castore, Polluce, in altre parole le costellazioni del Toro, dell’Auriga, di Orione e dei Gemelli, il primo annuncio dell’inverno in arrivo.
MARTEDÌ 7 OTTOBRE: SUPERLUNA
Ottobre ci regala la prima delle tre Superlune del 2025. Questo modo di dire, inventato alla fine degli anni Settanta dall’astrologo statunitense Richard Nolle (astrologo, a dimostrazione che il fenomeno in sè non rivestiva alcun interesse astronomico), ha riscosso nel tempo un successo crescente, al punto da essere inserito fra gli appuntamenti astronomici veri e propri. Secondo la definizione di Nolle, una Superluna si verifica quando la Luna diventa piena (o nuova, che però non è visibile) in concomitanza o in prossimità del suo massimo avvicinamento alla Terra (entro il 90%); in altre parole, quando la fase piena (o nuova) capita con la Luna al perigeo o nelle immediate vicinanze, secondo il criterio che la differenza fra la distanza della Luna al momento della fase piena e al momento dell’apogeo sia almeno il 90% della distanza che separa l’apogeo dal perigeo. In ottobre la Luna diventa piena martedì 7 a 361.458 km dalla Terra /e va al perigeo il giorno dopo), portando una differenza di 44.986 km rispetto a quando si trova all’apogeo, il 24 ottobre, a 406.444 km. Il perigeo di mercoledì 8 invece si trova a 359.818 km dalla Terra e la distanza che lo separa dall’apogeo è di 46.626 km. Confrontando questa separazione con i 44.986 km che intercorrono fra la Luna all’apogeo e la Luna in fase piena, risulta che questi ultimi corrispondono al 96,5% della distanza fra apogeo e perigeo, una percentuale superiore al 90%: la Luna piena del 7 ottobre è dunque una Superluna! Dopo l’inevitabile soddisfazione, anche se solo intellettiva, viene da chiedersi come apparirà ai nostri occhi la Luna piena di ottobre che brillerà per tutta la notte fra le stelle dei Pesci. Il fatto di essere alla minima distanza dalla Terra proprio quando è completamente illuminata comporta ovviamente che il suo disco sia più ampio e la sua luminosità più intensa. La Superluna di ottobre in particolare sarà il 13% più grande e il 22% più luminosa rispetto al giorno dell’apogeo, aumenti che tuttavia il nostro occhio purtroppo non rileva. Un confronto fotografico con la Luna piena del mese scorso o meglio ancora con quella di maggio, quando si trovava anche a uno dei massimi apogei, permette invece di notare la differenza. Vale la pena dunque reclamizzare tanto il fenomeno della Superluna? Forse no, anche se personalmente più di una volta mi è capitato in questa occasione di sentire amici ignari dell’evento, esclamare: “Ma quanto bella è la Luna stasera…?”.
☄️ DOMENICA 19 OTTOBRE: COMETA C/2025 R2 (SWAN) ALLA MINIMA DISTANZA DALLA TERRA
È proprio il caso di dire che l’estate 2025 ha elargito non solo “polvere di stelle”, ma anche comete vere e proprie! Oltre all’immancabile appuntamento col maestoso sciame delle Perseidi, in luglio e in settembre sono state infatti scoperte due comete che, proprio a partire dal cielo autunnale, proseguono il loro viaggio celeste che le porterà a un incontro ravvicinato (ma pur sempre a distanza di sicurezza!) con la Terra.
Dopo la scoperta del 1° luglio della cometa interstellare 3I/ATLAS, l’11 settembre l’astronomo amatoriale Vladimir Bezugly ha avvistato una nuovo viandante celeste, grazie allo strumento SWAN (Solar Wind Anisotropies) a bordo della sonda solare SOHO. Pochi giorni dopo ha ricevuto il nome ufficiale di C/2025 R2 (SWAN). Il giorno successivo, 12 settembre, la cometa ha raggiunto il perielio, ovvero il punto più vicino al Sole, situato a 75 milioni di chilometri dalla nostra stella, in pratica appena oltre l’orbita di Mercurio.
L’avvicinamento massimo alla Terra è previsto per domenica 19 ottobre, quando la C/2025 R2 (SWAN) passerà a 39 milioni di chilometri dal nostro pianeta, circa 1/4 della distanza che ci separa dal Sole, e sarà visibile per qualche ora dopo il tramonto a sud-ovest, nella costellazione dello Scudo. L’osservazione richiederà almeno un binocolo, ma le comete sono imprevedibili e la loro luminosità può cambiare rapidamente. Attualmente (alla fine di settembre, n.d.a.), le stime variano fra le 7 e le 10 magnitudini. A meno di un incremento nei prossimi giorni, non sarà quindi visibile a occhio nudo e servirà, specialmente nel secondo caso, un telescopio di almeno 100 mm di apertura oppure un binocolo gigante montato su un cavalletto ben stabile.
A occhio nudo però potremmo essere spettatori di nuove stelle cadenti: già nei primi giorni di ottobre infatti, la Terra attraverserà il flusso di detriti lasciato dalla cometa, creando le condizioni per un potenziale sciame meteorico che potrebbe regalarci uno spettacolo straordinario! Pertanto, non dimenticate di dare uno sguardo anche alle stelle: il cielo potrebbe riservarci sorprese.
☄️ MARTEDÌ 21 OTTOBRE: COMETA C/2025 A6 (LEMMON) ALLA MINIMA DISTANZA DALLA TERRA
A soli due giorni di distanza dal passaggio ravvicinato della C/2025 R2 (SWAN), un’altra cometa si avvicinerà alla Terra fino a circa 89 milioni di chilometri: è la C/2025 A6 (Lemmon), finita sotto i riflettori solo di recente, e non perché sia appena stata scoperta (il primo avvistamento è avvenuto in Arizona il 3 gennaio scorso, al Mt. Lemmon SkyCenter Observatory), bensì perché proprio in settembre ha avuto un balzo in luminosità del tutto inaspettato. Mentre a inizio anno si presentava come un oggetto debolissimo di magnitudine 21 con stime evolutive che non prevedevano nulla di significativo, a metà agosto la sua magnitudine è scesa sorprendentemente a 14, e a fine settembre a 11. Un calo complessivo di dieci magnitudini significa un incremento di luminosità pari a 10.000 volte! Le comete sono corpi celesti imprevedibili e ora la prospettiva è che la Lemmon prosegua nella sua ascesa luminosa via via che si avvicina al nostro pianeta, visita che avverrà martedì 21, quando potrebbe arrivare alla settima magnitudine, ovvero 40 volte più brillante di fine settembre. A meno di sorprese dell’ultimo momento, non sarà visibile a occhio nudo, ma basterà un binocolo di almeno 50 mm di apertura o un piccolo telescopio per vederla in direzione ovest, alta nel cielo serale fra le stelle del Bootes. Oltretutto il 21 cade proprio in corrispondenza della Luna nuova, una condizione che favorisce ulteriormente la visione.
Già da ora possiamo seguirla al telescopio nel suo tragitto che passa per il Leone Minore, l’Orsa Maggiore e i Cani da Caccia nei pressi di Cor Caroli, l’ultima “fermata” prima di approdare nel Bootes quando sarà alla minima distanza dalla Terra. La terza decade di ottobre e i primi giorni di novembre sono i più indicati per l’osservazione. La cometa si sta dirigendo verso il perielio che raggiungerà l’8 novembre e si troverà a 79 milioni di chilometri dal Sole nella costellazione dell’Ofiuco. Al momento del massimo avvicinamento alla Terra potrebbe pertanto aver sviluppato bene la coda, che attualmente (alla fine di settembre, n.d.a.) è poco pronunciata. La cometa Lemmon proseguirà poi il suo viaggio, ma non la vedremo più perché sempre più lontana e fievole. Ritornerà al perielio fra circa 1350 anni, un lungo intervallo di tempo che di fatto ne fa una cometa non periodica.
Fra il 19 e il 22 ottobre, non ci resta quindi che aprirci al firmamento per vivere l’incanto del passaggio ravvicinato di due comete che non torneranno, sotto un cielo acceso dalle fugaci scie luminose delle Orionidi.
☄️ MERCOLEDÌ 22 OTTOBRE: SCIAME METEORICO DELLE ORIONIDI
Se in agosto la Luna ancora quasi piena ci ha dato un po’ da fare nell’avvistare le Perseidi, in ottobre possiamo rifarci con lo sciame meteorico delle Orionidi che ha il suo picco nella notte di mercoledì 22 ottobre, giorno successivo alla Luna nuova. Siamo dunque nelle condizioni ideali per catturare queste stelle cadenti che, con una frequenza teorica di 23 meteore all’ora, non sono particolarmente numerose ma capitano al momento giusto dal punto di vista lunare. Oltretutto lo sciame delle Orionidi è quello col periodo di attività più lungo; si protrae infatti per quasi due mesi, dal 26 settembre al 22 novembre, così che per noi aumenta la probabilità di imbattersi in una scia luminosa non solo nelle notti di massima intensità. A generare gli strali di luce è la storica cometa di Halley che ogni 76 anni ripassa al perielio disseminando nuovi frammenti di roccia, ghiaccio e polvere nella regione per cui passa l’eclittica, l’orbita sui cui si muove la Terra. È proprio nel periodo dell’anno in cui il nostro pianeta arriva in quel tratto del suo percorso, che attraversa l’enorme nuvola di detriti cometari, venendone investito. Quei corpuscoli al contatto con l’atmosfera terrestre, si incendiano e il cielo è improvvisamente solcato da fulminee scie luminose che immancabilmente destano stupore. Sono le meteore e nel caso delle Orionidi sembrano provenire da un punto, il radiante, situato nella costellazione di Orione, da cui il nome dello sciame. Il radiante, che risiede vicino al confine coi Gemelli non lontano da Gamma Gem, sorge attorno alle 22.30 e culmina verso le 5.30, orario ottimo perché le ore vicine all’alba sono le migliori e alle 5.30 il cielo è ancora buio. Le stelle cadenti arrivano da ogni direzione e non dobbiamo quindi preoccuparci di dove volgerci; basti solo sapere che se guardiamo verso il radiante, vedremo più scie ma corte, mentre dalla parte opposta ne arriveranno di meno ma saranno scie lunghe e dunque più durature. Non resta quindi che alzare gli occhi al cielo già da ora!
☄️ MERCOLEDÌ 29 OTTOBRE: PASSAGGIO AL PERIELIO DELLA COMETA 3I/ATLAS
Al primo quarto di Luna di ottobre, la cometa 3I/ATLAS passerà al perielio. Scoperta il 1° luglio scorso dal telescopio cileno del progetto ATLAS, questa “stella chiomata” è molto speciale: non proviene infatti dal nostro Sistema Solare come accade di norma, ma dallo spazio interstellare, molto probabilmente dal centro della Via Lattea! Con la 3I/ATLAS, finora sono solo tre gli oggetti (asteroidi o comete) di origine interstellare finite nel nostro Sistema Solare che abbiamo casualmente intersecato.
Queste esocomete si sono ritrovate a viaggiare nel nostro ambiente per via di perturbazioni gravitazionali – dovute a pianeti o stelle nelle vicinanze – che le hanno scardinate dalla loro orbita e strappate alla stella attorno a cui ruotavano, immettendole in nuovi solitari percorsi nella Galassia. Dopo milioni di anni sono giunte nei pressi del nostro Sistema Solare al quale, sempre per gravità, si sono agganciate e dirette verso il Sole.
Al momento della scoperta, la 3I/ATLAS si trovava a circa 4,5 UA dalla nostra stella, dunque vicino all’orbita di Giove che ne dista 5,2. Mercoledì 29 ottobre la cometa si avvicinerà al Sole fino a una distanza di 1,4 UA (circa 210 milioni di km), la minima possibile. Sarà ormai nella costellazione della Vergine, appena sopra Venere ma, essendo al perielio e molto debole, non si potrà vedere, così come per quasi tutto il mese; solo nei primissimi giorni di ottobre possiamo cercarla dopo il tramonto a ovest, bassa sull’orizzonte e di dodicesima magnitudine. Da metà novembre invece si offrirà sempre più a lungo prima dell’alba in direzione est, quando sorgerà ancora nella Vergine. Il 19 dicembre infine sarà il giorno del massimo avvicinamento alla Terra, da cui si distanzierà di 1,8 UA (circa 270 milioni di chilometri), risultando così più esterna all’orbita di Marte di 42 milioni di chilometri dal Sole. Il 19 dicembre la 3I/ATLAS sarà nel Leone e potremo vederla da quando sorge attorno alla mezzanotte, fino all’alba quando culmina a sud. Anche alla minima distanza dalla Terra, rimane però una cometa poco luminosa, di magnitudine fra 12 e 14, per la cui osservazione serve un binocolo 10×50 o un piccolo telescopio.
La 3I/ATLAS ha un diametro stimato di 5,6 km e la provenienza dallo spazio interstellare si deduce dalla sua traiettoria altamente iperbolica (ha un’eccentricità di ben 6,2!). Quando il 29 ottobre arriverà al perielio, raggiungerà la velocità di 77 km/s contro i 68 km/s al momento della scoperta, valori molto alti che insieme ad altri stimati durante il suo viaggio, avrebbero permesso di risalire all’età del corpo celeste: la 3I/ATLAS sembrerebbe avere più di sette miliardi di anni! In pratica la metà degli anni dell’universo e se così fosse, sarebbe la cometa più antica mai trovata, preziosissima per le informazioni che porta con sé sull’ambiente in cui si è formata e sui processi che guidano la genesi di sistemi planetari attorno a stelle lontane.
Il telescopio spaziale James Webb ha fornito la sua prima immagine della cometa il 6 agosto e un’analisi della sua composizione ha rivelato un rapporto eccezionalmente alto fra anidride carbonica e acqua (ben 8:1), segno che la 3I/ATLAS è stata esposta a livelli di radiazioni molto più elevati rispetto alle comete del Sistema Solare, oppure che è nata vicino alla linea del ghiaccio di anidride carbonica, la cosiddetta “snowline del diossido di carbonio”. Si tratta della distanza dalla stella centrale a cui la temperatura scende abbastanza da far ghiacciare l’anidride carbonica, trasformandola da gas a solido.
Nel suo avvicinamento al Sole, l’immenso calore della nostra stella sta già inducendo il ghiaccio e la polvere che avvolgono il nucleo della 3I/ATLAS a sublimare, cioè a passare direttamente dallo stato solido a quello gassoso, e si è così già originata la chioma, una sorta di nuvola che il vento solare allungherà poi nella tipica coda che caratterizza le comete.

Ilaria Sganzerla ]

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