Il mutevole ghiaccio di Cerere

Cerere-cratereIl Sistema Solare non smette di stupirci con la sua varietà e il dinamismo dei suoi corpi. Dopo i criovulcani di Tritone, i geyser di vapore su Encelado e le eruzioni vulcaniche su Io, anche Cerere mostra cambiamenti superficiali, e per di più si sospetta che siano stagionali e legati al ciclo dell’acqua.

Cerere è il più grande asteroide della Fascia Principale, catalogato come pianeta nano, ed è ora orbitato dalla sonda Dawn della NASA che lo ha raggiunto nel 2015.
È notizia di ieri che la sonda ha avvistato dei cambiamenti sulla superficie di Cerere.

Si tratta di ghiaccio che si è andato progressivamente ad accumulare sulla parete nord del cratere Juling, una scarpata alta 4 chilometri che resta quasi sempre in ombra.
La superficie in esame si estende per 40 km quadrati, e la percentuale coperta di ghiaccio è passata dal 9 al 14 percento in sei mesi: circa 2 km quadrati di area ghiacciata in più.

I ricercatori sospettano che, con l’avvicinarsi di Cerere al Sole, del vapore acqueo sia stato liberato per l’aumento della temperatura e abbia brinato sulla fredda parete del cratere. Si tratterebbe cioè di una variazione periodica, legata all’orbita di Cerere.

Lo studio è tutto italiano, condotto da scienziati (primi firmatari Andrea Raponi e Filippo Giacomo Carrozzo) dello IAPS, Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali, ed è apparso insieme ad un altro studio volto a delineare la presenza di carbonati sulla superficie del pianeta nano, entrambi utilizzando lo spettrometro italiano VIR (Agenzia Spaziale Italiana) montato sul satellite della NASA. Gli articoli sono stati pubblicati su Science Advances.

[ Paolo Colona ]

Immagine: il cratere Kupalo di Cerere ripreso dalla sonda Dawn, Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA

.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *