Illuminazione e risparmio energetico

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In questo periodo in cui il portafogli acuisce le nostre attenzioni all’ambiente, conviene ricordare che esiste una voce di spesa energetica che si può COMPLETAMENTE cancellare! Senza dover rinunciare a niente. È una notizia interessante per gli astronomi e per tutti, perché si tratta dello stesso consumo che, attraverso l’inquinamento luminoso, impedisce alla maggior parte degli Italiani di vedere la Via Lattea anche nelle notti estive, quando è più luminosa.


La luce inviata verso l’alto da parte di impianti dei illuminazione inappropriati diffusi in Italia è un esempio di “spreco netto” che incide sulla bolletta, e che però è azzerabile in qualsiasi momento.
Impianti illuminanti non schermati verso l’alto o eccezionalmente luminosi, o anche del tutto superflui, disperdono la luce verso il cielo, dov’è sprecata. In questo modo inquinano consumando una quota di energia che non serve: tale quota di consumo si potrebbe eliminare interamente.
Tale risparmio, tra l’altro, non avrebbe alcun effetto negativo sull’illuminazione di strade o centri abitati, ne aumenterebbe solo l’efficienza. Si tratta cioè di impiegare impianti capaci di inviare là dove serve la totalità della luce emessa, senza dispersioni.

Il vantaggio di usare la luce solo dove e quando serve (ad esempio con luci esterne temporizzate o controllate da sensori di movimento) non è solo quello, bellissimo, di poter rivedere le stelle.

Tra le conseguenze di questo spreco evitabile possiamo enumerare anche le seguenti voci:

– maggior consumo energetico con sfruttamento di risorse non rinnovabili
– emissione di CO2
– aumento della bolletta
– inquinamento dell’ecosistema notturno
– danni alla salute
– cancellazione delle stelle dal cielo

A conti fatti un danno ambientale come l’inquinamento luminoso (IL) è mantenuto continuamente a costo di maggiori consumi, esborsi e danni alla salute e all’ambiente.

È di estremo interesse ricordare anche che:
• È un inquinamento azzerabile in qualsiasi momento: basta razionalizzare l’illuminazione esterna per farlo sparire. Ogni altra forma di inquinamento non ha questa caratteristica, purtroppo.
• Gli impianti a norma sono più sicuri: sono schermati lateralmente e verso l’alto e quindi non producono abbagliamento di chi guida o si trova nei dintorni.
• L’impianto d’illuminazione più inefficiente in assoluto sono i globi, un abominio che sfida l’intelligenza umana. Guardandoli si capisce a prima vista che disperdono oltre la metà della luce verso l’alto, abbagliano con luce diretta in tutte le direzioni chi si trovasse nei dintorni e, a causa del sostegno del globo e della lampadina, proiettano un cono d’ombra al suolo. Un vero incubo. Metà del costo di esercizio di un globo abbaglia e fa ombra a terra, l’altra metà è completamente sprecata.
• Alcuni comuni hanno applicato politiche di contrasto all’IL con enormi risparmi in bolletta documentati.
• L’Italia è uno dei paesi che sprecano più energia elettrica “per illuminare l’aria” al punto che purtroppo su tutto il territorio nazionale è ormai impossibile godere di un cielo originario e sta diventando sempre più raro addirittura avvistare la Via Lattea.
Come detto, questa situazione è immediatamente reversibile in qualsiasi momento semplicemente migliorando l’efficienza dei punti luce.

Ecco cosa possiamo fare tutti noi:
– utilizzare esclusivamente impianti di illuminazione “schermati”, che inviano luce solo dove serve
– spegnere l’illuminazione degli spazi esterni o controllarla con sensori di movimento
– temporizzare le luci fisse esterne perché restino spente (o ridotte) dopo un certo orario
– segnalare al proprio comune impianti di illuminazione molesti o palesemente fuori norma (in molte regioni esistono leggi per il contrasto all’inquinamento luminoso), sia pubblici che privati. (Chi abita nel Lazio può farlo qui: laziostellato.org)

In questo modo ridurremo sprechi e consumi e renderemo di nuovo possibile osservare il cielo e vederlo meglio, rimpossessarci della sua bellezza e dei suoi tesori senza pari, e riannodare il filo che ci lega a esso.

[ Paolo Colona ]

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