La New Horizons su Ultima Thule: un gigantesco passo avanti nell’esplorazione del Sistema Solare

NewHorizon-2014MU69

Al di là dei pianeti, lontano dal Sole, si estende una popolazione di corpi ghiacciati di dimensioni talvolta ragguardevoli. Il più famoso di questi è Plutone, che è un pianeta nano, ma esistono astri di dimensioni paragonabili (detti plutoidi), come Eris, e un’infinità di asteroidi con dimensioni inferiori, che orbitano il Sole a distanze superiori a quelle di Nettuno (i primi scoperti risalgono al 1992 e ad oggi ne conosciamo oltre 1000).

>> Sotto, la galleria di immagini mandate dalla New Horizons <<

 

Questi oggetti, con caratteristiche chimiche e dinamiche variegate e interessantissime, attirano ovviamente ogni attenzione per tanti motivi: sono depositari di informazioni sulla nascita e l’evoluzione del nostro Sistema Solare, e sono l’ultima frontiera che oggi siamo in grado di esplorare.
I telescopi sono a malapena in grado, in alcuni casi, di mostrarci dei satelliti dei maggiori “oggetti transnettuniani”, come si chiamano collettivamente, ma, a causa della loro enorme distanza, non ci danno informazioni dirette sulla loro morfologia.
Il punto di svolta, sia nella storia della scienza planetaria, che dell’umanità intera, arriverà quando la sonda New Horizons, che ha esplorato Plutone il 14 luglio del 2015, sorvolerà per la prima volta un asteroide transnettuniano inviandone a terra immagini ravvicinate.
Siamo fortunati: l’incontro avverrà tra pochi giorni. Il primo gennaio, infatti, la sonda NASA passerà a meno di 3500 km da un KBO (Kuiper Belt Object: il modo con cui vengono chiamati i transnettuniani entro 50 UA dal Sole) del diametro di poche decine di km, classificato come 2014 MU69 e ribattezzato significativamente Ultima Thule, con riferimento mitologico all’ultima terra più lontana nota nell’antichità.
Kuiper Belt object 2014 MU69

Sappiamo poco di Ultima Thule: scoperto nel 2014, visibile come un puntino persino col telescopio Hubble, è di ventesima magnitudine, orbita il Sole tra le 42,4 e le 46,5 unità astronomiche (1UA = distanza Terra-Sole ~ 150 milioni di km) impiegando 295 anni per completare un’orbita. Le osservazioni durante un’occultazione nel luglio del 2017 hanno mostrato che ha una forma molto elongata e potrebbe addirittura essere costituito da due corpi a contatto, e forse avere anche un piccolo satellite. I modelli suggeriscono che sia poco craterizzato e che la New Horizons possa perciò fotografare il terreno originale, con ancora i segni dell’originale formazione di questo asteroide, risalente a 4,6 miliardi di anni fa.
Ultima Thule sarà l’oggetto più lontano che una sonda avrà mai visitato nella storia e non vediamo l’ora di vedere le foto della sonda, che avranno una risoluzione migliore di circa 50 metri per pixel.

Qui potete vedere il video di Brian May, il chitarrista dei Queen, dedicato all’impresa storica di New Horizons.

Paolo Colona ]

Per approfondire:
https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1029/2018GL078996
https://www.skyandtelescope.com/astronomy-news/2014-mu69-fascinates-puzzles-observers/
https://astronomynow.com/2018/10/25/as-new-horizons-closes-in-on-ultima-thule-scientists-propose-a-pluto-orbiter/
https://en.wikipedia.org/wiki/New_Horizons#Encounter_with_(486958)_2014_MU69
https://en.wikipedia.org/wiki/(486958)_2014_MU69

Il post su Facebook: https://www.facebook.com/314427048752705/posts/955605051301565/

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