La Supernova più vicina di questa decade
Il 19 maggio 2023, l’astronomo dilettante Koichi Itagaki ha fatto una scoperta sensazionale: mentre osservava la galassia a spirale M101 nella costellazione dell’Orsa Maggiore, altresì nota come la Galassia Girandola, si è accorto che qualcosa era successo.
In uno dei suoi bracci esterni si è accesa, del tutto inaspettatamente, una luce! Una Supernova di tipo II catalogata con la sigla 2023ixf.
…in a Galaxy far far away… una stella massiccia (almeno 9 volte la massa del Sole), ha coronato la fine della sua vita in un’esplosione talmente tanto colossale da essere stata ripresa a più di 20 milioni di anni luce!
Le supernove di tipo II sono infatti stelle pesanti che, arrivando a sintetizzare nuclei di atomi di ferro al loro interno, vanno incontro a un collasso che le fa esplodere completamente lasciando dietro di sè un astro collassato come una stella di neutroni o un buco nero.
Al momento della scoperta la magnitudine di questo bagliore stellare era di 14,9, diminuita a 14.4 all’indomani e arrivata fino alla 11 ad una settimana dall’esplosione, rendendola un oggetto alla portata di telescopi sopra i 15 cm di dimetro (da cieli bui, 25 cm dalle città). Nel 2011, la galassia M101 ci aveva già regalato un altro “fuoco d’artificio” stellare.
La SN 2011fe, esplosa 12 anni fa, era una supernova di tipo Ia (deflagrazione di una nana bianca, meccanismo diverso da quello della 2023ixf) e si fece ampiamente notare con la sua magnitudine massima raggiunta di 10 vincendo il premio della Supernova più luminosa degli ultimi 20 anni e lasciando gli Astronomi ed astrofili di tutto il mondo con il naso all’insù per un bel po’!
A giugno 2023, la supernova 2023ixf è anch’essa di magnitudine 10 e può essere vista come una debole stellina anche da cieli inquinati nei quali è impossibile vedere la galassia ospite M101.
Quella remota esplosione eietterà nello spazio interstellare circostante enormi quantità di elementi chimici che solo le stelle riescono a sintetizzare, come il carbonio, l’ossigeno e il ferro: dalle nubi che raggiungeranno potranno così un giorno formarsi pianeti rocciosi e, forse, germogli vitali per future civiltà.
[ Veronica Malengo ]
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