L’impressionante “spegnimento” di Betelgeuse

Betelgeuse-variabile

Betelgeuse, la celeberrima supergigante rossa che contrassegna la Spalla della costellazione di Orione, ha avuto un repentino, impressionante calo di luminosità. Trattandosi di una delle 10 stelle più luminose dell’intero firmamento, e posta in una delle più famose e caratteristiche costellazioni del cielo, per di più nota per essere prossima ad esplodere come supernova, si capisce la velocità e trepidazione con cui questa notizia si è diffusa tra i professionisti e nel mondo degli appassionati.
In effetti in queste sere si nota benissimo che il tipico aspetto di Orione, con le due stelle Rigel e Betelgeuse a fare da contraltare l’una all’altra rispetto alle tre stelle della Cintura, è profondamente cambiato: Rigel splende come prima, con la sua luce azzurra, ma è rimasta orfana della compagna rossa, la cui luce si è dimezzata. Ora Betelgeuse ha una luminosità paragonabile a quella dell’altra Spalla di Orione: Bellàtrix.

Che cosa è successo? Per cominciare ricordiamo quanto Betelgeuse sia eccezionale.
Si tratta di un astro colossale, 20 volte più pesante del Sole e 900 volte più grande: se fosse messa al suo posto, ingloberebbe al suo interno le orbite dei pianeti spingendosi molto oltre quella di Marte.
Una stella, come vedremo nel Corso base di Astronomia, diventa un mostro del genere al termine della propria vita, quando il combustibile nucleare che ne impedisce il collasso è inesorabilmente in via d’esaurimento: per spremerlo fino all’ultima goccia, il nucleo si contrae sempre più aumentando la propria temperatura. Di conseguenza gli strati esterni si gonfiano fino a proporzioni immani, raffreddandosi e diventando perciò rossi.
La fonte energetica di Betelgeuse è agli sgoccioli ed anche la sua vita, brevissima su scala astronomica, 2000 volte più rapida di quella del Sole, sta terminando.
Poiché con la sua massa Betelgeuse è destinata ad esplodere come supernova lasciando un buco nero come residuo, è una delle candidate “prossime supernove” e seguitissima dagli astrofisici.

Il calo di luminosità è notevole, di una magnitudine (ora è di 1,5 mentre di solito è di 0,6) e a chi è abituato a guardare il cielo appare eccezionale poiché altera visibilmente l’aspetto di una costellazione. Tuttavia Betelgeuse *è* una stella variabile, lo è da quando esiste il genere umano, per cui già in passato è scesa a questi livelli di luminosità. Questa volta, dato il calo così brusco e improvviso (segnalato per la prima volta il 19 scorso e compiutosi nell’arco di un giorno o meno), la mente vola a possibilità estreme: che stavolta le cose non siano così usuali ma che la supernova sia ormai prossima.
Per quanto ne sappiamo questo calo di luminosità, benchè suggestivo, non implica in realtà che Betelgeuse stia per esplodere e, se è vero che lo farà presto, quel “presto” si misura comunque in centinaia di migliaia di anni.

Nel dubbio, la notte scorsa alcuni di noi sono andati a fotografare il “nuovo” Orione (la foto che vi presentiamo è frutto della nostra fatica) e invitiamo anche voi a non perdervi lo spettacolo di un inedito “Orione sbilenco”!!

Paolo Colona ]

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In foto: la costellazione di Orione (in basso si nota la Grande Nebulosa, e, presso la Cintura, la Testa di Cavallo) con evidenziata Betelgeuse, ora un po’ “depressa”. Nel riquadro in alto a sinistra, il confronto con un’immagine d’archivio nella quale Betelgeuse è nel pieno del suo fulgore. In basso a sinistra: un’eccezionale immagine della superficie di Betelgeuse ripresa con una tecnica di interferometria infrarossa. La foto è dell’autore.
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