Omega Centauri fotografato da Roma
Una foto unica dell’ammasso globulare Omega Centauri: il celebre gioiello dei cieli australi fotografato da noi dalla provincia di Roma, alla latitudine 42°N.
Omega Centauri è il più luminoso ammasso globulare del cielo ed uno dei più noti splendori celesti dell’emisfero Sud. Brilla nella costellazione australe del Centauro con magnitudine 3,6 ed è così meridionale da passare allo zenit solo all’estremità del Sud America (la sua declinazione è di -47,5°). È talmente luminoso da essere visibile ad occhio nudo ed aver meritato di venir catalogato con una lettera greca, come si fa con le stelle.
Questo gigantesco ammasso stellare, forse reliquia di un’antica galassia, viene considerato sostanzialmente invisibile a nord della latitudine 40°N: spostandosi di due gradi ancora più a settentrione, all’altezza di Roma, Omega Centauri non sale che ad appena mezzo grado sopra l’orizzonte risultando pertanto invisibile (si pensi al Sole: quando si trova a mezzo grado sull’orizzonte è così oscurato che lo si può quasi guardare ad occhio nudo), e lo fa per meno di un’ora a cavallo della culminazione.
In tali condizioni ben poco favorevoli, la notte di sabato 27 aprile 2019 è stata fatta questa ripresa unica, durante un’uscita osservativa dell’Accademia delle Stelle in provincia di Roma, attraverso un rifrattore apocromatico da 500mm di focale su montatura CG11. Si tratta probabilmente di un record di ripresa: Omega Centauri non era mai stato fotografato da una latitudine così settentrionale (42 gradi nord).
Guardando la foto, si ha l’impressione che l’oggetto sia molto più alto di mezzo grado dall’orizzonte. In parte è vero perché, per riuscire a fotografarlo, è stato scelto un luogo osservativo elevato, dal quale cioè l’orizzonte reale è depresso rispetto a quello teorico, consentendo una migliore visibilità dell’oggetto. Il sito della ripresa infatti è il Monte Guadagnolo, a 1150 metri. Nella foto, confrontando anche con le mappe astronomiche, Omega Centauri risulta elevato di 1,5 gradi rispetto all’orizzonte visibile.
L’impressione che l’oggetto sia più alto anche di un grado e mezzo dipende dalla difficoltà di interpretare correttamente la scala dell’immagine. A tal fine, si tenga presente che il campo inquadrato totale è inferiore a 5° (misurato lungo la diagonale)!
Inoltre può aiutare sapere che l’antenna che si nota “in primo piano” dista in realtà 5 chilometri ed il paese illuminato (Rocca Massima, RM) è a 27 chilometri di distanza, quindi è realmente minuscolo. Dietro Rocca Massima si notano nubi illuminate: sono quelle che coprivano (molto convenientemente!) la Pianura Pontina fino alla costa tirrenica, 60km più a Sud del punto di osservazione. Le nubi più scure, che si stendono al di là, si trovavano invece sopra il Mediterraneo e si estendono fino all’orizzonte: dopo, a 120 km dal sito osservativo, la curvatura terrestre le nasconde definitivamente alla vista.
Omega Centauri dista invece 16.000 anni luce…
L’autore della foto, Paolo Colona, ringrazia Cristian Ciotti per la fattiva collaborazione durante la ripresa!
Dati tecnici della ripresa:
Telescopio: William Optics Apochromat 88/560
Mountatura: Losmandy G11
Camera: Canon Eos 5D II (modificata per astronomia)
Per il cielo sono state usate 30 immagini da 5 secondi a 6400 ISO, calibrati con 30 dark, 12 flat e un master bias. Un solo scatto di questi è stato scelto per il primo piano.
- La foto sul sito dell’ANSA
- Il post su Facebook: https://www.facebook.com/accademia.dellestelle/photos/1026523014209768
- Un articolo completo dedicato a questa foto è comparso nel numero 234 di giugno 2019 della rivista Coelum Astronomia; l’articolo si può leggere online o scaricare direttamente in PDF.
[Paolo Colona]
Un’impresa epica! Ma anche un esempio magistrale di conoscenza dell’astronomia di posizione e di padronanza delle tecniche strumentali! Complimenti!