Possibili Forme di Vita nei “Mondi Oceanici”

Cassini_Enceladus_mosaic_PIA06254_275

Nei corpi ghiacciati del nostro Sistema Solare la radiazione emessa da nuclei rocciosi potrebbe spezzare le molecole d’acqua e supportare microbi che si nutrono di idrogeno.

Per indagare su questa possibilità un team dell’University of Texas a San Antonio (UTSA) e del Southwest Research Institute (SwRI) ha modellato un processo naturale chiamato radiolisi, poi ha applicato il modello a vari mondi dotati di oceani noti o supposti, inclusa la luna di Saturno Encelado, la luna di Giove Europa, Plutone e la sua luna Caronte, così come il pianeta nano Cerere.

“I processi fisici e chimici che accompagnano la radiolisi rilasciano idrogeno molecolare (H2), una molecola di interesse astrobiologico”, ha detto Alexis Bouquet, a guida dello studio pubblicato su Astrophysical Journal Letters. Isotopi radioattivi di elementi come uranio, potassio e torio si trovano in una classe di meteoriti rocciose note come condriti e dotate della composizione chimica dei planetesimi, piccoli corpi freddi che si formarono nel Sistema Solare primordiale. Si ritiene che i nuclei dei mondi studiati dal team abbiano composizioni simili alle condriti. Le acque oceaniche che permeano le rocce permeabili del nucleo potrebbero essere esposte alla radiazione ionizzante ed essere soggette a radiolisi, producendo idrogeno molecolare e composti reattivi dell’ossigeno.

Bouquet ha spiegato che sono state rinvenute comunità microbiche sostenute da idrogeno molecolare in ambienti estremi sulla Terra, tra i quali un campione di acque sotterranee trovato a 3 chilometri di profondità in una miniera del Sudafrica e camini idrotermali su fondali oceanici. Questo implica la possibilità entusiasmante che esistano analoghi microbi nella regione di interfaccia tra acqua e roccia in mondi dotati di oceani come Encelado ed Europa.

Una sorgente spesso suggerita di idrogeno molecolare sui mondi con oceani è la serpentinizzazione, una reazione chimica che avviene tra acqua e roccia, per esempio nei camini idrotermali sui fondali oceanici. La scoperta chiave dello studio è che la radiolisi rappresenta un’importante sorgente potenziale di idrogeno molecolare. Mentre l’attività idrotermale può produrre quantità considerevoli di idrogeno, anche nelle rocce porose che si trovano spesso sotto i fondali marini la radiolisi potrebbe produrne in abbondanza.

La radiolisi potrebbe inoltre contribuire alla potenziale abitabilità dei mondi dotati di oceani in un altro modo: oltre a idrogeno molecolare produce composti dell’ossigeno che reagiscono con alcuni minerali presenti nel nucleo per creare solfati, una fonte di alimentazione per alcuni tipi di microorganismi.

“La radiolisi nel nucleo esterno di un mondo dotato di oceano potrebbe essere fondamentale nel supportare la vita. Dal momento che miscugli di acqua e roccia sono ovunque nel Sistema Solare esterno, questa idea incrementa la possibilità di numerosi spazi abitabili laggiù”, ha concluso Bouquet.
[ Barbara Bubbi ]

https://m.phys.org/news/2017-05-radioactive-extraterrestrial-life.html

Nell’immagine la luna di Saturno Encelado
Credit: NASA/JPL/Space Science Institute

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *