Il cielo del mese – Gennaio 2025
⭐️ CALENDARIO ASTRONOMICO DI GENNAIO 2025
I fenomeni astronomici di gennaio 2025, con la visibilità di stelle, pianeti e costellazioni.
✨ L’anno inizia col passaggio dello sciame più ricco di meteore: è quello delle Quadrantidi, ☄️ stelle cadenti che hanno il loro picco nella notte fra il 2 e il 3 gennaio. ☄️ Poco prima dell’alba degli stessi giorni, si può tentare – con estrema fortuna e strumenti adeguati – l’osservazione della cometa C/2024 G3 (ATLAS) che raggiunge il perielio il 13 e si preannuncia come la più luminosa del 2025. Sabato 4, anche la Terra si trova al perielio, il punto della sua orbita più vicino al Sole e dove per questo motivo, si muove alla velocità massima pari a 30,3 km/s. ⚪️ Fra i pianeti principali invece è il momento di Venere e Marte. Venere raggiunge infatti la massima elongazione est venerdì 10, mentre Marte va all’opposizione giovedì 16. In queste circostanze i pianeti sono anche all’apice della loro luminosità e lo stesso possiamo dire per Giove che, sebbene non più al massimo splendore, continua a beneficiare dell’opposizione di dicembre, risaltando così fra le stelle dell’Esagono Invernale insieme a Marte. Saturno invece lentamente abbandona la scena tramontando prima della mezzanotte, ma fa in tempo a regalarci due imperdibili appuntamenti: l’occultazione da parte della Luna sabato 4 e la congiunzione con Venere lunedì 20. Le notti di gennaio, ricche delle stelle più brillanti della volta celeste, vedono infine culminare le costellazioni del Toro e di Orione, forzieri celesti dove possiamo ammirare alcune fra le nebulose più famose e spettacolari. Con un inizio così scenografico, auguro a tutti voi Buon 2️⃣0️⃣2️⃣5️⃣❗️
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☀️ SOLE
Si trova nella costellazione del Sagittario e dal 19 in quella del Capricorno. Sabato 4 gennaio la Terra si trova a 0,983 UA dal Sole, ovvero al perielio, la minima distanza dal Sole equivalente a 147 milioni di chilometri.
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FASI DELLA LUNA
Primo quarto – martedì 7 h00.56
Piena – lunedì 13 h23.27
Ultimo quarto – martedì 21 h21.31
Nuova – mercoledì 29 h13.36
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PRINCIPALI EVENTI ASTRONOMICI DI GENNAIO
3 16.22 Congiunzione Luna (15%) – Venere 1,4°S, visibile dopo il tramonto a sud-ovest
3 19.27 Sciame meteorico delle Quadrantidi (ZHR 120) ☄️
4 14.28 Terra al perielio (0,983 UA)
4 18.22 Congiunzione Luna (25%) – Saturno 0,7°N (occultazione)
5 16.15 Congiunzione Luna (35%) – Nettuno 1,1°N, visibile a sud-ovest
7 00.56 Luna al primo quarto
8 00.33 Luna al perigeo (370.171 km)
9 16.52 Congiunzione Luna (79%) – Urano 4,5°N, visibile dopo il tramonto a sud-est
10 02.36 Congiunzione Luna (82%) – Pleiadi (M45) 0,3°N, visibile a ovest
10 04.52 Venere alla massima elongazione est 47,2°
11 00.11 Congiunzione Luna (89%) – Giove 5,4°N
12 00.37 Venere all’ultimo quarto
13 00.42 Cometa C/2024 G3 (ATLAS) al perielio (14,11 Mkm) ☀️☄️
13 13.00 Marte alla minima distanza dalla Terra (96.084 Mkm)
13 13.12 Cometa C/2024 G3 (ATLAS) al perigeo (140,09 Mkm) ☄️
13 17.50 Inizio del massimo splendore di Marte (m -1,38)
13 23.21 Congiunzione Luna (100%) – Polluce 2,1°S, visibile a sud-est
13 23.27 Luna piena
14 04.30 Raggruppamento Luna (100%) – Marte, Polluce 4,1°, visibile a ovest
14 04.42 Congiunzione Luna (100%) – Marte 0,2°N, visibile a ovest
14 22.49 Congiunzione Luna (99%) – Presepe (M44) 2,8°N, visibile a sud-est
16 02.16 Marte all’opposizione
16 16.36 Congiunzione Luna (92%) – Regolo 2,2°N, visibile dalle 20.30 a est
19 15.00 Mercurio all’afelio 0,467 UA
20 06.19 Congiunzione Venere – Saturno 2,5°N, visibile dopo il tramonto a sud-ovest ♀♄
21 05.37 Congiunzione Luna (56%) – Spica 0,1°S, visibile a sud
21 05.54 Luna all’apogeo (404.298 km)
21 18.11 Congiunzione Marte – Polluce 2,4°S, visibile a est
21 21.31 Luna all’ultimo quarto
25 01.14 Congiunzione Luna (21%) – Antares 0,3°S, visibile prima dell’alba a sud-est
29 13.36 Luna nuova
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PIANETI
☿ MERCURIO è visibile all’inizio del mese prima dell’alba a est con magnitudine -0,38 e diametro angolare di 5,63” in calo. Rimane molto basso sull’orizzonte, al massimo 5-7°, e brilla fra le stelle estive dell’Ofiuco, del Sagittario dal 6 gennaio e per finire del Capricorno dal 27. Domenica 19 Mercurio si trova all’afelio, la massima distanza dal Sole pari a circa 70 milioni di chilometri.
♀ VENERE è fra i protagonisti celesti di gennaio. Venerdì 10 raggiunge infatti la massima elongazione est, distanziandosi apparentemente dal Sole di 47,2° e offrendosi così alle migliori condizioni di osservazione. Rimane visibile per oltre tre ore e mezza dopo il tramonto in direzione sud-ovest, dove brilla luminosissimo fra le stelle dell’Aquario e dal 23 gennaio fra quelle dei Pesci. Venere si ammanta di luce, il suo splendore cresce da -4,43 a -4,75 magnitudini e fra le stelle si impone con un diametro angolare che nel mese passa da 22,36” a 31,76”. Al telescopio possiamo osservarlo all’ultimo quarto domenica 12, mentre la sera di lunedì 20 l’orizzonte sudoccidentale ci offre la suggestiva visione di Venere e Saturno che splendono vicini, dopo la loro congiunzione avvenuta all’alba. In quell’occasione Venere ha dimensioni apparenti di 27,62” e Saturno di 16,15”. Un’altra incantevole congiunzione è quella di venerdì 3 gennaio con la Luna che adorna il cielo sotto forma di sottile spicchio di luce rivolto verso Venere.
♂ MARTE è un punto dai riflessi ambrati che splende là dove brillano molte fra le stelle più luminose della volta celeste. Il perimetro dell’Esagono Invernale lungo il quale si dispongono Capella, Polluce, Procione, Sirio, Rigel e Aldebaran, si arricchisce della presenza di Giove e di Marte, rispettivamente vicini ad Aldebaran e a Polluce, trasformandosi così in un provvisorio “Ottagono Invernale”. Marte tocca il culmine della sua luminosità a partire dal 13 gennaio con -1,38 magnitudini. Giovedì 16 infatti si trova all’opposizione e possiamo osservarlo dal tramonto all’alba al culmine della sua luminosità e delle sue dimensioni angolari che arrivano a 14,57”. Quando un pianeta è all’opposizione significa che si trova nel punto della sua orbita opposto al Sole, e la Terra si allinea e si interpone alla coppia; in questa circostanza Marte viene a trovarsi anche alla minima distanza da noi, pari a circa 96 milioni di chilometri, massimo avvicinamento che raggiunge lunedì 13. Marte si trova nel Cancro e il 12 passa nei Gemelli dove due giorni dopo, martedì 14, forma un raggruppamento insieme alla Luna piena e a Polluce, l’astro principale dei Gemelli con cui si presenta in una suggestiva congiunzione martedì 21.
♃ GIOVE brilla luminosissimo nel Toro, vicino ad Aldebaran, la stella principale della costellazione. Sebbene in calo, la sua luminosità si attesta in media a -2,63 magnitudini, mentre il suo diametro angolare è ancora quasi al massimo con un valore medio di 45,20”. Nella prima metà del mese possiamo osservarlo dal tramonto fin quasi all’alba e successivamente fino a tarda notte. Insieme a Marte va ad impreziosire l’asterismo dell’Esagono Invernale, dato che si dispone anch’esso lungo il perimetro di questa figura che collega sei stelle regine dei cieli invernali: Capella nell’Auriga, Polluce nei Gemelli, Procione nel Cane Minore, Sirio nel Cane Maggiore e Rigel in Orione. Poco dopo la mezzanotte di sabato 11, Giove si trova fra la Luna vicina alla fase piena con cui è in congiunzione, e Polluce, e dà vita così anche a un interessante raggruppamento.
♄ SATURNO è stabile nell’Aquario e al calar del Sole appare a sud-ovest, la direzione del tramonto. Saturno infatti scende sotto l’orizzonte sempre prima, al massimo attorno alle 22.00 ma, anche se la sua presenza sul palcoscenico celeste si fa più dimessa, ci aspetta con due suggestivi appuntamenti. Verso le 18.30 di sabato 4 gennaio, viene occultato dalla Luna regalandoci così di nuovo l’emozione del 21 agosto scorso, con la differenza che ora – a parte la stagione fredda e il meteo più incerto – il nostro satellite non è in fase piena, ma si presenta come una falce di luce al 25%. Saturno scompare dietro la porzione oscura della Luna e riemerge circa un’ora dopo dal bordo inferiore illuminato. Un’altra interessante e rara congiunzione è quella con Venere lunedì 20 gennaio, visibile dopo il tramonto sempre a sud-ovest, quando i due pianeti sono separati di appena 2,5°. Saturno è un punto di magnitudine 1,06 che a fine mese si spegne a 1,11 magnitudini, mentre le sue dimensioni apparenti calano da 16,56” a 15,97”.
♅ URANO si vede a inizio mese in direzione est dal tramonto fino alle 4.00 del mattino, mentre a fine gennaio quando il Sole tramonta, è già a sud e rimane sopra l’orizzonte fino alle 2.00. Urano è stabile nell’Ariete e si presenta con magnitudine 5,69 che nell’arco del mese sale a 5,74, mentre il suo diametro angolare si rimpicciolisce da 5,73” a 5,65”. Giovedì 9 gennaio si trova in congiunzione con la Luna al 79% che accanto alla porzione oscura del suo disco, tiene le Pleiadi.
♆ NETTUNO è un puntino che brilla nei Pesci, in particolare nella zona fra quello meridionale e la coda della Balena. Lo vediamo dal tramonto fino al massimo a mezzanotte con una luminosità che si aggira sulle 7,81 magnitudini e dimensioni apparenti medie di 2,25” in calo. Domenica 5 gennaio è in congiunzione con la Luna e la sera possiamo vederlo a sud-ovest quasi a contatto col bordo illuminato del nostro satellite, da cui si stacca di appena 1,1°.
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✨ STELLE E COSTELLAZIONI
Gli amanti del profondo cielo in gennaio possono sbizzarrirsi a osservare e fotografare molti fra gli oggetti più belli che ci offrono gli abissi cosmici. In gennaio culminano infatti le costellazioni del Toro e di Orione. Nella prima troviamo il famosissimo resto di supernova noto come Nebulosa del Granchio, nome che dobbiamo a Lord Rosse il quale, osservando questa nebulosità dai cieli irlandesi nel 1844, vide la sagoma di un granchio. Questo resto di supernova posto vicino alla stella Zeta Tau e di magnitudine 8,40, è inabissato a 6.500 anni luce ed è l’oggetto che inaugura il catalogo di Messier, dove compare col nome di M1. Nell’adiacente costellazione di Orione invece, fra gli astri che formano la spada del gigante, siamo colti dal bagliore di M42, la Grande Nebulosa di Orione (m 4,0), una nube a emissione dove nascono moltissime stelle. Situata a 1.300 anni luce dalla Terra, M42 è riscaldata fino all’incandescenza dall’ammasso aperto del Trapezio, a sua volta indicato dalla stella Theta Ori. Appena sotto la cintura di Orione invece, gli astri Zeta e Sigma Ori portano all’emissione un’altra nube, IC 434, nella quale si staglia la spettacolare nebulosa oscura Testa di Cavallo a 1.500 anni luce da noi. Poco sopra Zeta Ori e grossomodo alla stessa distanza di M42, possiamo ammirare infine la nebulosa Fiamma (NGC 2024), anch’essa una splendida nube a emissione che evoca una fiamma per via della spessa banda di polvere che la attraversa verticalmente diramandosi.
Risalendo più a nord invece, a contraddistinguere il Toro vi sono Aldebaran (m 0,85), la gigante arancione a 67 anni luce dalla Terra che ne rappresenta l’occhio e che si aggancia all’ammasso aperto delle Iadi, una manciata di stelle disposte in una V da cui si allungano le corna del Toro. Ancor più riconoscibile è l’ammasso aperto delle Pleiadi, famosissimo con le sue sette stelle, nel mito le sette sorelle figlie di Atlante. Nella costellazione di Orione invece sono protagoniste la supergigante blu Rigel (m 0,15) e quella rossa Betelgeuse (m 0,45) che, insieme a Procione (m 0,40) nel Cane Minore e a Sirio (-1,45) nel Cane Maggiore, formano l’asterismo del Triangolo Invernale, un’utile guida per orientarsi fra le stelle. Con questi ultimi due astri, ci siamo spostati a est dove avanzano verso la culminazione i Gemelli e l’Unicorno, altro scrigno di meraviglie cosmiche. L’orizzonte orientale inizia a portare in scena la primavera col Leone che prima della mezzanotte è già sorto completamente, mentre quello occidentale si porta via Pegaso, parte dei Pesci e della Balena, le grandi costellazioni d’autunno.
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☄️ 3 GENNAIO: SCIAME METEORICO DELLE QUADRANTIDI
La volta stellata ci fa iniziare l’anno all’insegna dello stupore con fenomeni celesti come le stelle cadenti che ogni volta lo rinnovano. Nella notte fra giovedì 2 e venerdì 3 gennaio infatti, una pioggia di meteore attraversa il cielo con la massima intensità: sono le Quadrantidi, lo sciame più abbondante insieme alle Geminidi, con una frequenza teorica al picco di 120 meteore all’ora. Questo numero, lo ricordiamo, è puramente teorico e nella realtà si abbassa parecchio perché è calcolato per un osservatore che abbia il radiante – il punto da cui sembrano provenire le scie luminose – esattamente allo zenith, si trovi sotto un cielo perfettamente buio e abbia sotto controllo un campo visivo di 360°, cosa quest’ultima di per sé già impossibile. Ad ogni modo, siamo comunque dinanzi allo sciame più copioso fra i nove maggiori che si susseguono nell’anno. Le Quadrantidi iniziano il loro periodo di attività due giorni dopo che si sono esaurite le Geminidi, ovvero il 26 dicembre e lo terminano il 16 gennaio, quando la Terra esce dalla regione dove sono sparsi i frammenti del corpo celeste che ha originato lo sciame. L’identità di quest’ultimo non è ancora confermata con assoluta certezza, ma il candidato più probabile è un asteroide scoperto nel 2003 e chiamato 2003 EH. Le Quadrantidi sarebbero così stelle cadenti simili alle Geminidi anche sotto questo aspetto, ovvero che all’origine non c’è una cometa, come avviene per gli altri sciami, ma un asteroide. Rispetto alle comete che sono composte prevalentemente da ghiaccio e polvere, gli asteroidi sono invece corpi per lo più rocciosi. Inoltre si formano molto più vicino al Sole rispetto alle prime, tant’è che la maggior parte è disposta in un anello fra l’orbita di Marte e Giove, chiamato cintura degli asteroidi. In entrambi i casi, quando questi corpi celesti passano nelle vicinanze del Sole, si sgretolano in superficie disseminando frammenti di sé nello spazio. Le particelle di roccia o di polvere quando poi si scontrano con le particelle della nostra atmosfera, per attrito si incendiano e producono le scie luminose che vediamo apparire all’improvviso e che, per motivi prospettici, sembrano provenire da un punto chiamato radiante. Quello delle Quadrantidi ha coordinate 15h28m di ascensione retta e 45°N di declinazione; mappa stellare alla mano, scopriamo che si trova nella costellazione del Bootes. Gli sciami meteorici prendono il nome dalla costellazione in cui risiede il radiante e questo in realtà è vero anche per le Quadrantidi o meglio, lo è stato, perché quando furono battezzate, in quella regione celeste brillavano le stelle della costellazione del Quadrante Murale, inventata nel 1790 dall’astronomo francese Jérôme de Lalande (1732–1807) e abolita nel 1922 dall’Unione Astronomica Internazionale, quando stilò l’elenco ufficiale delle costellazioni. Le stelle del Quadrante Murale sono state inglobate nella costellazione del Bootes e le Quadrantidi sono conosciute anche come Bootidi. Il loro picco cade nella notte fra il 2 e il 3 gennaio e quest’anno la Luna non è di alcun disturbo perché, oltre a essere un sottile spicchio illuminato all’11%, tramonta prima che il radiante sorga. Abbiamo così a disposizione tutta la notte per provare a catturare qualche stella cadente.
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☄️ 13 GENNAIO: COMETA C/2024 G3 AL PERIELIO
Il 5 aprile 2024 il programma astronomico di ricerca di asteroidi ATLAS ha scoperto una cometa di magnitudine 19 nella costellazione australe dell’Uccello del Paradiso (Apus). La cometa, battezzata C/2024 G3 (ATLAS) distava 4,4 anni luce dalla Terra e il suo studio ha permesso di calcolarne i parametri orbitali, fra cui il periodo che è di ben 160.000 anni. Pensando che l’homo sapiens fece la sua comparsa 200.000 anni fa, in pratica ora per l’uomo è come se passasse per la prima volta. ☀️ La C/2024 G3 raggiungerà il perielio il 13 gennaio quando sarà a circa 14 milioni di chilometri dal Sole, 1/3 della distanza minima di Mercurio dal Sole e quel giorno sarà anche al perigeo, ovvero alla massima vicinanza alla Terra, da cui disterà 140 milioni di chilometri. Osservarla tuttavia sarà molto arduo, se non impossibile dall’emisfero boreale. La cometa avrà una distanza angolare dal Sole di appena 5° e sarà così immersa nella sua luce. Servono strumenti potenti e l’unica finestra di osservabilità è nei primissimi giorni di gennaio prima dell’alba, quando il corpo celeste ha un’elongazione di circa 17°. Rimane però molto basso sull’orizzonte e il crepuscolo è già quello civile. Dovrebbe tuttavia diventare molto luminosa; sono state previste -4,5 magnitudini, ovvero simile a Venere, sebbene non essendo un oggetto puntiforme, lo splendore si disperde; ma sarebbe comunque molto alto e potrebbe vedersi anche nel cielo azzurro.
A essere più favoriti nella visione di quella che potrebbe essere la cometa più brillante del 2025, sono gli osservatori dell’emisfero australe al tramonto.
[ Ilaria Sganzerla ]
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