Il Lento Viaggio di Nettuno

neptunesjour (1)
Un nuovo studio relativo alla Fascia di Kuiper, una regione di spazio al di là di Nettuno contenente centinaia di piccoli corpi ghiacciati, residui del giovane Sistema Solare, ha identificato nella zona un certo numero di oggetti molto particolari. Mentre infatti gli altri corpi celesti esibiscono un colore rossastro, questi si distinguono per il colore blu e viaggiano in coppie, orbitando uno attorno all’altro.

Le scoperte del progetto internazionale guidato da Wes Fraser della Queen’s University, Belfast, pubblicate oggi su Nature Astronomy, suggeriscono che le coppie di oggetti si siano formate in una regione molto più vicina al Sole e poi siano state allontanate a causa dell’azione gravitazionale di Nettuno fino a raggiungere le loro attuali orbite vari miliardi di anni fa.

La ricerca indica inoltre che quando Nettuno si è spostato da una distanza di 20 unità astronomiche alla sua attuale posizione, a circa 30 unità astronomiche, lo abbia fatto in modo molto lento e tranquillo, il che ha permesso ai fragili, piccoli e poco legati sistemi binari di spostarsi nella regione in cui si trovano attualmente senza essere separati in singoli oggetti.

“Questa ricerca ha aperto una nuova finestra su importanti aspetti relativi alla comprensione delle fasi precoci dell’evoluzione planetaria. Abbiamo elementi solidi in mano per determinare quando e come si siano originati questi particolari oggetti blu. Esistevano già alcune evidenze dello spostamento di Nettuno. La nostra ipotesi a riguardo di come siano arrivate laggiù le coppie binarie implica che la migrazione del pianeta gigante sia stata assai lenta e regolare. Questo programma utilizza due telescopi di livello mondiale: il Gemini-North e il Canada-France-Hawaii, simultaneamente. Grazie a ciò siamo stati in grado di ottenere informazioni spettrali complete che abbracciano lunghezze d’onda dall’ultravioletto, all’ottico e al vicino infrarosso. Senza questo programma e la presenza dei partner coinvolti, questi importanti passi avanti non sarebbero stati possibili”, ha concluso Fraser.
[ Barbara Bubbi ]

https://m.phys.org/news/2017-04-neptune-journey-early-planet-formation.html

Credit: Gemini Observatory/AURA, artwork by Joy Pollard

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *