L’Indifferenza di Sagittarius A*

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Tre anni fa una nube gassosa compatta chiamata G2 ha avuto un incontro ravvicinato col buco nero della nostra galassia, Sagittarius A*, offrendogli potenzialmente un banchetto coi fiocchi. Ma in realtà il buco nero non ha mostrato alcun incremento dell’attività e la nube è sopravvissuta alla prova. Un nuovo studio suggerisce i motivi di questo pranzetto mancato.

G2, un oggetto che all’inizio si riteneva una semplice nube gassosa, ha avuto il suo massimo avvicinamento a Sgr A* nel 2014, ad una distanza di circa 36 ore luce. Era previsto che questo pericoloso incontro con un oggetto così vorace distruggesse la nube e che gran parte del suo materiale venisse divorato dal buco nero, provocando un aumento della luminosità dai dintorni del buco nero stesso, man mano che il materiale veniva ingurgitato. Ma Sgr A* è rimasto relativamente tranquillo, senza nessun visibile incremento dell’attività.

Questa stranezza cosmica ha fatto sorgere una serie di questioni: si trattava davvero di una nube gassosa? Di cosa poteva trattarsi in alternativa? Un team di scienziati guidato da Brian Morsony (University of Maryland e University of Wisconsin-Madison) ha realizzato una serie di simulazioni per riuscire a rispondere a queste domande.

Il team ha preso in considerazione diversi parametri nella simulazione al computer in 3D: la struttura della nube, la struttura dell’ambiente e dello sfondo, la densità, il raggio di accrescimento, per comprendere come questi fattori e altri potrebbero avere influenzato il tasso di accrescimento e di conseguenza la luminosità di Sagittarius A*.

Basandosi sulle simulazioni gli autori hanno dimostrato che è stata divorata una ben piccola parte della nube e che G2 non può essere soltanto una nube gassosa: sarebbe formata infatti da una nube estesa di gas freddo, di piccola massa, e una componente massiccia, molto compatta, un oggetto polveroso di tipo stellare sopravvissuto al pericoloso incontro. Osservazioni future potranno aiutarci a confermare questo modello, ma secondo gli autori, nel frattempo, queste simulazioni forniscono la migliore spiegazione per l’apparente indifferenza nel comportamento del buco nero.
[ Barbara Bubbi ]

http://aasnova.org/2017/07/24/the-story-of-a-boring-encounter-with-a-black-hole/

Credit ESO/S. Gillessen/MPE/Marc Schartmann

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