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Mappati gli elementi alla base della vita

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Affermare che “siamo polvere di stelle” può anche essere un cliché, ma è un fatto innegabile che la maggior parte degli elementi essenziali per la vita si siano formati nelle stelle. “Per la prima volta possiamo studiare la distribuzione di elementi nella nostra galassia” afferma Sten Hasselquist della New Mexico State University. “Gli elementi che misuriamo includono gli atomi che costituiscono il 97 percento della massa del corpo umano”. Continua a leggere

La Galassia di Andromeda

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La galassia di Andromeda è la galassia di grandi dimensioni più vicina alla Via Lattea. Insieme queste due galassie, che si ritiene abbiano un aspetto molto simile, dominano il Gruppo Locale. La luce diffusa proveniente da Andromeda è dovuta alle centinaia di miliardi di stelle che la compongono. Continua a leggere

La Via Lattea da giovane

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Ognuno ha una propria storia da raccontare, anche la nostra galassia. Le grandi galassie a spirale come la Via Lattea non sono sempre state le ordinate strutture che possiamo ammirare attualmente nell’Universo. Un nuovo studio condotto da Casey Papovich della Texas A&M University conferma l’ipotesi che circa 8-10 miliardi di anni fa le progenitrici della Via Lattea e di galassie analoghe fossero più piccole e meno strutturate, ma molto attive e prolifiche nel far nascere nuove stelle. Continua a leggere

Una nuova famiglia di stelle nel cuore della Via Lattea

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Un team di astronomi della Liverpool John Moores University ha individuato una nuova famiglia di stelle nel centro della Via Lattea. La scoperta può fornire indizi importanti sulla formazione e sulle origini della nostra galassia. Continua a leggere

La Giovinezza di NGC 362

 

  Globular clusters offer some of the most spectacular sights in the night sky. These ornate spheres contain hundreds of thousands of stars, and reside in the outskirts of galaxies. The Milky Way contains over 150 such clusters — and the one shown in this NASA/ESA Hubble Space Telescope image, named NGC 362, is one of the more unusual ones. As stars make their way through life they fuse elements together in their cores, creating heavier and heavier elements — known in astronomy as metals — in the process. When these stars die, they flood their surroundings with the material they have formed during their lifetimes, enriching the interstellar medium with metals. Stars that form later therefore contain higher proportions of metals than their older relatives. By studying the different elements present within individual stars in NGC 362, astronomers discovered that the cluster boasts a surprisingly high metal content, indicating that it is younger than expected. Although most globular clusters are much older than the majority of stars in their host galaxy, NGC 362 bucks the trend, with an age lying between 10 and 11 billion years old. For reference, the age of the Milky Way is estimated to be above 13 billion years. This image, in which you can view NGC 362’s individual stars, was taken by Hubble’s Advanced Camera for Surveys (ACS).

Gli ammassi globulari offrono una delle visioni più spettacolari nel cielo notturno. Queste sfere adorne di astri contengono centinaia di migliaia di stelle, e risiedono nelle periferie delle galassie. La Via Lattea ne contiene più di 150 e quello mostrato in questa nuova immagine del telescopio Hubble, chiamato NGC 362, è uno dei più inusuali. Continua a leggere

Un raro resto fossile di una Via Lattea primordiale

Peering through the thick dust clouds of the galactic bulge an international team of astronomers has revealed the unusual mix of stars in the stellar cluster known as Terzan 5. The new results indicate that Terzan 5 is in fact one of the bulge's primordial building blocks, most likely the relic of the very early days of the Milky Way. Observations were made with the Wide Field Camera 3 (WFC3) on board the Hubble, the Multi-conjugate Adaptive Optics Demonstrator (MAD) instrument on ESO's Very Large Telescope and the second generation Near Infrared Camera at the Keck Telescope.

 

Un team internazionale di astronomi ha scoperto un resto fossile di una primordiale Via Lattea, al cui interno si trovano stelle di età molto differenti. Questo sistema stellare, Terzan 5, a 19.000 anni luce di distanza dalla Terra, ricorda un ammasso globulare, ma è diverso dagli altri ammassi globulari conosciuti. Continua a leggere

Il Cuore Antico della Via Lattea

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Gli astronomi hanno scoperto per la prima volta antiche stelle, di un tipo noto come RR Lyrae, nel cuore della Via Lattea, utilizzando il telescopio VISTA dell’ESO. Le stelle RR Lyrae risiedono solitamente in antiche popolazioni stellari, vecchie di oltre 10 miliardi di anni. La scoperta suggerisce che il rigonfiamento centrale della Via Lattea sia probabilmente cresciuto grazie alla fusione di ammassi stellari primordiali. Queste stelle potrebbero perfino essere i resti degli ammassi stellari più massicci e più antichi ancora sopravvissuti nella Via Lattea. Continua a leggere

Intensa attività nel centro galattico 6 milioni di anni fa

Andromeda galaxy, digital artwork. Andromeda is the nearest large galaxy to our own. It measures around 140,000 light years across and is located 2.5 million light years away in the constellation of the same name. Two of its satellites dwarf galaxies, M32 and M110, are also shown.

Il centro della Via Lattea è attualmente un luogo tranquillo, dove un buco nero supermassiccio è in fase di riposo, ingurgitando solo occasionalmente qualche assaggio di idrogeno gassoso. Ma non è stato sempre così. Un nuovo studio dimostra che 6 milioni di anni fa, quando gli antenati del genere umano camminavano sulla Terra, il nucleo della nostra galassia si scatenò in maniera violenta. Continua a leggere

Un vuoto stellare nella Via Lattea

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È necessario rivedere la nostra concezione della Via Lattea, secondo un team internazionale guidato dal Prof Noriyuki Matsunaga dell’Università di Tokyo. Ricercatori giapponesi, sudafricani e italiani hanno scoperto che esiste una vasta regione attorno al centro della nostra Galassia priva di giovani stelle. Lo studio è stato pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society . Continua a leggere