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La Formazione dei Pianeti in un Disco
Come nascono i pianeti? Uno studio di un team internazionale di scienziati guidato da Stefan Kraus dell’University of Exeter fornisce nuovi indizi per rispondere a questa domanda, confermando la validità di una delle teorie più accreditate sulla formazione planetaria. Continua a leggere
Un’Atmosfera per l’Antica Luna
Un nuovo studio dimostra che l’antica Luna, 3 o 4 miliardi di anni fa, possedeva un’atmosfera, quando intense e frequenti eruzioni vulcaniche provocavano l’espulsione di gas al di sopra superficie. Lo studio, supportato dal Solar System Exploration Research Virtual Institute della NASA, è stato pubblicato su Earth and Planetary Science Letters.
Il Lungo Viaggio della Cometa più Remota
Il telescopio Hubble ha immortalato la cometa attiva più lontana mai osservata, a quasi 2,5 miliardi di chilometri dal Sole (al di là dell’orbita di Saturno), mentre si sta avvicinando per la prima volta al Sistema Solare interno. Riscaldato debolmente da un Sole remoto, lo straordinario oggetto ha già iniziato a sviluppare una chioma ampia oltre 120.000 chilometri, che avvolge un nucleo solido ghiacciato. Continua a leggere
I Processi di Formazione della Terra
Gli scienziati della Oxford University rivelano in un nuovo studio informazioni fondamentali sulla formazione del nostro pianeta, dimostrando che la composizione chimica della Terra sarebbe stata forgiata in seguito a reazioni tra la roccia fusa dei planetesimi, oggetti rocciosi primordiali alla base della formazione dei pianeti, e un’atmosfera povera di ossigeno. Continua a leggere
Il Mistero delle Gigantesche Lame di Ghiaccio su Plutone
La missione New Horizons ha rivoluzionato la nostra comprensione di Plutone. Tra le molte scoperte della sonda vi sono strane formazioni ghiacciate che ricordano gigantesche lame di coltello, la cui origine era rimasta finora un mistero. Continua a leggere
La prima volta di VIRGO
È il quarto segnale gravitazionale mai ricevuto ed il primo osservato anche dall’interferometro italiano VIRGO, che ha iniziato ad agosto le osservazioni congiunte con gli osservatori gravitazionali americani LIGO.
Due settimane dopo l’inizio del “O2 run” (la nuova sessione osservativa che ha coinvolto contemporaneamente tre antenne gravitazionali) è giunto il segnale proveniente da 1,8 miliardi di anni luce di distanza. L’evento è molto simile al primo mai ricevuto, quello rilevato dalle antenne americane LIGO il 14 settembre 2015, che era stato prodotto dalla fusione di due buchi neri di 29 e 36 masse solari.
Il 14 agosto 2017 il segnale proveniva infatti da una coppia coalescente di buchi neri con masse di circa 25 e 31 volte quella del Sole. L’energia emessa sotto forma di onde gravitazionali dalla colossale fusione di masse è stata pari a quella che sarebbe prodotta dalla conversione in energia di tre masse solari: l’evento, finchè è durato, ha emesso molta più energia di quella irraggiata da tutte le stelle dell’universo.
Osservare con tre antenne anzichè con due ha permesso di ridurre di 10 volte l’area celeste ammissibile per la localizzazione dell’evento, che rimane tuttavia di 60 gradi quadrati: poco se si pensa che si tratta di un sofisticato incrocio di dati che in origine non hanno informazioni sulla direzione, ma ancora troppo per poter individuare, con i soli dati delle antenne, la galassia di provenienza del segnale gravitazionale. Tuttavia, nell’area di 60 gradi quadrati suggerita dalle antenne (e che si trova nella costellazione dell’Eridano), hanno puntato gli strumenti di 25 enti partner per la sorveglianza astronomica del cielo in cerca di un eventuale transiente elettromagnetico (un’eventuale emissione collaterale a quella gravitazionale), che però non è stato individuato (il che è ciò che ci si aspetta, dicono gli esperti, in caso di pura fusione di buchi neri).
Congratulazioni a VIRGO e all’osservatorio europeo di onde gravitazionali!
[Paolo Colona]
Altre fonti:
https://phys.org/news/2017-09-ligo-virgo-observatories-black-hole.html
Alla scoperta della nebulosa saturno
La spettacolare nebulosa planetaria NGC 7009, chiamata anche Nebulosa Saturno, si staglia sullo sfondo oscuro dello spazio sfoggiando una serie di gusci dalla forma particolare, evidenti in delicate tonalità rosa e blu. Continua a leggere
Evoluzione Galattica e Nutrimento dei Buchi Neri
Un nuovo studio pubblicato su Nature Astronomy e basato su osservazioni a raggi X e nell’infrarosso indaga sul materiale che oscura i centri compatti e brillanti delle galassie attive, in cui un buco nero supermassiccio divora avidamente gas e polveri, individuando connessioni con l’evoluzione delle galassie stesse. Continua a leggere
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Una galassia nana scoperta di recente nella Costellazione della Lince potrebbe rivelarsi fondamentale per comprendere meglio la chimica dell’Universo primordiale, secondo un team di ricercatori che include astronomi dell’University of Virginia. Continua a leggere
Rapida, Brillante e a Rischio: la Bella Regolo
Un team di scienziati ha utilizzato uno strumento progettato per l’Anglo-Australian Telescope al Siding Spring Observatory per osservare la luce polarizzata di Regolo, una delle stelle più brillanti nel cielo notturno, a circa 79 anni luce di distanza da noi. Continua a leggere