Astronews

Via Col Vento

20161215_175243Vortici ventosi di gas accompagnano la nascita delle stelle. Questa è la conclusione di uno studio dei ricercatori del Niels Bohr Institute, University of Copenhagen, che hanno utilizzato il telescopio ALMA per osservare le fasi iniziali della formazione di un nuovo sistema solare. Continua a leggere

È possibile la vita su Proxima b?

8-newdiscoveryUno studio del Blue Marble Institute of Space Science, pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, analizza le condizioni favorevoli allo sviluppo della vita sul pianeta Proxima b, in orbita attorno alla stella più vicina al Sistema Solare, Proxima Centauri. Continua a leggere

La Strana Coppia Stellare

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Un astrofisico e un astrofilo hanno collaborato per rivelare sorprendenti dettagli di un sistema binario, composto da una pulsar millisecondo e una stella compagna. Le osservazioni, i cui risultati sono stati pubblicati su Astrophysical Journal, rappresentano la prima identificazione di macchie stellari e di un forte campo magnetico sulla stella compagna e forniscono indizi fondamentali per comprendere il comportamento e l’evoluzione di sistemi binari così particolari. Continua a leggere

Due nuovi esopianeti in formazione

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Uno studio internazionale condotto da astronomi della Rice University, utilizzando le osservazioni del telescopio ALMA, ha analizzato la distribuzione di gas e polveri presenti nel disco attorno alla stella HD 163296, a circa 400 anni luce di distanza dalla Terra. Sono stati individuati tre solchi nel disco protoplanetario, regioni prive di polveri in cui potrebbero formarsi nuovi pianeti. Continua a leggere

Un buco nero in rapida rotazione divora una stella

This artist’s impression depicts a Sun-like star close to a rapidly spinning supermassive black hole, with a mass of about 100 million times the mass of the Sun, in the centre of a distant galaxy. Its large mass bends the light from stars and gas behind it. Despite being way more massive than the star, the supermassive black hole has an event horizon which is only 200 times larger than the size of the star. Its fast rotation has changed its shape into an oblate sphere. The gravitational pull of the supermassive black hole rips the the star apart in a tidal disruption event. In the process, the star was “spaghettified” and shocks in the colliding debris as well as heat generated in accretion led to a burst of light.

Si riteneva che il lampo luminoso straordinariamente brillante visibile in una galassia remota, chiamato ASASSN-15lh, fosse la più brillante supernova mai osservata. Ma nuove rilevazioni effettuate da vari osservatori, tra cui ESO, hanno messo in dubbio questa classificazione. Un gruppo di astronomi ha ipotizzato che la sorgente sia un evento ancora più estremo e molto raro: un buco nero in rapida rotazione che sta facendo a pezzi una stella imprudente che si è avvicinata troppo. Continua a leggere

Tripudio di stelle in una lontana galassia

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Una galassia distante, scoperta recentemente, si illumina del bagliore di una quantità straordinaria di stelle neonate, formandole ad un ritmo forsennato. La prolifica galassia, chiamata SPT 0346-52, si trova a 12,7 miliardi di anni luce dalla Terra ed è stata quindi osservata circa un miliardo di anni dopo il Big Bang. Continua a leggere

Ammassi di Galassie in Collisione

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Molte galassie fanno parte di ammassi galattici, strutture cosmiche fra le più grandi nell’Universo, tenute insieme dalla gravità. La nostra Via Lattea, ad esempio, fa parte del Gruppo Locale, un insieme di una cinquantina di galassie fra le quali la più grande è la galassia di Andromeda. Il vasto ammasso di galassie più vicino a noi, ad una distanza di circa 50 milioni di anni luce, è l’Ammasso della Vergine, che ospita intorno ai 2000 oggetti. Continua a leggere

Il Destino Incerto della Terra

187_1003703_africa_dxmCosa accadrà alla Terra quando, tra pochi miliardi di anni, il Sole sarà un centinaio di volte più grande di adesso? Un team internazionale di astronomi ha provato a rispondere a questa domanda osservando la stella L2 Puppis tramite il radiotelescopio ALMA. Cinque miliardi di anni fa questa stella era molto simile al nostro Sole. Continua a leggere

Nuova luce sulle prime stelle dell’Universo

The  NASA/ESA Hubble Space Telescope has produced this beautiful image of  the globular cluster Messier 56 (also known as M 56 or NGC 6779), which  is located about 33 000 light years away from the Earth in the  constellation of Lyra (The Lyre). The cluster is composed of a large  number of stars, tightly bound to each other by gravity. However,  this was not known when Charles Messier first observed it in January  1779.  He described Messier 56 as “a nebula without stars”, like most  globular clusters that he discovered — his telescope was not powerful  enough to individually resolve any of the stars visible here, making it  look like a fuzzy ball through his telescope’s eyepiece. We clearly see  from Hubble’s image how the development of technology over the years has  helped our understanding of astronomical objects. Astronomers  typically infer important properties of globular clusters by looking at  the light of their constituent stars. But they have to be very careful  when they observe objects like Messier 56, which is located close to the  Galactic plane. This region is crowded by “field-stars”, in other  words, stars in the Milky Way that happen to lie in the same direction  but do not belong to the cluster. These objects can contaminate the  light, and hence undermine the conclusions reached by astronomers.   A  tool often used by scientists for studying stellar clusters is the  colour-magnitude (or Hertzsprung-Russell) diagram. This chart compares  the brightness and colour of stars – which in turn, tells scientists  what the surface temperature of a star is. By  comparing high quality observations taken with the Hubble Space  Telescope with results from the standard theory of stellar evolution,  astronomers can characterise the properties of a cluster. In the case of  Messier 56, this includes its age, which at 13 billion years is  approximately three times the age of the Sun. Furthermore, they have  also been able to study the chemical

     

Un team di astronomi dell’Università di Notre Dame ha individuato quella che potrebbe essere la seconda generazione di stelle, rivelando nuovi indizi sulla natura dei primi astri nati nell’Universo. Continua a leggere