Astronews

Aree ghiacciate sulla superficie lunare

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Utilizzando dati del Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA gli scienziati hanno identificato aree brillanti in crateri vicini al polo sud della Luna, e sufficientemente freddi da presentare ghiaccio in superficie. La nuova scoperta deriva da un’analisi che combina temperature superficiali con informazioni sulla quantità di luce riflessa dalla superficie lunare. Continua a leggere

Un Cocente Mondo Alieno

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Immaginate un pianeta simile a Giove che sfreccia attorno alla sua stella compiendo un’orbita in un giorno e mezzo, talmente cocente da raggiungere temperature più calde della gran parte delle piccole stelle, e che sfoggia un coda gassosa come una cometa. Continua a leggere

La Supernova Straordinaria

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Un team di astronomi ha utilizzato il telescopio Hubble per analizzare per la prima volta immagini multiple di una supernova di tipo Ia, soggetta a effetto lente gravitazionale. Le quattro immagini della stella esplosa sono di fondamentale importanza per misurare parametri cosmologici essenziali come il tasso di espansione dell’Universo. I risultati sono stati pubblicati su Science. Continua a leggere

Il Buco Nero che non ti aspetti (Cygnus A)

Nuova sorgente in Cygnus A

Animazione: l’emissione radio di Cygnus A nel 1989 e nel 2015 sovrapposta all’immagine ottica della galassia ripresa dal Telescopio Spaziale Hubble. È evidente la comparsa della nuova sorgente.

Cygnus A è la remota galassia PGC 63932, distante 730 milioni di anni luce che, a causa dell’attivissimo buco nero supermassiccio nel suo centro, è una delle sorgenti radio più luminose del cielo.

Una sorgente talmente luminosa che fu scoperta addirittura nel 1939, dal pioniere della radioastronomia Grote Reber, e poi osservata più volte fino all’immagine migliore mai ottenuta, nel 1984, dal radiotelescopio Very Large Array, che fu oggetto di studio per molti anni. In seguito ad una miglioria apportata al VLA, questa galassia fu ripresa ancora nel 1996. E lo stesso è successo nel 2015 quando il VLA è stato ulteriormente potenziato. Ed ecco la novità! Una nuova sorgente appare nelle immagini molto vicina al buco nero centrale di Cygnus A.

Sovrapposizione delle immagini di Cygnus A riprese in cinque bande differenti, dal radio ai raggi X.

Sovrapposizione delle immagini di Cygnus A riprese in cinque bande differenti, dal radio ai raggi X.

Non è ancora chiaro di cosa si tratti, inizialmente si è pensato ad una supernova, ma la sua luminosità si è mantenuta alta troppo a lungo per qualsiasi tipo di supernova nota. La soluzione sembra essere un nuovo buco nero che si è attivato in qualche momento negli ultimi vent’anno per qualche motivo contingente. La distanza dal BN centrale di Cygnus A è di circa 1500 anni luce.

Daniel e Rick Perley, insieme a Vivek Dhawan e Chris Carilli, entrambi del NRAO – National Radio Astronomy Observatory, hanno cominciato le osservazioni nel 2015 proseguendole nel 2016.
“Con sorpresa abbiamo trovato una nuova formazione vicina al nucleo della galassia, che non appariva in nessuna immagine pubblicata precedentemente. Questa nuova sorgente è abbastanza luminosa che l’avremmo sicuramente vista in immagini precedenti se non fosse cambiato nulla” ha detto Rick Perley. “Ciò significa che dev’essersi acceso qualcosa tra il 1996 e adesso”

Gli spettacolari "radiolobi" dalla galassia attiva Cygnus A. Hanno un'estensione 1000 volte maggiore della galassia che li ha generati.

Gli spettacolari “radiolobi” dalla galassia attiva Cygnus A. Hanno un’estensione 1000 volte maggiore della galassia che li ha generati.

Dopo averla osservata con il VLA, gli scienziati hanno studiato Cygnus A con il più potente Very Long Baseline Array (VLBA) nel novembre del 2016 riprendendo in maniera evidente questo nuovo dettaglio.

Nella medesima posizione si nota un oggetto debole infrarosso, visto sia con il Telescopio Spaziale Hubble che con il Keck, tra il 1994 e il 2002. Gli astronomi esperti di questa banda, dal Lawrence Livermore National Laboratory, hanno attribuito tale sorgente a un denso gruppo di stelle, ma ora, a causa di questo forte brillamento radio, si è costretti a nuove analisi.

La nuova sorgente è separata di ben 1500 anni luce dal buco nero supermassiccio centrale di Cygnus A, ed ha le caratteristiche di un buco nero che sta inghiottendo materiale circostante.

La galassia Cygnus A ripresa nell'ottico. Nonostante la potenza del telescopio, rimane un oggetto piuttosto insignificante. Questo non è dovuto solo alla distanza di oltre 700 milioni di anni luce, ma anche alla posizione vicina al piano galattico: polveri della Via Lattea oscurano pesantemente questo oggetto remoto.

La galassia Cygnus A ripresa nell’ottico. Nonostante la potenza del telescopio, rimane un oggetto piuttosto insignificante. Questo non è dovuto solo alla distanza di oltre 700 milioni di anni luce, ma anche alla posizione vicina al piano galattico: le polveri della Via Lattea oscurano pesantemente questo oggetto remoto.

“Riteniamo di aver trovato un secondo buco nero supermassiccio in questa galassia, che indica che questa galassia si è fusa con un’altra in un passato ‘astronomicamente recente'” dice Carilli. “Questi due potrebbero essere la coppia più stretta di buchi neri supermassicci mai scoperta, e verosimilmente sono destinati a fondersi in futuro.”

Daniel Perley, figlio di Rick Perley (uno degli astronomi che ha fatto le osservazioni originali di Cygnus A con il VLA negli anni Ottanta), ricorda: “Ulteriori osservazioni ci aiuteranno a risolvere alcuni di questi interrogativi. Inoltre, se si tratta realmente di un buco nero secondario, potremmo essere in grado di trovarne altri in galassie simili”

Fonti: https://phys.org/news/2017-05-vla-reveals-supermassive-black-hole.html,
https://astronomynow.com/2017/05/23/vla-reveals-new-object-near-supermassive-black-hole-in-famous-galaxy/

[ Paolo Colona ]

Lontana, luminosa polvere di stelle

Resa artistica di come potrebbe apparire la lontanissima galassia A2744_YD4, quando l’universo aveva il 4% della sua età attuale, basata sulle osservazioni realizzate con ALMA.

Un gruppo di astronomi di diverse nazioni, utilizzando il super radiotelescopio ALMA, ha scoperto una grande massa di polvere stellare brillante in una galassia risalente a quando l’Universo aveva solo il 4% della sua età attuale. Osserviamo questa galassia subito dopo che si è formata; è la più distante galassia nella quale sia mai stata rivelata polvere, ed è anche la più lontana presenza di ossigeno mai rivelata. Continua a leggere

Scoperta una nuova luna ai confini del Sistema Solare (2007 OR10)

2007-OR10-Snow-White-artistLe propaggini esterne del Sistema Solare sono abitate da mondi oscuri e ghiacciati ma tutt’altro che solitari: hanno infatti una spiccata attitudine a raccogliere intorno a sè lune.
Tra i più grandi oggetti che si nascondono a grandi distanze dal Sole c’è 2007 OR10, con un diametro di ben 1500 chilometri, abbastanza da poterlo classificare come pianeta nano.
Tre telescopi spaziali, compreso l’Hubble, sono stati necessari per riconoscere, intorno a 2007 OR10, un satellite.
“La scoperta di satelliti attorno a tutti i più grandi pianeti nani conosciuti tranne Sedna implica che all’epoca in cui si formarono questi corpi, miliardi di anni fa, le collisioni devono essere state più frequenti, cosa che fornisce un’utile vincolo per i modelli di formazione” ha detto Csaba Kiss dell’Osservatorio Konkoly a Budapest, in Ungheria, e autore principale dell’articolo scientifico che annuncia la scoperta. “Se c’erano collisioni frequenti, allora era più facile creare questi satelliti”.

2007 OR10-SatelliteLa nuova luna è stata scoperta in immagini d’archivio di 2007 OR10 riprese dalla Wide Field Camera 3 del telescopio spaziale Hubble in seguito a studi del pianeta nano condotti con il telescopio spaziale Kepler della NASA nell’infrarosso, che suggerivano l’esistenza di una luna. Kepler infatti ha rivelato che 2007 OR10 ha una rotazione di 45 ore… “I periodi di rotazione tipici per gli oggetti della Fascia di Kuiper sono di meno di 24 ore”, ricorda Kiss. “Abbiamo cercato negli archivi di Hubble perchè un periodo di rotazione così lento poteva essere stato causato dall’influenza gravitazionale di una luna. Inizialmente ci era sfuggita perchè è un oggetto veramente molto debole”

Il satellite è stato individuato in due immagini distinte, prese a un anno di distanza, un campionamento insufficiente per poter determinare i parametri orbitali.

Pianeti nani TNOI diametri di questi corpi sono stati calcolati misurando l’emissione termica con il telescopio spaziale Herschel. Il pianeta nano è di circa 1500 km di diametro mentre la luna deve avere un diametro compreso tra 250 e 400 chilometri.
Come Plutone, 2007 OR10 segue un’orbita eccentrica ma attualmente è 3 volte più distante di Plutone dal Sole. Tra i corpi noti che orbitano al di là di Nettuno, i cosiddetti Transnettuniani, 2007 OR10 è superato in grandezza soltanto da Plutone e Eris (la cui scoperta determinò sostanzialmente il declassamento di Plutone da pianeta a pianeta nano). Curiosamente, nonostante le sue ragguardevoli dimensioni, 2007 OR10 non ha ancora ricevuto un nome (se non inizialmente quello di Biancaneve, dovuto al fatto che si credette che fosse bianco e molto riflettente, che fu però ritirato quando si scoprì che il pianeta era invece piuttosto rosso). È stato scoperto nel 2007 dagli astronomi Meg Schwamb, Mike Brown, e David Rabinowitz durante una ricerca di corpi lontani del Sistema Solare, utilizzando il Samuel Oschin Telescope a Monte Paolmar in Califormia.
La scoperta della luna è stata pubblicata su Astrophysical Journal Letters.

Articolo originale: “Discovery of a Satellite of the Large Trans-Neptunian Object (225088) 2007 OR10

Fonte: Hubble spots moon around third largest dwarf planet

Una riflessione sull’importanza (e l’emozione!) di scoprire nuovi satelliti nel Sistema Solare (post di Facebook).

Indiscrizioni dello scorso anno sulla scoperta, e le sue implicazioni, su Sky and Telescope