Astronews
Hubble cattura straordinarie, antiche galassie
L’occhio acuto del telescopio Hubble si è diretto sulle galassie più brillanti dell’Universo nell’infrarosso, 10.000 volte più luminose della nostra Via Lattea. Continua a leggere
Aree ghiacciate sulla superficie lunare
Utilizzando dati del Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA gli scienziati hanno identificato aree brillanti in crateri vicini al polo sud della Luna, e sufficientemente freddi da presentare ghiaccio in superficie. La nuova scoperta deriva da un’analisi che combina temperature superficiali con informazioni sulla quantità di luce riflessa dalla superficie lunare. Continua a leggere
Un Cocente Mondo Alieno
Immaginate un pianeta simile a Giove che sfreccia attorno alla sua stella compiendo un’orbita in un giorno e mezzo, talmente cocente da raggiungere temperature più calde della gran parte delle piccole stelle, e che sfoggia un coda gassosa come una cometa. Continua a leggere
La Supernova Straordinaria
Un team di astronomi ha utilizzato il telescopio Hubble per analizzare per la prima volta immagini multiple di una supernova di tipo Ia, soggetta a effetto lente gravitazionale. Le quattro immagini della stella esplosa sono di fondamentale importanza per misurare parametri cosmologici essenziali come il tasso di espansione dell’Universo. I risultati sono stati pubblicati su Science. Continua a leggere
Il Buco Nero che non ti aspetti (Cygnus A)
Cygnus A è la remota galassia PGC 63932, distante 730 milioni di anni luce che, a causa dell’attivissimo buco nero supermassiccio nel suo centro, è una delle sorgenti radio più luminose del cielo.
Una sorgente talmente luminosa che fu scoperta addirittura nel 1939, dal pioniere della radioastronomia Grote Reber, e poi osservata più volte fino all’immagine migliore mai ottenuta, nel 1984, dal radiotelescopio Very Large Array, che fu oggetto di studio per molti anni. In seguito ad una miglioria apportata al VLA, questa galassia fu ripresa ancora nel 1996. E lo stesso è successo nel 2015 quando il VLA è stato ulteriormente potenziato. Ed ecco la novità! Una nuova sorgente appare nelle immagini molto vicina al buco nero centrale di Cygnus A.
Non è ancora chiaro di cosa si tratti, inizialmente si è pensato ad una supernova, ma la sua luminosità si è mantenuta alta troppo a lungo per qualsiasi tipo di supernova nota. La soluzione sembra essere un nuovo buco nero che si è attivato in qualche momento negli ultimi vent’anno per qualche motivo contingente. La distanza dal BN centrale di Cygnus A è di circa 1500 anni luce.
Daniel e Rick Perley, insieme a Vivek Dhawan e Chris Carilli, entrambi del NRAO – National Radio Astronomy Observatory, hanno cominciato le osservazioni nel 2015 proseguendole nel 2016.
“Con sorpresa abbiamo trovato una nuova formazione vicina al nucleo della galassia, che non appariva in nessuna immagine pubblicata precedentemente. Questa nuova sorgente è abbastanza luminosa che l’avremmo sicuramente vista in immagini precedenti se non fosse cambiato nulla” ha detto Rick Perley. “Ciò significa che dev’essersi acceso qualcosa tra il 1996 e adesso”
Dopo averla osservata con il VLA, gli scienziati hanno studiato Cygnus A con il più potente Very Long Baseline Array (VLBA) nel novembre del 2016 riprendendo in maniera evidente questo nuovo dettaglio.
Nella medesima posizione si nota un oggetto debole infrarosso, visto sia con il Telescopio Spaziale Hubble che con il Keck, tra il 1994 e il 2002. Gli astronomi esperti di questa banda, dal Lawrence Livermore National Laboratory, hanno attribuito tale sorgente a un denso gruppo di stelle, ma ora, a causa di questo forte brillamento radio, si è costretti a nuove analisi.
La nuova sorgente è separata di ben 1500 anni luce dal buco nero supermassiccio centrale di Cygnus A, ed ha le caratteristiche di un buco nero che sta inghiottendo materiale circostante.
“Riteniamo di aver trovato un secondo buco nero supermassiccio in questa galassia, che indica che questa galassia si è fusa con un’altra in un passato ‘astronomicamente recente'” dice Carilli. “Questi due potrebbero essere la coppia più stretta di buchi neri supermassicci mai scoperta, e verosimilmente sono destinati a fondersi in futuro.”
Daniel Perley, figlio di Rick Perley (uno degli astronomi che ha fatto le osservazioni originali di Cygnus A con il VLA negli anni Ottanta), ricorda: “Ulteriori osservazioni ci aiuteranno a risolvere alcuni di questi interrogativi. Inoltre, se si tratta realmente di un buco nero secondario, potremmo essere in grado di trovarne altri in galassie simili”
Fonti: https://phys.org/news/2017-05-vla-reveals-supermassive-black-hole.html,
https://astronomynow.com/2017/05/23/vla-reveals-new-object-near-supermassive-black-hole-in-famous-galaxy/
[ Paolo Colona ]
Lontana, luminosa polvere di stelle
Un gruppo di astronomi di diverse nazioni, utilizzando il super radiotelescopio ALMA, ha scoperto una grande massa di polvere stellare brillante in una galassia risalente a quando l’Universo aveva solo il 4% della sua età attuale. Osserviamo questa galassia subito dopo che si è formata; è la più distante galassia nella quale sia mai stata rivelata polvere, ed è anche la più lontana presenza di ossigeno mai rivelata. Continua a leggere
Scoperta una nuova luna ai confini del Sistema Solare (2007 OR10)
Le propaggini esterne del Sistema Solare sono abitate da mondi oscuri e ghiacciati ma tutt’altro che solitari: hanno infatti una spiccata attitudine a raccogliere intorno a sè lune.
Tra i più grandi oggetti che si nascondono a grandi distanze dal Sole c’è 2007 OR10, con un diametro di ben 1500 chilometri, abbastanza da poterlo classificare come pianeta nano.
Tre telescopi spaziali, compreso l’Hubble, sono stati necessari per riconoscere, intorno a 2007 OR10, un satellite.
“La scoperta di satelliti attorno a tutti i più grandi pianeti nani conosciuti tranne Sedna implica che all’epoca in cui si formarono questi corpi, miliardi di anni fa, le collisioni devono essere state più frequenti, cosa che fornisce un’utile vincolo per i modelli di formazione” ha detto Csaba Kiss dell’Osservatorio Konkoly a Budapest, in Ungheria, e autore principale dell’articolo scientifico che annuncia la scoperta. “Se c’erano collisioni frequenti, allora era più facile creare questi satelliti”.
La nuova luna è stata scoperta in immagini d’archivio di 2007 OR10 riprese dalla Wide Field Camera 3 del telescopio spaziale Hubble in seguito a studi del pianeta nano condotti con il telescopio spaziale Kepler della NASA nell’infrarosso, che suggerivano l’esistenza di una luna. Kepler infatti ha rivelato che 2007 OR10 ha una rotazione di 45 ore… “I periodi di rotazione tipici per gli oggetti della Fascia di Kuiper sono di meno di 24 ore”, ricorda Kiss. “Abbiamo cercato negli archivi di Hubble perchè un periodo di rotazione così lento poteva essere stato causato dall’influenza gravitazionale di una luna. Inizialmente ci era sfuggita perchè è un oggetto veramente molto debole”
Il satellite è stato individuato in due immagini distinte, prese a un anno di distanza, un campionamento insufficiente per poter determinare i parametri orbitali.
I diametri di questi corpi sono stati calcolati misurando l’emissione termica con il telescopio spaziale Herschel. Il pianeta nano è di circa 1500 km di diametro mentre la luna deve avere un diametro compreso tra 250 e 400 chilometri.
Come Plutone, 2007 OR10 segue un’orbita eccentrica ma attualmente è 3 volte più distante di Plutone dal Sole. Tra i corpi noti che orbitano al di là di Nettuno, i cosiddetti Transnettuniani, 2007 OR10 è superato in grandezza soltanto da Plutone e Eris (la cui scoperta determinò sostanzialmente il declassamento di Plutone da pianeta a pianeta nano). Curiosamente, nonostante le sue ragguardevoli dimensioni, 2007 OR10 non ha ancora ricevuto un nome (se non inizialmente quello di Biancaneve, dovuto al fatto che si credette che fosse bianco e molto riflettente, che fu però ritirato quando si scoprì che il pianeta era invece piuttosto rosso). È stato scoperto nel 2007 dagli astronomi Meg Schwamb, Mike Brown, e David Rabinowitz durante una ricerca di corpi lontani del Sistema Solare, utilizzando il Samuel Oschin Telescope a Monte Paolmar in Califormia.
La scoperta della luna è stata pubblicata su Astrophysical Journal Letters.
Articolo originale: “Discovery of a Satellite of the Large Trans-Neptunian Object (225088) 2007 OR10”
Fonte: Hubble spots moon around third largest dwarf planet
Una riflessione sull’importanza (e l’emozione!) di scoprire nuovi satelliti nel Sistema Solare (post di Facebook).
Indiscrizioni dello scorso anno sulla scoperta, e le sue implicazioni, su Sky and Telescope
Alla ricerca dei Buchi Neri supermassicci primordiali
Trovare tutti i Buchi Neri supermassicci primordiali: questa è la sfida degli scienziati per ricostruire la prima mappa dell’Universo primordiale capace di rivelarne la struttura a grande scala. Continua a leggere
Svelata la scienza dietro un mito antico.
Pubblicato su MAA uno studio archeoastronomico che rivela il significato nascosto di un mito che ha interrogato gli studiosi per secoli: la sua origine è completamente scientifica.
Nuove rivelazioni di ALMA sul piccolo Deedee
Utilizzando l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) gli astronomi hanno rivelato straordinari, nuovi dettagli su un remoto appartenente alla famiglia del Sistema Solare scoperto di recente, il pianetino 2014 UZ224, conosciuto in maniera più informale come DeeDee. Continua a leggere