astronomia

Uno tsunami di gas e stelle forma un “occhio” galattico

tsunamiofsta-1Gli astronomi utilizzando l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) hanno individuato nel disco di una galassia a spirale nota come IC 2163 un vero e proprio “tsunami” di stelle e gas generato dallo scontro tra due galassie. Quest’onda colossale di materiale, innescata quando IC 2163 ha speronato un’altra galassia a spirale chiamata NGC 2207, ha prodotto archi rilucenti di intensa formazione stellare che sembrano assumere l’aspetto di un occhio dotato di palpebre. Continua a leggere

Una seconda opportunità per un’osservazione da record

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Mai in precedenza gli astrofisici avevano misurato luce ad altissima energia proveniente da un oggetto così distante. Circa 7 miliardi di anni fa nel centro di una galassia ebbe luogo un’immensa esplosione, seguita da un’intensa emissione di raggi gamma. Continua a leggere

Genesi Stellare nella Girandola del Sud

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La bellezza della galassia a spirale barrata Messier 83 è svelata in tutta la sua gloria in questa immagine del telescopio Hubble. Le vivaci tonalità magenta e blu rivelano che la galassia risplende di formazione stellare. Conosciuta anche come Girandola del Sud, si trova a 15 milioni di anni luce di distanza nella costellazione dell’Idra. Continua a leggere

La Giovinezza di NGC 362

 

  Globular clusters offer some of the most spectacular sights in the night sky. These ornate spheres contain hundreds of thousands of stars, and reside in the outskirts of galaxies. The Milky Way contains over 150 such clusters — and the one shown in this NASA/ESA Hubble Space Telescope image, named NGC 362, is one of the more unusual ones. As stars make their way through life they fuse elements together in their cores, creating heavier and heavier elements — known in astronomy as metals — in the process. When these stars die, they flood their surroundings with the material they have formed during their lifetimes, enriching the interstellar medium with metals. Stars that form later therefore contain higher proportions of metals than their older relatives. By studying the different elements present within individual stars in NGC 362, astronomers discovered that the cluster boasts a surprisingly high metal content, indicating that it is younger than expected. Although most globular clusters are much older than the majority of stars in their host galaxy, NGC 362 bucks the trend, with an age lying between 10 and 11 billion years old. For reference, the age of the Milky Way is estimated to be above 13 billion years. This image, in which you can view NGC 362’s individual stars, was taken by Hubble’s Advanced Camera for Surveys (ACS).

Gli ammassi globulari offrono una delle visioni più spettacolari nel cielo notturno. Queste sfere adorne di astri contengono centinaia di migliaia di stelle, e risiedono nelle periferie delle galassie. La Via Lattea ne contiene più di 150 e quello mostrato in questa nuova immagine del telescopio Hubble, chiamato NGC 362, è uno dei più inusuali. Continua a leggere

Un buco nero messo a nudo da un incontro galattico

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Gli astronomi utilizzando il Very Long Baseline Array (VLBA) hanno individuato qualcosa di davvero straordinario: i resti devastati di una galassia che è passata attraverso una galassia più grande, uno scontro violento che ha fatto emergere e schizzare via a oltre 2000 chilometri al secondo il buco nero supermassiccio ormai quasi spoglio della galassia più piccola. Continua a leggere

L’occhio ardente di NGC 6751

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Questa immagine ripresa dal telescopio Hubble dimostra lo straordinario spettacolo offerto dalle nebulose planetarie. Questa in particolare, chiamata NGC 6751, è simile ad un gigantesco occhio infuocato. Si tratta di una nube di gas espulso diverse migliaia di anni fa dalla calda stella visibile nel centro. Continua a leggere

L’origine degli anelli di Saturno

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Un team di ricercatori guidato da Hyodo Ryuki della Kobe University, ha presentato un nuovo modello per spiegare l’origine degli anelli di Saturno, basato su simulazioni al computer. I risultati, pubblicati sulla rivista Icarus, sono applicabili ad anelli di altri pianeti giganti e possono spiegare le differenze di composizione tra gli anelli di Saturno e Urano. Continua a leggere